Prandelli dice addio alla Fiorentina: i quattro mesi del tecnico sulla panchina viola

Cesare Prandelli
Cesare Prandelli / Francesco Pecoraro/Getty Images
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"Mi sento vuoto dentro. Sono contento per la squadra, ma mi sento molto stanco. Commisso? Non l’ho sentito. Stiamo cercando di tamponare situazioni che accadono al di fuori, io cerco di fare il mio lavoro". Così parlava Cesare Prandelli esattamente dieci giorni fa, quando la Fiorentina si scacciava di dosso le critiche rilanciandosi nella corsa a una salvezza tranquilla. Ora, il compito di ridimensionare lo spogliatoio e riavvicinare i tifosi alla squadra spetterà a Giuseppe Iachini, di ritorno in viola dopo l'esonero dello scorso 9 novembre. Le dimissioni rassegnate da Prandelli pongono la parola fine a un percorso tanto romantico quanto ricco di complessità. La spensieratezza che ha spinto il mister di Orzinuovi a riabbracciare l'amore più grande di tutti, ha lasciato spazio alla desolazione. Quel senso di solitudine che pervade anche i più ottimisti, volenterosi di proseguire sui propri passi ma, al contempo, consapevoli di doverne compiere uno indietro e mollare.

Cesare Prandelli
Cesare Prandelli / Gabriele Maltinti/Getty Images

Prandelli è giunto al capolinea. Si è fatto da parte come uomo, svestendo gli abiti del professionista per un momento oppure per sempre. Si vedrà. Ciò che è certo è l'andamento di una Fiorentina che sotto la sua gestione ha toccato i limiti delle sue potenzialità. Prandelli ha semplicemente cercato di rimediare agli errori fatti un passato, senza pretese né garanzie future. Si è messo in gioco e ha fatto il massimo. La parentesi viola del mister si apre con lo scivolone all'esordio contro il Benevento e si chiude con l'immeritata sconfitta subita contro il Milan, secondo in classifica. Nel mezzo sono stati numerosi i passi falsi (6-0 col Napoli, ko a Udinese all'ultimo respiro e il rocambolesco pareggio contro il Parma). Tante le soddisfazioni, su tutte il 3-0 rifilato alla Juventus tra le mura dell'Allianz Stadium. Le statistiche dicono 21 punti in altrettante partite, con la perfetta media di un punto a partita. Andamento lento e rischioso, comunque in linea con le ambizioni poco chiare di un club che non ha fallito ora, ma mesi e mesi fa. Andamento da salvezza per la Fiorentina, da retrocessione per Prandelli. Anche se, in questo caso, si tratta solamente di una vittoria morale.


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