Pro e contro dell'arrivo di Brian Rodriguez alla Fiorentina
Un mercato invernale fatto di paradossi, quello che sta vivendo la Fiorentina: la consapevolezza di dover vivere una carenza sugli esterni, in attacco, non è stata seguita da interventi tempestivi in risposta alle esigenze di Italiano e gli acquisti (perlomeno uno) arriveranno proprio quando l'emergenza sarà numericamente rientrata. Riccardo Sottil è già tornato a disposizione di Italiano, Nico Gonzalez lo farà a breve e (al netto di Kouamé in Coppa d'Africa) il problema quantitativo sembra scemare. Rimane però sullo sfondo un problema qualitativo, legato in parte alle caratteristiche dei calciatori a disposizione ma - ancor di più - a prestazioni deludenti come quelle offerte nelle ultime uscite da Josip Brekalo e Jonathan Ikoné.
Due situazioni spesso accomunate, nel racconto di tifosi e addetti ai lavori, ma impossibili da sovrapporre in toto: il croato non ha mai brillato in viola, ha raccolto un minutaggio ridotto e non ha mai trovato continuità, restando a tutti gli effetti un corpo estraneo. Ikoné, al contrario, di spazio ne ha trovato (nei suoi due anni in viola) ma ha mostrato e mostra quelle caratteristiche ambivalenti che lo hanno sempre seguito: spesso efficace nel saltare l'uomo, nel suo lavoro da esterno destro a piede invertito, quanto innocuo in area, anche nelle situazioni più favorevoli (che talvolta lui stesso riesce a crearsi).
Traducendola sul mercato potremmo ricavarne che una cessione di Brekalo appare logica sia per un discorso tecnico che di motivazioni, con la Dinamo Zagabria che lo attrae, e che - d'altro canto - un addio di Ikoné andrebbe letto più come timbro sull'idillio ormai tramontato definitivamente con la piazza, pronta a farne spesso un capro espiatorio. Tornando a un discorso meramente numerico è evidente che la partenza di un esterno, Brekalo nello specifico, debba accompagnarsi a un movimento in entrata e - a tal proposito - l'uruguaiano Brian Rodriguez del Club America appare il profilo più vicino a vestirsi di viola. Si pone dunque il dubbio sull'opportunità o meno di un simile acquisto, sia in senso assoluto che in correlazione al momento dei viola (e alle scelte a disposizione di Italiano).
I pro dell'acquisto di Rodriguez
Sappiamo quanto il tecnico viola abbia un debole per gli esterni a piede invertito, Nico Gonzalez e Ikoné lo dimostrano, partendo da destra per accentarsi sul sinistro (con esiti diversi a livello realizzativo). Al contempo non sono mancate occasioni, dall'arrivo in panchina di Italiano, in cui l'esterno offensivo si sia trovato ad agire dal lato del proprio piede forte, mescolando le carte o trovando soluzioni diverse a partita in corso. Il tecnico ha sempre rivendicato il peso di una batteria di esterni multiforme, dotata di elementi che tendono ad accentrarsi ma anche di altri più dediti al cross o di "registi larghi" (con Saponara come emblema).
Il probabile arrivo di Rodriguez, in questo senso, risponde discretamente alle esigenze dell'allenatore, anche più efficacemente rispetto a un Brekalo utilizzabile solo come esterno sinistro. Rodriguez parte perlopiù da sinistra, a piede invertito, ricalcando un po' il lavoro di Sottil (e per certi versi ricordandolo per caratteristiche) ma in carriera - anche se non di recente - ha dimostrato di poter agire anche dalla parte opposta o persino come seconda punta, uno scenario intrigante e che offre più soluzioni potenziali a Italiano.
Per caratteristiche, dunque, sostituire Brekalo con Rodriguez può avere una sua logica, senza creare dunque un vuoto (o una sovrabbondanza) su una fascia o sull'altra (come sarebbe accaduto ad esempio con Ngonge). Da sottolineare poi il fatto che Rodriguez sappia andare al tiro anche col sinistro e abbia segnato in carriera diversi gol anche col mancino, aggiungendo imprevedibilità al proprio repertorio. La giovane età del giocatore (classe 2000) rappresenta, infine, un ulteriore motivo di fiducia, anche considerandolo come investimento a fronte di una cifra non particolarmente esosa per averlo: difficilmente i viola saranno penalizzati finanziariamente da un simile colpo.
I contro dell'acquisto di Rodriguez
Non mancano però possibili note dolenti, quelle che del resto stanno causando perplessità e mugugni tra i tifosi: la prima riguarda chiaramente la provenienza del calciatore da un contesto lontano dal calcio italiano, il campionato messicano, e la sua esperienza più che mai ridotta in ambito europeo (appena 16 presenze nella seconda divisione spagnola, con l'Almeria). Un problema innanzitutto per Italiano che, di fatto, si troverà a gestire l'inserimento di un calciatore del tutto estraneo al contesto della Serie A e a guidarne l'ambientamento nei meccanismi offensivi gigliati.
In tal senso gli stessi Ikoné e Brekalo, tanto contestati attualmente, offrivano garanzie maggiori già dal loro arrivo: il primo arrivava comunque da tanti anni ad alto livello in Ligue 1, il secondo si era messo positivamente in mostra col Torino. C'è poi il nodo della condizione fisica, considerando come Rodriguez sia tornato recentemente in campo (per una manciata di minuti) dopo un infortunio al ginocchio rimediato a fine ottobre, con tanto di operazione. Si tratta dunque da un calciatore da dosare, per un discorso fisico, e da "educare" al nuovo contesto tattico.
Accanto a tali aspetti potremmo anche citarne uno connesso alle caratteristiche del calciatore o comunque a una carenza, che rimane, tra gli esterni a disposizione dei viola: l'assenza di un elemento creativo e dotato di visione di gioco, un fantasista utilizzabile esternamente come accadeva con Saponara fino alla scorsa stagione. Tra Sottil, Kouamé, Rodriguez e Ikoné troviamo corsa e dribbling ma non possiamo individuare quelle doti che, in passato, hanno saputo dare una grande mano ai viola e che - anche sul mercato - andrebbero ricercate (un profilo come quello di Stengs del Feyenoord, in quel senso, poteva intrigare maggiormente).