Quali erano i colori sociali originali delle squadre della Serie A 2024/25?

I colori che associamo alle squadre, anche alle più importanti, sono spesso frutto di cambiamenti avvenuti nel corso dei decenni.
Riva e Perani
Riva e Perani / Alessandro Sabattini/GettyImages
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Nell'idea comune e più consueta il binomio costituito da una squadra di calcio e della sua maglia, dai suoi colori, rappresenta un legame saldo e inscindibile. Una questione di DNA, tale da scatenare insurrezioni e critiche quando lo sponsor tecnico di turno osa alterare le combinazioni tradizionali, osa intervenire sui colori.

Il legame tra il mondo del tifo e i colori sociali della squadra del cuore, del resto, riesce persino a superare i momenti storici più o meno felici di un dato club, riesce ad elevarsi anche rispetto alla devozione riservata ai campioni che - nel corso dei decenni - quella stessa maglia l'hanno indossata.

Esiste però, scavando in un passato spesso remoto, il ricordo di uno stato diverso delle cose. Quel che tutti conosciamo e diamo per scontato era differente, anche radicalmente: non mancano casi in cui i colori sociali a cui siamo tutti abituati erano in principio altri, per poi trasformarsi in corso d'opera per le più varie, spesso curiose, motivazioni. Vediamo dunque quali erano i colori sociali originali delle squadre della Serie A 2024/25.

1. Atalanta

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Atalanta / MIGUEL MEDINA/GettyImages

Una delle principali ragioni per cui i colori storici di un club lasciano spazio a soluzioni diverse è quella di una fusione tra più società, questo del resto è quanto accaduto anche a Bergamo nel 1919.

L'Atalanta, fondata nel 1907 e ispirata all'eroina della mitologia arcadica, aveva maglie bianconere mentre la Bergamasca aveva maglie bianche e blu. Il nerazzurro è dunque frutto della fusione dei due club e dei rispettivi colori sociali, divenuti poi l'emblema dell'Atalanta Bergamasca Calcio.

2. Bologna

Il Bologna
Il Bologna / Alessandro Sabattini/GettyImages

A differenza del caso citato in precedenza, quello dell'Atalanta, i colori del Bologna sono sempre stati quelli attuali: il club felsineo è rossoblù fin dalla propria fondazione, nel 1909, a causa della divisa sociale del collegio presso cui aveva studiato uno dei fondatori e giocatore della squadra ai suoi albori, nello specifico Arrigo Gradi (Collegio Wiget a Rorschach).

Gradi presento ai compagni le divise rossoblù come campione di base, per le prime partite giocate, e queste rimasero il marchio di fabbrica della squadra di Bologna. Un solo cambiamento: le maglie portate da Gradi erano a quarti e non a strisce (lo divennero già dal 1910).

3. Cagliari

Claudio Olinto de Cervalho Nenè, Enrico Albertosi, Angelo Domenghini, Giuseppe Tomasini, Comunardo Niccolai, Luigi Riva, Pierluigi Cera, Sergio Gori, Erlardo Mancin, Mario Martiradonna, Ricciotti Greatti
Cagliari / Alessandro Sabattini/GettyImages

Non mancano curiosità e modifiche anche nella storia del rossoblù che tutti associamo al Cagliari, squadra reduce dalla salvezza targata Ranieri. Inizialmente la formazione sarda era bianca, aspetto che si lega anche a un aneddoto decisamente curioso: il fondatore del club era un medico e, nel 1920 in occasione degli esordi, vennero riadattati dei camici e usati come maglie.

L'Unione Sarda, nel 1921, raccontava già di maglie rossoblù ma non sono mancate soluzioni diverse: dal 1925 al '28 gli isolani vestirono infatti di nerazzurro, prima di passare poi definitivamente al rossoblù dal 1928/29.

4. Como

Vedin Music of Como celebrates after scoring
Como / Getty Images/GettyImages

Il Como è riuscito a coronare il sogno del ritorno in Serie A, concretizzando le grandi ambizioni della nuova proprietà. Lo spazio dell'azzurro, nella storia del club, si è reso via via più centrale: gli inizi vedevano il bianco più presente sulla maglia, una presenza via via confinata ai dettagli.

