Qual è il peccato originale di Lorenzo Pellegrini?

Il capitano della Roma ha toccato tanti temi nella conferenza stampa prepartita e nell'intervista rilasciata a Sky.
AS Roma v Udinese - Serie A
AS Roma v Udinese - Serie A / Silvia Lore/GettyImages
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Un momento di verità, sfoghi e chiarimenti. La Roma prosegue il suo percorso di rinascita in Svezia, sbarcando a Boras, dove affronterà l'Elfsborg per la seconda giornata di Europa League. La prima tappa in trasferta del nuovo ciclo aperto da Ivan Juric, una delle tante occasioni per chiarire alle avversarie europee la propria dimensione e per aumentare la sequenza di risultati utili in grado di guarire le ferite degli ultimi mesi.

Come spesso accaduto da quando indossa la fascia da capitano della Roma è Lorenzo Pellegrini a metterci la faccia. A raccogliere le dure critiche ricevute, a smentire le voci di corridoio, a digerire i fischi della sua gente e a parlare apertamente delle tante vicissutiden che hanno visto la sua squadra protagonista nelle ultime settimane. Proviamo a dare un contesto a tutti i temi toccati dal capitano giallorosso tra l'intervista a Sky e la conferenza stampa prepartita di Elfsborg-Roma.

Pellegrini e De Rossi

Un passaggio importante, atteso per il legame che ha unito in campo Daniele De Rossi e Lorenzo Pellegrini, riuniti in vesti diverse da gennaio scorso. Un ringraziamento che si aggiunge a quelli pubblicati sui social nel giorno dell'esonero del tecnico giallorosso.

"Prima di tutto partirei ringraziando Daniele per tutto quello che ci ha trasmesso. Ovviamente è stato difficile perché la squadra sentiva che lui ci dava tanto a livello umano e in campo. Lui e il suo staff sono eccezionali umanamente e professionalmente, raggiungeranno tutti gli obiettivi che vorranno raggiungere. E' stato difficile inizialmente. Non ce lo aspettavamo, il gruppo non sentiva il bisogno di cambiare. Ovviamente non eravamo contenti dei risultati, questo è abbastanza scontato. C'era una serenità in cui si lavorava molto bene, per cui i risultati sarebbero arrivati, di questo eravamo sicuri".

Pellegrini a SkySport

FBL-EUR-C1-ROMA-QARABAG
FBL-EUR-C1-ROMA-QARABAG / FILIPPO MONTEFORTE/GettyImages

29 partite sotto la guida di Daniele De Rossi condite da 7 gol e 3 assist in poco più di 2000 minuti, 37 volte insieme in campo nello stesso momento quando la leggenda giallorossa indossava ancora gli scarpini. Una crescita alle sue spalle e l'esplosione più o meno coincidente con il suo addio al calcio.

Pellegrini e Juric

Al passato non si può però guardare con nostalgia restando fermi sulle proprie posizioni. E soprattutto la professionalità e l'amore verso la propria squadra sono troppo imponenti per dimenticare l'obiettivo comune (condiviso tra Pellegrini, tifosi giallorossi e ora Ivan Juric).

"Il gruppo comunque ha reagito bene. Alla fine ci sono dei momenti in cui vai avanti perché indossi una maglia e uno stemma sul petto che è più importante di qualsiasi cosa. Juric sotto questo aspetto è stato eccezionale, ha capito perfettamente il momento di tristezza del gruppo dovuto a un cambio che non era voluto da noi, penso che questo sia chiaro. Le cose sono cambiate, ma noi siamo con il mister, lavoriamo forte cercando di prendere tutto quello che vuole darci per mettere in pratica al 100% il suo modo di giocare per vincere le partite".

Pellegrini a SkySport

Ivan Juric, Lorenzo Pellegrini
AS Roma v Udinese - Serie A / Silvia Lore/GettyImages

Dal punto di vista umano, più che da quello della svolta tattica, Ivan Juric si è rivelato un allenatore esperto tramutando la citata tristezza in rabbia agonistica e convogliando verso il suo disegno il momento della squadra. Il fatto che il gruppo fosse al fianco di Daniele De Rossi non esclude, come vociferato da più parti, che possa essere anche vicino al nuovo tecnico.

Pellegrini tra fascia e critiche

Poi il tema più caldo, toccato sia in conferenza stampa che nell'intervista rilasciata a Sky. La fascia da capitano della Roma come onore ed onere, come un ruolo dal quale è impossibile separarsi chiusa la giornata lavorativa. Un qualcosa ti accompagna nella costruzione professionale, nella definizione di calciatore giallorosso, cambiata ovviamente dagli ultimi 20 anni dei suoi predecessori.

