Platini smentisce le voci su una chiamata della Juve e dà un consiglio a Yildiz

Le dichiarazioni dell'ex fantasista bianconero: il suggerimento al nuovo numero 10 e l'idea sulla Superlega
Michel Platini
Michel Platini / Ernesto Ruscio/GettyImages
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Michel Platini, in una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ha parlato di alcuni temi riguardanti il mondo Juve. "Le Roi" ha detto la sua su alcuni argomenti che tengono banco nella Torino bianconera. Sempre alla Rosea, Platini ha inoltre preferito fare chiarezza sui rumors di un'ipotetica chiamata della Juventus per poi concludere con un particolare sulle parole di Boniek e su Boniperti. Non solo: nella lunghissima chiacchierata un consiglio anche alla stellina turca Kenan Yildiz, fresco di conquista della prestigiosa numero 10.

Il consiglio a Yildiz: "Gli auguro tutto il meglio per il bene della Juve e del calcio. Sia un 10 come me, un creativo, uno di quelli che inventa. Si ispiri a Bellingham, a Messi, a Zidane, non posso dire a me perché non mi ha visto giocare, non era nato... E stia al centro". 

Su Thiago Motta come nuovo tecnico della Juventus: "Allora Motta è un intenditore di calcio. Lo conosco, era al Psg, bel giocatore, uomo intelligente. Dovunque è andato ha fatto bene. Giusto puntare su di lui. Gli piace un calcio offensivo e spettacolare. L’allenatore giusto per gestire questa transizione e far partire un ciclo vincente e giovane". 

Sulla Juventus che può competere per il titolo: "Calma, un bambino vuole vincere sempre, ma un po’ di alternanza fa bene al calcio. Lo so che quattro anni senza scudetto sono tanti, ma anche dopo di me è successo. Poi si torna a vincere. La Juve si è resa conto di non poter rivaleggiare con Real, City, Psg, non ha più i mezzi di arabi e altri proprietari, quindi deve creare un grande collettivo. Oggi i ds sono importanti come gli allenatori".

Su Rabiot e Khephren Thuram: "Al Nizza Thuram era elegante, gran fisico, buona tecnica e valori che gli ha tramandato papà Lilian. Rabiot è un bel giocatore, fisico e tecnico, era finito il suo ciclo. Per Pogba non so cosa dire, era l’immagine simpatica, gli volevano bene tutti, carismatico. Visto da lontano è un peccato e un grande dolore". 

Sul compito del centravanti della Juventus (in questo caso Vlahovic ndr.): "Il destino dei centravanti è uno, come succedeva a Trezeguet. Se segni sei un fenomeno, se non segni ti criticano". 

Su Conte e Fonseca: "Conte. Bravissimo. So che il Napoli ha cominciato male, ma lasciatelo lavorare. Fonseca? Era al Lilla, faceva un bel calcio, quello moderno, offensivo, come tutti gli allenatori oggi".

Sull'Inter: "Se vinci sei il più forte. L’Inter è una bella squadra. Però gli amici juventini mi dicono che hanno tanti debiti".

Sul nuovo format della Champions League: "Non mi piace. Quella bella era a 32 con i gruppi, ma Ceferin ha ceduto ai club". 

Meglio la Superlega? "No, ma un giorno, non so se tra cinque o venti anni, ci sarà. I club erano tutti d’accordo, ricorda? Torneranno d’accordo. E la Corte ha detto che il monopolio Uefa e Fifa è finito. Tutto è cominciato con la Bosman: non mi piace, ma ormai c’è".

Su Infantino: "Infantino aveva detto che mi avrebbe aspettato, 'quando Michel torna gli lascio il posto', poi la Fifa mi ha fatto causa penale. Sono stato fuori dal calcio, non potevo neanche fare da autista al presidente. Sa quello che ho passato ingiustamente?". 

Su Andrea Agnelli: "Forse si è comportato un po’ da tifoso. Ero contentissimo del ritorno della Famiglia alla Juve. John Elkann lo conosco poco: il futuro dipenderà dal suo amore per la Juve". 

Sulla chiamata della Juve: "No, mai"

Su Massimiliano Allegri: "Puntavo su Allegri? Sì, però temo non avesse i giocatori giusti".

Il particolare con Boniperti e la precisazione sulle parole di Boniek: "Ripenso a quando Boniperti ha convocato me e Zibì e gli abbiamo detto: 'Perché non ci lasciava dove stavamo, se dobbiamo giocare dove non sappiamo?'. Dal giorno dopo è cambiato tutto ed è nata la Juve. Sono d’accordo con Zibì: se avessimo vinto ad Atene con l’Amburgo ne avremmo prese tre di fila".

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