Gli anni '70 e '80 hanno regalato maglie particolarmente iconiche nella storia del club, con Mita come main sponsor: la soluzione tono su tono e il gessato sono stati ripresi anche di recente. Negli anni '20 e '30, in seguito alle fusioni con Esperia e Ardita, si tentarono esperimenti in granata e verde, senza che avessero un seguito.

5. Empoli

Empoli FC v Frosinone Calcio - Serie B
Empoli / Giuseppe Bellini/GettyImages

La storia dell'Empoli è quasi da sempre legata all'azzurro che tuttora ne caratterizza la maglia, quasi appunto: nella prima stagione dalla sua fondazione, infatti, il club toscano indossò una maglia rossa con pantaloncini neri e calzettoni rossi.

Il rosso, peraltro, è tornato sulle divise dell'Empoli a più riprese pensando alle terze maglie che si sono avvicendate anche in tempi piuttosto recenti (comunque dal 2000 in poi).

6. Fiorentina

Valero Iglesias Borja
Fiorentina in biancorosso nel 2012 / Gabriele Maltinti/GettyImages

La storia della maglia della Fiorentina e del suo passaggio dal biancorosso delle origini al viola è una delle più note, arricchita com'è di note folkloristiche persino fantasiose (come quelle legate alla lavandaia che sbagliò un lavaggio delle divise).

Dal 1926 al 1929 la maglia del club toscano era appunto bianca e rossa, unendo i colori del Centro Sportivo Firenze e della Palestra Toscana Libertas, mentre successivamente il presidente Ridolfi individuò nel viola il colore giusto per la Fiorentina: il fondatore del club rimase colpito dalle maglie dell'Ujpest, club ungherese che veste appunto di viola.

Accanto al gradimento di Ridolfi per le maglie dell'Ujpest esistono legami più profondi e meno prosaici raccontati da Montanelli, col viola connesso alla storia di Firenze grazie agli alchimisti che ottennero quel particolare colore già nel '300.

7. Genoa

Gianluca Signorini
Signorini / Alessandro Sabattini/GettyImages

Così come intriga la storia della divisa blucerchiata, dei rivali sampdoriani, è indubbio che anche il Genoa, squadra di grande tradizione, eserciti un fascino tutto particolare che - tra l'altro - anche nei colori si lega alle radici britanniche.

Prima del passaggio al rosso e al blu il Genoa vestiva di bianco, con calzettoni e calzoncini neri, passando successivamente al bianco e al blu e (dal 1901) all'attuale combinazione. Di fatto i colori scelti rappresentano un chiaro riferimento alla bandiera britannica con cui i soci (5 contro 4, gli sconfitti auspicavano il bianco e il blu) resero omaggio alla Regina Vittoria nell'anno della sua morte.

8. Hellas Verona

Francesco Guidolin
Guidolin col Verona / Alessandro Sabattini/GettyImages

Il giallo e il blu ispirati al simbolo della città di Verona caratterizzarono l'Hellas fin dagli albori, dal 1903 e dalla fondazione ispirata dal professor Corubolo e dal conte Fratta Pasini.

In questo caso si sottolinea come il blu utilizzato sia stato alternativamente più chiaro o più scuro, così come il giallo è stato più o meno presente nel corso degli anni, alternando strisce, bande, maglie bicolori o altre soluzioni nel corso dei decenni.

9. Inter

Franco Causio
Causio / Alessandro Sabattini/GettyImages

Il nero e il blu fanno parte della storia dell'Inter fin dagli albori, fin dalla fondazione nel 1908 presso il ristorante Orologio: romanticamente si legano i colori sociali del club alla notte, al cielo notturno sopra Milano negli attimi che videro nascere il club (per mano di dissidenti del Milan).

