Pistole, bravate e carcere. Chi è Aleksandr Kokorin, il nuovo bad boy della Fiorentina
Aleksandr Kokorin ripartirà dall'Italia. Mancano soltanto visite mediche e annuncio ufficiale, poi l'attaccante classe '91 sarà a tutti gli effetti un calciatore della Fiorentina. Si aprirà così un nuovo capitolo della turbolenta carriera del russo, che negli ultimi anni ha fatto parlare molto di sé. Non tanto per le prestazioni in campo, quanto per le sue bravate extracalcistiche. Da enfant prodige a bad boy, il passo è stato breve.
I primi successi con la Dinamo Mosca, tanto da diventare il più giovane marcatore nella storia del club, poi il trasferimento allo Zenit San Pietroburgo e infine la rinascita con le maglie di Soci e Spartak Mosca. Osservando il suo curriculum di tutto rispetto, condito anche dalle convocazioni in nazionale, perché parliamo di rinascita? Ebbene, quel ragazzotto che poteva permettersi qualsiasi privilegio è andato oltre, ha superato un limite molto sottile tra legalità e illegalità che ha compromesso la sua ascesa nel panorama calcistico internazionale.
Accade tutto (o quasi) nel 2017. L'etichetta di delinquente prende forma durante i festeggiamenti per il matrimonio di un amico: pistola in mano e spari all'aria, un'usanza dell'Ossezia che non viene digerita dall'opinione pubblica, così come la foto che lo ritrae in spiaggia con il faccione di Pablo Escobar. Kokorin inizia a pagare gli eccessi a ridosso della Confederations Cup da cui viene escluso, insieme al compagno di squadra Artem Dzyuba, per aver preso in giro l'aspetto fisico del commissario tecnico della Russia.
Infine il carcere, la pagina più triste e desolante della vita di Kokorin. Dall'ottobre 2018 sconta un anno circa di prigionia dopo aver aggredito un funzionario del governo russo all'esterno di un bar di Mosca. Ora, però, l'attaccante sembra aver messo la testa a posto e piantato i piedi a terra. La sua ultima chance si chiama Fiorentina.
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