PODCAST | La stagione 2015/16 del Siviglia di Unai Emery
Bienvenidos a Sevilla. Un messaggio di benvenuto che potrebbe sembrare piuttosto comune accoglie ogni giorno migliaia di turisti che decidono di visitare la meravigliosa città spagnola e tutti i residenti che nostalgici tornano da un viaggio. A renderlo unico, non è neanche il colore rosso che domina le porte scorrevoli degli arrivi all'aeroporto, che separano ancora per qualche istante chi arriva, dai sorrisi di chi aspetta impaziente dall'altra parte.
Prima di imbattersi nei sorrisi d'amore però, è impossibile non essere travolti da un altro sorriso, quello trionfante di Ivan Rakitic che solleva il trofeo dell'Europa League. Al suo fianco la scritta Campeones, con un 7 che sostituisce la prima e ricorda a tutto il mondo che dietro quelle porte oltre ai sorrisi, ci sono i padroni della coppa.
Da Eindhoven a Budapest passando per Glasgow e Colonia. Nel mezzo un 3 su 3 dal 2014 al 2016 sotto la guida di Unai Emery che ha completamente cambiato lo status del club. Da sorpresa a realtà in una notte, quella del 18 maggio 2016 in cui anche il primo Liverpool di Jurgen Klopp, un pezzo di storia del calcio mondiale, fu costretto ad arrendersi alla squadra andalusa.
Prima della partita sembrava non esserci storia, perché la squadra di Emery aveva chiuso la stagione al 7º posto ne LaLiga, vincendo solo una gara delle ultime 9 disputate in campionato, mentre i Reds, che in Europa si erano resi protagonisti di una storica rimonta ad Anfield contro il Borussia Dortmund, in Premier League avevano perso solo una delle ultime 9 gare, lasciando presagire che l'arrivo di Klopp coincidesse con l'inizio di un ciclo vincente e che la finale di Basilea fosse il primo passo verso la gloria.
Il paradosso è che fino a quella notte, nessuno credeva fino in fondo alla storia d'amore tra il Siviglia e l'Europa League: il club di Monchi veniva percepito più come una bella favola che aveva avuto la fortuna di trovarsi al posto giusto al momento giusto, battendo Middlesbrough, Espanyol, Benfica e Dnipro (il secondo e il terzo trofeo arrivarono ai calci di rigore) e che il Liverpool fosse completamente un'altra storia.
La gloria del Siviglia iniziò quando Sturridge portò in vantaggio il Liverpool con un gran gol dopo 35 minuti, spianando apparentemente la strada verso il trionfo inglese, senza fare i conti con il Nunca Te Rindas che da sempre contraddistingue gli andalusi. Prima Gameiro e poi la doppietta di Coke, ribaltarono risultato e storia. 5 trofei in 10 stagioni, 3 dei quali consecutivi.
Nella notte di Basilea, il Siviglia diventa finalmente realtà. Fu la vittoria di Monchi, che si prese la responsabilità di diventare DS del club 16 anni prima, quando il club retrocesse in seconda divisione ed era sull'orlo del baratro. Fu la vittoria di Antonio Puerta, decisivo nella notte di Glasgow e volato in cielo una maledetta sera di fine agosto del 2007, proprio mentre vestiva la maglia dei suoi sogni. Fu la vittoria di Unai Emery, che si consacrò come allenatore di livello internazionale, ma soprattutto fu la vittoria di un popolo troppo spesso bistrattato, che trovò come spesso accade il proprio riscatto nel calcio e gridò forte il proprio nome in tutta Europa.
"Nadie la quiere como nosotros", dirà Monchi prima delle finali con Inter e Roma nel 2020 e nel 2023 in cui i trofei diventeranno magicamente 7.
Bienvenidos a Sevilla, se pensate che sia una favola, contate le coppe.
Il Siviglia di Unai Emery è la squadra protagonista del settimo episodio di Dream Builders, il podcast di 90min e Stadeo in collaborazione con Spina Group.
Appuntamento alle ore 11 sull'app di Stadeo.
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