Tra questi figurava il futurista Muggioni che, dal canto proprio, individuò nel nerazzurro il contrasto ideale rispetto al rossonero che caratterizzava il Milan, da cui la neonata società stava prendendo le distanze.

10. Juventus

Fabrizio Pasqua, Paulo Dybala, Leonardo Bonucci
La Juve in rosa / Nicolò Campo/GettyImages

La storia della maglia della Juventus è ricca di curiosità e di aspetti sicuramente peculiari: innanzitutto i colori sociali degli inizi non erano il bianco ed il nero ma il rosa ed il nero, sulla scia dei colori sociali del liceo classico Massimo D'Azeglio.

Su spunto di John Savage, primo calciatore straniero della Juve, nel 1903 il club passò al bianconero del Notts County ma, ulteriore curiosità, l'idea iniziale del calciatore era quella di puntare sulle maglie del Nottingham Forrest (rosse con dettagli bianchi) anziché su quelle del club rivale, inviate a Torino in tutta fretta pur di fornire il materiale alla squadra.

11. Lazio

A flag of SS Lazio is seen prior to the pre-season friendly...
SS Lazio / Nicolò Campo/GettyImages

L'accostamento cromatico tra bianco e celeste fa parte delle intenzioni dei fondatori e trovò espressione già in quanto affermato da Luigi Bigiarelli nel gennaio del 1900: "I colori saranno quelli della bandiera greca".

La forma cambiò spesso, passando dalla maglia bianca con la scritta "Lazio" in celeste alla tenuta a quarti bianchi e celesti, fino ad arrivare alla maglia interamente celeste che tutti conosciamo: tante soluzioni insomma, riproposte peraltro anche in tempi recenti, ma gli stessi colori fin dall'inizio.

12. Lecce

Ernesto Chevanton
Chevanton / Alessandro Sabattini/GettyImages

Il giallorosso che contraddistingue il Lecce è quasi da sempre correlato al club salentino, fatta eccezione per un paio di anni dopo la fondazione della società: nelle prime battute, infatti, i colori sociali furono il bianco e il nero.

Il giallo e il rosso vennero poi adottati dal 1929, in continuità con lo stemma della Provincia. Nel corso della storia le strisce non sono state l'unica soluzione adottata dal club: negli anni '70 e 80' non sono mancate maglie a tinta unita (sia rosse che gialle).

13. Milan

Milan
Il Milan / Alessandro Sabattini/GettyImages

In pochi casi come in quello rossonero i propositi degli inizi si sono poi riflessi su quella che, effettivamente, è stata ed è rimasta la maglia del club: il fondatore Herbert Kiplin professava l'intenzione di creare una squadra "di diavoli, rossi come il fuoco e neri come la paura", un intento rispettato poi pedissequamente e senza eccezioni.

In questo caso, più unico che raro come abbiamo già avuto modo di vedere, non hanno avuto luogo stravolgimenti cromatici in corso d'opera: rossoneri erano alle origini e rossoneri rimangono tutt'ora.

14. Monza

Dany Mota Carvalho
Il Monza in celeste / Pier Marco Tacca/GettyImages

Le prime apparizioni del Monza dopo la fondazione del 1912 videro la squadra lombarda scendere in campo in celeste, come racconta il sito ufficiale del club, "grazie alla partita di tessuto messa a disposizione da un mercante di telerie di Via Porta Lodi".

Il passaggio agli attuali colori, al bianco e al rosso, risale invece al 1928/29. Il celeste è tornato anche in tempi più recenti grazie alla terza maglia 2022/23, dedicata appunto ai colori degli albori della società brianzola in forma di omaggio al passato del club.

15. Napoli

SSC Napoli
Il Napoli / Alessandro Sabattini/GettyImages

L'azzurro è nella storia del Napoli fin dal 1926, anno della sua fondazione, mantenendo un discorso di continuità con Unione Sportiva Internazionale Napoli e col Naples Football & Cricket Club, club più importanti della città. La prima società era azzurra in onore dei Borbone e degli Angioini, il Naples aveva invece una maglia a strisce verticali celesti e azzurre più scure, come a rappresentare il mare e il cielo del capoluogo campano.

