Pogba, parla il personal trainer: "Dirà addio allo United. Può tornare alla Juventus"

Paul Pogba
Paul Pogba / Michael Regan/GettyImages
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Coach Meddy, personal trainer di Paul Pogba, ha svelato alcuni retroscena in vista della prossima stagione. Ecco le sue dichiarazioni ai microfoni de ilbianconero.com.

POGBA - "Credo sia giusto per lui guardare altrove, forse anche il Manchester vuole rinnovarsi e la cosa più sensata è separarsi. Arriverà il tempo per cambiare e provare nuove sfide , nuove emozioni, nuovi ambienti sia per Pogba che per il Manchester, per provare qualcosa di diverso e forse saranno felici entrambi. In questo momento penso che si sta divertendo, hanno un buona squadra, specialmente da quando Ronaldo ha deciso di ritornare. Il problema è che i risultati non arrivano.Un top player non spreca il suo tempo per competizioni minori, vuole essere motivato da competizioni più importanti. Se può tornare alla Juve? Al Real lo escluderei perché non c’è più Zidane, sarebbe andato solo in quel caso. Juve o Psg al momento, ma non si sa mai ciò che può succedere, vedremo".

ANELKA - "Sono felice di condividere il mio approccio/ metodo con il mondo dello sport e sto ancora lavorando con Nicolas. In questo momento siamo più tra Dubai e Parigi perché abbiamo del lavoro da fare con una società di consulenza di calcio (TV Channels) che lavora per le più grandi tv di calcio francesi. Uso molto anche Zoom per lavorare".

RAPPORTO CON I GIOCATORI - "Ho lavorato con alcuni giocatori del Chelsea e ultimamente molto con Moussa Marega che ha lasciato il Porto FC per entrare a far parte dell’Al-Hilal in Arabia Saudita uno dei piu grandi club in Asia e sono felice di lavorare con loro perché hanno vinto l’Asian Champions League, uno dei maggiori trofei. La mia relazione con Nicolas Anelkà è fortissima, è come un fratello per me. E differente con lui. Mi sento molto con Ribery, credo che si stia godendo la dolcevita italiana. Ho ottimi rapporti con Moussa Marega, veramente un bravo ragazzo con una bella storia e sono curioso di vederlo giocare in Italia, credo che ha il profilo per poter giocare e trovare spazio in italia, sono sicuro che potrebbe fare grandi cose".

ALLENAMENTI - "Il mio workout dipende da quello che gli atleti vogliono ottenere. Riguardo I giocatori, quello che richiedono di più è avere maggiore esplosività, velocità, mobilità, flessibilità. Ho aumentato l’uso di staminali per ridurre a lungo termine la produzione di acido lattico, combino questo tipo di workout con il mio metodo MMF (Mix Mascell and Football). Sostanzialmente si tratta di adattare il training che fanno combattenti professionisti, aggiustato per rispondere alle esigenze dei calciatori. Ovviamente faccio anche training riabilitativi per aiutare le persone a riprendersi dagli infortuni, come ho fatto per Moussa Marega prima della finale di Champions, quindi pratico anche riabilitazione da e post infortunio".

Houssem Aouar
Houssem Aouar / Eurasia Sport Images/GettyImages

AOUAR ALLA JUVE - "Tutti i giocatori vogliono giocare nei migliori club e la Juve è uno dei migliori club…noi la chiamiamo la Vecchia Signora perché è eterna, anche nelle stagioni non brillanti come questa. La Juve è la Juve nonostante i periodi bui. Penso che la maggior parte dei giocatori vorrebbe giocare nella Juve ma per attrarre talenti devi essere in Champions, senza e’ una bella differenza. Sono felice ora con l’arrivo di Vlahovic, c’e un cambiamento… Vogliamo che la Juve torni a vincere".

PJANIC - "Le squadre turche non possono permettersi di pagare grosse cifre per prendere grandi giocatori. Il Besiktas non può permettersi di pagare il riscatto al Barca quindi non credo che rimarrà in Turchia. Non è così facile la Champions turca, ci sono nuove squadre, nuove culture e anche nuovi continenti. Giocare in Turchia è sempre speciale, perché non è solo calcio, a volte non è razionale…anche se sei il miglior giocatore in Turchia, magari non giochi bene perché è un pò speciale e difficile giocare li.Mire si sente italiano, ha passato molto tempo in Italia quindi è certo che gli manca e Torino soprattutto, perché li ha fatto il top della sua storia e non può scordarsi di questo".


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