Pogba risulta positivo anche al controtest antidoping: cosa succede ora?
È positivo il controtest antidoping effettuato da Paul Pogba in seguito al ritrovamento di tracce di testosterone durante il controllo effettuato lo scorso agosto al termine di Udinese-Juventus. L'analisi sul Campione B ha dunque certificato che il francese ha assunto la sostanza proibita.
Pogba positivo al testosterone: cosa succede adesso?
Adesso Pogba dovrà andare a giudizio davanti al Tribunale Nazionale Antidoping, dove proverà a dimostrare che l'assunzione del testosterone non è stata intenzionale. Se dovesse riuscirci, la sanzione massima prevede una squalifica di due anni, esattamente la metà della pena che verrebbe comminata in caso di assunzione deliberata della sostanza.
Nell'immediato, i legali del Polpo hanno sette giorni di tempo per presentare le memorie difensive del loro assistito.
Come cambia il mercato della Juve con la squalifica di Pogba?
La Juventus ha immediatamente preso le distanze sostenendo di non aver mai detto a Pogba di assumere il testosterone, ma seguirà comunque lo svolgersi degli eventi da diretta interessata. Prima di prendere ogni tipo di decisione, la Vecchia Signora aspetterà le prime sentenze da parte dei giudici. L'ipotesi rinnovo è a questo punto da scartare a priori, mentre la soluzione più credibile porta alla rescissione dell'ex United, che percepisce 8 milioni di euro netti d'ingaggio.
Nei giorni immediatamente successivi alla prima positività, Cristiano Giuntoli ha dichiarato che la Juve non si sarebbe rivolta agli svincolati per sopperire all'assenza di Pogba, ma a gennaio la musica potrebbe cambiare dato che potrebbe arrivare un nuovo centrocampista di livello come Pierre-Emile Hojbjerg, 28enne danese del Tottenham.
I precedenti di doping in Serie A
Quello di Pogba è il primo caso di positività al testosterone, ma purtroppo in Serie A si sono verificati diversi altri casi di doping. L'illecito più frequente riguarda il nandrolone, sostanza assunta nei primi 2000 da Cristian Bucchi, Andrea Carnevale, Fernando Couto, Jaap Stam, Edgar Davids e Pep Guardiola, tutti squalificati per un periodo compreso tra i 4 mesi e 1 anno. Nel 2006 Marco Borriello viene trovato positivo a prednisone e prednisolone, metaboliti del cortisone, ma grazie al mea culpa dell'allora fidanzata Belen Rodriguez che si assunse tutte le colpe, la squalifica venne ridotta a soli 3 mesi. Undici anni più tardi Fabio Lucioni fu costretto a fermarsi per un anno per aver assunto il clostebol, uno steroide anabolizzante. Negli anni recenti è invece toccato a Joao Pedro (6 mesi di squalifica per aver preso un diuretico proibito) e José Palomino, il quale, dopo essere stato trovato positivo al nandrolone, venne poi assolto dall’accusa dal Tribunale Nazionale Antidoping e reintegrato.