Perché Suning non è riuscito a rimborsare il prestito a Oaktree?

Steven Zhang
Steven Zhang / Nicolò Campo/GettyImages
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Il giorno di festa nazionale in Lussemburgo concede un giorno in più rispetto all'effettiva scadenza, ma Suning non riuscirà comunque a saldare il prestito contratto con Oaktree e che oggi ammonta a 395 milioni di euro (interessi compresi). Questo vuol dire che il fondo californiano escuterà il pegno sul 99,6% delle azioni dell’Inter prendendo il pieno controllo del club. Uno scenario che sembrava evitabile, viste le voci di un nuovo prestito con Pimco, ma che secondo l'edizione odierna de La Repubblica era invece totalmente prevedibile.

I problemi per l'imprenditore cinese sono iniziati quando la China Construction Bank ha preteso i 320 milioni di euro di credito che Zhang gli doveva. Secondo MarketScreener, il 59,31% del capitale della banca è detenuto dalla China Investment Corporation (CIC), il fondo sovrano che gestisce le riserve valutarie della Repubblica Popolare Cinese, amministrando asset per 1.350 miliardi di dollari alla fine del 2023. È per questo che Zhang ha faticato così tanto a trovare dei nuovi creditori.

La situazione è ulteriormente precipitata lo scorso marzo, quando la Corte d’Appello di Milano ha reso valida anche in Italia la sentenza della corte suprema di Hong Kong che costringeva Zhang a restituire i 320 milioni alla banca cinese. Il che vuol dire che l’istituto creditore può aggredire anche nel nostro paese i beni di Suning e spiega come mai Steven non si vede a Milano dallo scorso giugno.

La scadenza per la restituzione del prestito è ormai giunta e Zhang non riuscirà a restituire i quasi 400 milioni a Oaktree. In base al contratto di pegno, il fondo californiano dovrà poi indennizzare l'imprenditore cinese con la differenza fra il valore del club - stabilito da un perito della stessa Oaktree - e il debito.


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