La fascia di capitano è importante quando non te la metti solo la domenica, ma tutti i giorni. Come? Cercando di far andare bene le cose, cercando di aiutare i tuoi compagni nelle difficoltà. E io non smetterò mai di farlo per la Roma, cercando di aiutare i miei compagni il più che posso. La fascia non è solo un gesto simbolico che si indossa la domenica, ma è qualcosa che tu hai dentro. E io questo gruppo lo sento mio, come spero che avvenga per ogni mio compagno. E in questo momento abbastanza complicato, si è dimostrato un gruppo vero, e io ne sono orgoglioso

AS Roma v Feyenoord - UEFA Europa Conference League Final 2021/22
AS Roma v Feyenoord - UEFA Europa Conference League Final 2021/22 / Silvia Lore/GettyImages

Quel plus che i capitani dovrebbero avere dentro riguarda principalmente il ruolo di leader che caratterizza chi indossa la fascia più o meno in ogni realtà. Nella Capitale però la fascia a un calciatore forte che rappresenti la Roma come tifoso è ciò che nel XXI secolo Francesco Totti e Daniele De Rossi hanno portato alla massima espressione, aggiungendo involontariamente un peso maggiore al ruolo questione. Rendendole quel fardello che tutti i tifosi giallorossi sognano fin da piccoli e che da diversi anni cade, a mio parere in maniera impeccabile, sul braccio di Lorenzo Pellegrini. Un giudizio che esula dalle prestazioni in campo, a volte eccellenti, a volte buone e a volte meno buone (è la realta di chiunque), ma che si riferisce principalmente al modo di rappresentare il club dentro e fuori, nelle interviste più banali e nei momenti topici.

"Non te lo so dire. So cosa vuol dire essere il capitano dopo due grandi come Totti e De Rossi, più che una responsabilità è un onore, ma anche un onere, quindi so che io sono il primo indiziato quando le cose non vanno bene, ed è giusto così. Come succede in una famiglia: quando le cose non vanno bene i genitori devono assumersi le proprie responsabilità. Io non farò mai pagliacciate, ormai avete capito come sono fatto, mi sono preso le mie responsabilità e sono sempre stato il primo a metterci la faccia. Per un giocatore è giusto essere criticato se le prestazioni non sono all'altezza delle aspettative, cerco di essere il più obiettivo possibile, anche quando si parla di me stesso. Quello che non accetto è vedere il mio nome accostato a fatti che io non farei mai, non solo come giocatore, ma anche come uomo. Questo non lo posso accettare".

Pellegrini a SkySport

Pellegrini e le voci sugli esoneri

È ciò a cui allude l'intervistore, che nella domanda seguente offre al capitano giallorosso l'occasione di chiarire i chiacchiericci sugli esoneri di Mourinho e De Rossi. Pellegrini smentisce in maniera categorica voci e tesi che si alimentano sfociando in incendi estivi incontrollabili, le cui dimensioni hanno la conseguenza di far dimenticare i punti fermi.

"Sì, a me piace prendermi le responsabilità che io mi devo prendere, non mi piace prendermi le responsabilità per cui non c'entro niente, mi sembra incoerente. Quindi non ci tengo a farlo. Capisco tutto per quanto riguarda la prestazione e il giocatore, ma all'interno tutti sanno quanto io tenga a questa maglia, a questa società, a questa città a e ai miei tifosi. Io do sempre tutto me stesso e continuerò sempre a farlo. Questa maglia non è una maglia qualsiasi, ha un valore speciale. Non mi piace essere accostato a cose che prima di tutto l'uomo non farebbe mai, e poi anche il professionista".

Pellegrini a SkySport

Lorenzo Pellegrini, José Mourinho
AS Roma v Udinese Calcio - Serie A / Silvia Lore/GettyImages

Lorenzo Pellegrini era al centro del progetto giallorosso con José Mourinho e al centro del progetto giallorosso con Daniele De Rossi (e lo è anche con Juric). Pensare che il capitano della Roma, incensato a più riprese nelle interviste di entrambi, abbia scelto di mettersi di traverso causandone l'esonero è una tesi che non dovrebbe trovare fondamento da nessuna parte. Il fuoco della notizia a volte fa perdere il senso dell'orientamento e dimenticare che Lorenzo Pellegrini con il tecnico portoghese è diventato il primo capitano giallorosso ad alzare un trofeo europeo e che con l'ex compagno ha convissuto diverse stagioni da calciatore, prima di offrire forse la sua miglior versione tra gennaio e aprile scorso. E sono solo due delle tante risposte che potrebbero essere fornite a chi sostiene la tesi di cui sopra.

Quale sarebbe il peccato originale?

Parla bene anche della ricostruzione del rapporto con i tifosi, nonostante sia colpevole soltanto di aver attraversato periodi negativi (capita a chiunque). Probabilmente quella colpa, quel peccato originale che critici e moderati cercano nel capitano giallorosso non esiste davvero, è più una costruzione mediatica e popolare che non trova giustificazioni nei comportamenti dentro e fuori dal campo.

I fischi, giunti spesso al suo indirizzo, potrebbero riguardare la figura di trascinatore che Lorenzo Pellegrini ha mostrato di poter essere e che, per tantissimi altri fattori incontrollabili che incidono sul mondo del calcio, non è riuscito a portare in campo in tutte le partite. Una situazione standard esagerata dal rapporto speciale che lo lega alla Roma, di un'intensità troppo superiore alla norma sia nel bene che nel male, che però, come accaduto riguardo alle voci sugli esoneri, rischia di scadere in falsità inventate per causare danno al calciatore.

Lorenzo Pellegrini
AS Roma v SS Lazio - Serie A / Silvia Lore/GettyImages

Le aspre critiche a Lorenzo Pellegrini possono forse dividersi di due tipologie che si intrecciano tra loro. Quelle di chi lo vede come capitano colpevole di rappresentare una squadra che non si è dimostrata all'altezza in questo avvio di stagione e quelle di chi si aspetta da lui, individualmente, un livello più alto e costante. Se entrambe possono considerarsi in qualche modo sane (la dottrina dei fischi allo stadio è una prassi ormai irreversibile nel calcio), quelle riguardanti voci extracampo sono del tutto fuori luogo e il capitano giallorosso fa bene a non accettarle.