L'azzurro tutt'ora presente sulle maglie rappresentò dunque lo sbocco più naturale, a livello cromatico, senza causare stravolgimenti rispetto alle due società che precedevano la nascita del club che conosciamo come SSC Napoli.

16. Parma

Thomas Brolin
Parma / Alessandro Sabattini/GettyImages

Storia per niente banale quella legata alle maglie del Parma, un tragitto costellato di cambiamenti più o meno discussi (e riusciti) e di divise divenute poi iconiche e di culto. La prima maglia del Parma era gialla e blu a scacchi, una soluzione che durò però per breve tempo lasciando spazio già negli anni '20 alla classica maglia bianca con croce nera.

Un classico rimasto invariato fino agli anni '80, quando per ragioni di sponsor si passò al bianco con dettagli gialloblù. La nuova rivoluzione ebbe poi luogo alla fine degli anni '90, con l'esperimento (fortunato, anche per le sorti sportive del club) delle strisce orizzontali gialloblù.

17. Roma

Zbigniew Boniek of Roma
Boniek in azione con la Roma / Getty Images/GettyImages

Nel caso della Roma, fin dalla fondazione del club capitolino nel 1927, è cruciale l'identificazione tra il club e lo stemma stesso della città, coi colori giallo e rosso a farla da padrona (rosso porpora dello sfondo e giallo oro, nello specifico).

Un'identità tra divisa e stemma rimasta sempre invariata, al di là di qualche soluzione più sperimentale come la famosa maglia "ghiacciolo" e delle variazioni relative ai calzoncini che si sono susseguite nei decenni.

Nella stagione 2022/23 la Roma ha realizzato (ma solo per i tifosi, non come kit da gara) una maglia verde ispirata ai colori dell'Alba (uno dei club da cui derivò la società capitolina).

18. Torino

Claudio Sala
Claudio Sala / Alessandro Sabattini/GettyImages

Il Toro è unanimemente associato al granata ma, anche nella gloriosa storia del club piemontese, non mancano rivoluzioni legate proprio al colore e all'abbinamento che, inizialmente, contraddistingueva la squadra.

Al momento della nascita del Football Club Torino si optò inizialmente per il mantenimento delle strisce arancio-nere che contraddistinguevano una delle società implicate nella nascita del Toro, la FC Torinese.

Il presidente onorario del neonato club, però, non gradiva l'associazione tra i colori in questione e gli Asburgo e si optò dunque per il granata, colore legato - secondo la spiegazione più accreditata - ai fazzoletti dei soldati della Brigata Savoia.

19. Udinese

Edino Nazaret Filho ( Edinho)
Edinho / Alessandro Sabattini/GettyImages

Il nero e il bianco sono sempre stati i colori sociali dell'Udinese e ne hanno sempre contraddistinto la maglia, riprendendo peraltro lo stemma comunale di Udine in modo fedele.

Pur cambiando soluzioni, con prevalenza alternata del nero o del bianco, con strisce oppure con maglie più originali negli anni '80, a livello cromatico non hanno mai avuto luogo vere e proprie rivoluzioni.

20. Venezia

Maurizio Zamparini, Luciano Spalletti
Zamparini e Spalletti / Claudio Villa/GettyImages

La storia del Venezia è segnata da numerosi punti di svolta, pensando anche a fusioni e rinascite. Un percorso tortuoso che si è riflesso direttamente anche sulle maglie dei Lagunari, partendo proprio dai primissimi anni (in rossoblù, con successivo abbandono dell'abbinamento per prendere le distanze dal Genoa già nel 1909).

Il nero e il verde divennero dunque i colori della maglia, al di là della breve parentesi Serenissima in rosso (dal 1930 al '35). Sul finire degli anni '80 la fusione col Mestre sancì l'arrivo dell'arancione sulle divise, altro snodo storico. Dagli anni '90 in poi il nero ha preso il sopravvento, con arancione e verde utilizzati per i dettagli (o per le strisce, verticali od orizzontali).