Perché Tessmann è un profilo coerente per la Fiorentina di Palladino (e di Commisso)

I viola si avvicinano a Tessmann: un incontro logico non solo a livello tecnico-tattico
New Zealand v United States: Men's Football - Olympic Games Paris 2024: Day 1
New Zealand v United States: Men's Football - Olympic Games Paris 2024: Day 1 / Brad Smith/ISI/GettyImages
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Nel 2019, nel momento dell'arrivo di Rocco Commisso a Firenze come nuovo proprietario della Fiorentina, in tanti si sarebbero immaginati una traiettoria profondamente connessa al mondo da cui il numero uno di Mediacom arrivava. Commisso ha sempre rivendicato la propria italianità, rifuggendo dalla definizione di "italoamericano", ma a priori l'immaginazione correva a un legame più solido tra la Fiorentina e il contesto statunitense rispetto a quello che effettivamente si è concretizzato negli anni.

Rocco Commisso
Commisso / Francois Nel/GettyImages

Il patron gigliato si è rivelato spiccatamente "americano" nell'approccio alla gestione del club sia a livello comunicativo che, ancor di più, per una spinta audace e perentoria (rimasta talvolta frustrata) sul fronte delle infrastrutture, tra il traguardo raggiunto del Viola Park e quello connesso a un nuovo stadio, destinato a restare utopia. Lo sguardo proiettato oltre l'Atlantico si è fermato qui però, senza un riflesso sul campo che - per certi versi - poteva apparire scontato: non sono arrivati calciatori statunitensi, sul mercato non si è sviluppato un filo diretto col mondo della MLS.

Il sogno americano

Le voci di mercato ci portano ora con forza su un profilo che potrebbe, dunque, segnare un passaggio a suo modo storico o comunque simbolicamente rilevante all'interno del percorso della Fiorentina "americana": l'arrivo di Tanner Tessmann dal Venezia, indicato da giorni più vicino che mai (col solo tema delle commissioni da sbrogliare). Si tratterebbe di un colpo degno di nota da più punti di vista, valutando sia il discorso tecnico in sé - in rapporto alle esigenze attuali dei viola - che il percorso personale del classe 2001, un percorso che ci rimanda in modo diretto ed evocativo all'immaginario sportivo statunitense e a una storia sicuramente suggestiva, poco comune presso le nostre latitudini.

Tanner Tessmann
Tessmann con l'FC Dallas / Abbie Parr/GettyImages

L'idea del giovane di una prestigiosa università (la Clemson, in Carolina del Sud) chiamato a decidere tra football americano e calcio può suonarci come un cliché ma, a conti fatti, riflette realmente quanto accaduto a Tessmann. Una personalità del calibro di Dabo Swinney, una vera e propria autorità nel contesto del football americano, vide nel giovane Tanner una potenza e una qualità di calcio tali da immaginarlo come kicker, andando dunque a minacciare il sogno di diventare un calciatore di MLS per intraprendere una traiettoria diversa.

La scelta maturata da Tessmann, quella di puntare ancora sul calcio col desiderio di trasferirsi in Europa, ha però ripagato con gli interessi: la sua storia calcistica è decollata definitivamente nel 2020 con l'esordio in MLS (da titolare) in FC Dallas-Philadelphia Union. Un esordio che presentava già in sé tratti incoraggianti, se non da vero predestinato: novanta minuti in campo conditi da un assist, una prova di personalità come interno nel 4-2-3-1 (arretrando il raggio d'azione rispetto alle stagioni vissute nel North Texas SC, prima dell'esordio in MLS).

Tessmann-Fiorentina: un matrimonio coerente

L'aspetto anagrafico, parliamo di un calciatore allora diciottenne, trovava una smentita importante sul campo: si palesava già l'impressione di trovarsi di fronte a un elemento formato e adatto per giostrare davanti alla difesa, unendo grande fisico, qualità atletiche e tecniche. Ciò che colpiva e tutt'ora colpisce, anche grazie a quanto mostrato col Venezia, è la qualità di calcio sia quando si tratta di aprire il gioco con sventagliate precise che - come si è visto a livello realizzativo nell'ultima Serie B - quando Tessmann riesce a liberare il tiro da fuori.

Un eco di quanto Swinney intravide da potenziale kicker, con una sottolineatura ulteriore: pur trattandosi di destro naturale, infatti, Tessmann riesce a sfruttare anche il mancino quando arriva a concludere dalla distanza, inventando con entrambi i piedi traiettorie insidiose (anche su calcio piazzato) e riuscendo a far partire conclusioni potenti pur con poco spazio a disposizione. Una situazione divenuta comune nell'ultima Serie B che potrebbe presto trovare sbocco anche in una nuova esperienza in A, dopo quella vissuta da comprimario nel 2021/22.

Non si tratta di un regista in senso stretto, del resto pare evidente che i viola siano destinati a cambiare forma al centrocampo con Palladino in panchina, ma di un centrocampista completo che abbina sostanza in fase d'interdizione (terzo miglior giocatore per palloni recuperati nell'ultima B) e qualità in impostazione, pur senza optare per soluzioni particolarmente azzardate o creative. Un profilo che s'intreccia in modo coerente con l'evoluzione necessaria per il centrocampo viola.

Gli addii di Bonaventura e Arthur tolgono tanto a livello di tecnica e fantasia, l'arrivo di un profilo come Tessmann (e di un altro necessario rinforzo) può regalare il salto di qualità a livello atletico e di intensità in fase di non possesso. Le doti balistiche e la storia perfetta per diventare il primo colpo statunitense di Commisso, d'altro canto, completano il quadro e lo rendono un acquisto del tutto coerente con le esigenze viola, valutando anche doti di leadership emerse nell'ultima stagione e culminate nella fascia di capitano con la Nazionale statunitense attualmente impegnata alle Olimpiadi.