Pro e contro dell'arrivo di De Rossi alla guida della Roma
Sono pochi i nomi che verrebbero accettati a Roma senza nemmeno analizzare. C'è quello di Claudio Ranieri, impegnato sulla panchina del Cagliari, quello di Francesco Totti, che però non ha scelto il percorso da allenatore e infine quello di Daniele De Rossi. E questo non perché la parte giallorossa della Capitale sia una piazza difficile, con tutte le conseguenze argomentative che porta una frase del genere, ma perché nei momenti di difficoltà le leggende del club sono quelle che, in qualsiasi piazza, tranquilLizzano l'ambiente.
L'esonero di José Mourinho è ufficiale da qualche ora. È la novità della mattinata del 16 gennaio con cui i tifosi giallorossi hanno dovuto fare i conti appena svegli o mentre erano al lavoro. Un'ipotesi vociferata, che sembrava però improbabile per tanti motivi e, in caso, comunque posticipata al mancato rinnovo il prossimo giugno.
I Friedkin hanno invece optato per una soluzione drastica, concludendo la nota ufficiale del comunicato d'addio a Mourinho con Ulteriori aggiornamenti riguardo la nuova guida tecnica della Prima Squadra saranno comunicati a breve. Breve quanto? Gli esperti di calciomercato convergono su un nome soltanto in queste calde ore: Daniele De Rossi.
Qualche Pro
La situazione è difficile e non permette di disegnare scenari troppo positivi, ma quali sono i Pro principali dell'arrivo in panchina di Daniele De Rossi al posto di un altro candidato? Sicuramente la conoscenza dell'ambiente e di gran parte della rosa. Sono trascorsi 5 anni dalla sua ultima presenza con la maglia della Roma, 4 dal ritiro (a gennaio 2020) con il Boca Juniors.
Ha giocato a lungo con El Shaarawy, Paredes e Pellegrini, un po' meno con Cristante e Karsdorp. Ha probabilmente il rispetto e la stima dei leader dello spogliatoio giallorosso e sicuramente un affetto dai tifosi che non può essere scalfito da nessun periodo negativo in panchina. Gode di uno status che spetta a pochissimi nella Capitale e di una sicura sospensione del giudizio (almeno fino a giugno) dovuta a molti fattori.
Infine un'idea di calcio diversa. Se vogliamo limitare i Pro a 3 (che di solito è indicato come numero perfetto) quello di cambiare stile di gioco è forse uno degli aspetti che la maggior parte dei tifosi chiedeva a José Mourinho. Il provarci con il portoghese (questo era indiscutibile), ma attraverso un'altra via, sperimentando soluzioni nuove per provare a diventare una squadra diversa. Più sfrontata, meno attendista, con la necessità di rischiare in avanti per recuperare una situazione di classifica complicata. Potrebbe essere De Rossi, rispetto a un altro candidato, a colorare Roma di nuove idee?
Qualche Contro
La poca esperienza è nota a tutti e spesso impedisce a un allenatore di gestire situazioni nuove in ambienti nei quali ci si aspetta che gli stessi arrivino già pronti. Le opposizioni a questi contro sono gli esempi estremamente positivi di chi ha sconfitto la prassi con risultati sportivi eccellenti, ma si tratta di pochi casi isolati.
L'altro contro principale riguarda forse l'immaginario collettivo. A Roma, che Daniele De Rossi prima o poi sarebbe diventato l'allenatore del club, è una diceria che circola dal giorno del suo addio. Ipotesi tornata attuale dopo la fine del rapporto giallorosso con Fonseca (prima di Mourinho) e ancora nei momenti di crisi del portoghese o quando si intensificavano le voci sul possibile addio dopo la Finale di Budapest.
Della serie prima o poi succederà e, i vent'anni trascorsi alla Roma da De Rossi, il suo stile e le scelte post carriera fanno tendere anche noi verso questa ipotesi. La domanda è un'altra: è questo il momento giusto? Probabilmente no, esistono senza dubbio situazioni migliori in cui approcciare una nuova sfida e per il club giallorosso, se parliamo di obiettivi stagionali da salvare, forse potrebbe servire maggiormente un allenatore che ha già gestito determinate situazioni. Alcune volte però la scelta migliore non è quella più giusta.