Dal 3-0 alla Turchia fino ai rigori di Wembley: il percorso dell'Italia per la conquista dell'Europeo
Un cammino perfetto e senza sbavature, culminato con la conquista della coppa. L'Italia di Roberto Mancini riporta a Roma l'Europeo, un trofeo che nel Belpaese mancava dal 1968.
Il percorso verso la gloria viene inaugurato all'Olimpico di Roma l'11 giugno, nella serata della cerimonia di apertura arricchita poi dal rotondo 3-0 rifilato alla Turchia nella prima giornata del Gruppo A frutto dell'autogol di Demiral e delle reti di Immobile e Insigne. Nella seconda giornata (di nuovo all'Olimpico) la formula non cambia: altro 3-0, questa volta alla Svizzera, deciso dalla doppietta di Locatelli e dalla rete di Immobile che chiude i giochi. Con la qualificazione già in tasca, gli azzurri vincono poi di misura contro il Galles anche all'ultima giornata: 1-0, gol di Pessina.
Le prime sofferenze arrivano agli ottavi di finale: a Londra servono le reti di Chiesa e di Pessina ai supplementari per battere 2-1 l'Austria e strappare il biglietto per i quarti. Poi si vola a Monaco di Baviera, dove l'ostacolo da saltare è il Belgio di Lukaku, regolato 2-1 con il sigillo prepotente di Barella e la magia a giro di Insigne. In semifinale, a Wembley, la Spagna annulla il vantaggio di Chiesa con Morata, che poi si fa ipnotizzare dal dischetto da un immenso Donnarumma: dopo l'1-1 dei tempi regolamentari, gli azzurri centrano l'accesso alla finalissima.
La notte dell'11 luglio è quella della verità: si gioca ancora a Wembley, contro i padroni di casa dell'Inghilterra. Il vantaggio immediato di Shaw dopo 2' non scoraggia gli azzurri, che rispondono con la zampata ravvicinata di Bonucci nella ripresa che vale l'1-1 e la lotteria dei rigori, dove sono decisivi l'errore di Saka e i guantoni di Donnarumma. E la coppa torna (meritatamente) in Italia.