In campo dopo la disfatta: i possibili appigli per dare senso a Turchia-Italia
Nonostante l'ampia ferita aperta dalla sconfitta contro la Macedonia del Nord sia lontana dal guarire, l'Italia di Roberto Mancini è chiamata in campo allo stadio Buyuksehir di Konya per affrontare l'altra sconfitta del raggruppamento: la Turchia.
La sfida di questa sera lascia pochi interrogativi sulla decisione di tenere un incontro tra due formazioni eliminate dal Mondiale, che scenderanno sul terreno di gioco prevalentemente per motivi di diritti tv e programmazione dell'evento; una scelta questa non molto condivisa quantomeno da una buona porzione di tifo azzurro, che la reputa "utile solo per ostacolare i club". Ma qualche spiraglio di luce potrebbe dare maggiore senso alla sfida.
In primo luogo, quella con la Turchia sarà la sfida del destino per Mancini. Il ct azzurro, per quanto il suo futuro in Nazionale possa esser stato garantito dal presidente Gravina, può sin dall'incontro di questa sera dimostrare di avere ancora molto da dare alla spedizione tricolore.
Una buona prestazione contro la formazione di Kuntz, nonostante possa far storcere il naso in virtù di un lavoro che poteva dare i suoi frutti già nel confronto (decisamente più importante della scorsa settimana), dimostrerebbe che il tecnico azzurro resta al momento la migliore opzione per guidare l'Italia verso Germania 2024 (i prossimi Europei) e l'obiettivo United 2026 - ovvero l'edizione dei Mondiali che si terrà tra Messico, Canada e Usa. Scacciare sin da subito gli scetticismi sulla guida tecnica può solo giovare ad un gruppo alla ricerca di una prima certezza a cui aggrapparsi per poter ripartire.
Non da sottovalutare è poi il fattore ranking FIFA. La sfida del Buyuksehir di Konya mette infatti in palio punti preziosi per la graduatoria delle nazionali, dove l'Italia subirà nei prossimi mesi un pesante colpo in virtù della futura assenza a Qatar 2022. Il confronto con la Turchia permette così agli azzurri, seppur in piccolissima parte, di limitare i danni della mancata qualificazione contro la Macedonia e di sperare nella conservazione almeno della top 10 all'inizio del 2023 - criterio comunque importante in fase di definizione di teste di serie e non per i prossimi percorsi che gli uomini di Mancini affronteranno.
Mancini e ranking a parte, ciò che potrebbe accattivare i tifosi italiani e spingerli ad accendere la tv per dare uno sguardo alla partita di questa sera (ore 20:45) è la possibilità di vedere finalmente un'Italia diversa dal 1'. Le tante assenze annunciate nel corso degli ultimi giorni (diversi sono stati i partenti) consegnano agli azzurri la chance di schierare dall'inizio un undici inedito, su cui poter costruire la Nazionale che verrà.
Non mancherà, inoltre, chi non avrà avuto nelle scorse settimane/mesi l’occasione di tornare a vestire la maglia della propria rappresentativa. La testa va ai vari De Sciglio, Acerbi e Biraghi, out contro la Macedonia anche quando c’era da inserire solamente forze fresche. La palla va poi ai vari Scamacca, Tonali, Raspadori, Zaniolo e perché no Cragno (decisamente più indietro nelle gerarchie rispetto a Donnarumma), i giovani pronti a segnare la notte di Konya con una prestazione da non dimenticare.
L’Italia dovrà, dunque, andare sin da subito alla ricerca di quel nuovo connubio tra esperienza e gioventù per dare freschezza e motivazione ad un ambiente ormai sfiduciato nonostante l'impresa della scorsa estate, partendo proprio dall’avversaria che nel mese di giugno 2021 diede il via alla cavalcata europea.
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