Quali regali avrebbe voluto trovare il Napoli sotto l'albero?

Natale a Napoli
Natale a Napoli / Laura Lezza/GettyImages
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Partiamo dal presupposto necessario legato alla perfezione che, per antonomasia, non esiste. Partiamo anche dalla necessità spontanea di riconoscere a Napoli un evidente bonus aggiuntivo, un surplus di calore ed enfasi, quando si tratta del Natale e di tutto ciò che gli ruota attorno.

Accanto a tale urgenza, quella di associare appunto Napoli e il Napoli alle feste natalizie vissute con grande entusiasmo, possiamo riconoscere un altro fatto: c'è poco spazio (nessuno?) per i rimpianti in questa prima parte di stagione vissuta dagli azzurri di Spalletti.

Proviamo comunque a capire, tra le righe, quali aspetti sarebbero potuti andare diversamente per rendere ancor più festoso e sereno il Natale della squadra partenopea, capolista del campionato e ricca di note liete. Con un distinguo cruciale: rispetto alle altre big non si tratta assolutamente di veri e propri rimpianti.

Il 4-2-3-1

UEFA Champions League MD-1"Press conference SSC Napoli"
Spalletti e Raspadori / ANP/GettyImages

Si tratta, come detto, di cercare il pelo nell'uovo e di individuare questioni critiche dove di fatto non ne esistono. Un aspetto spesso citato nelle ultime settimane è quello di un nuovo "vestito" adatto agli azzurri, un assetto tattico che possa dare modo a Raspadori e Osimhen di convivere e di non escludersi a vicenda.

Una soluzione individuabile nel 4-2-3-1, con Lobotka e Anguissa in qualità di mediani e con Raspadori trequartista, idea probabilmente più congeniale per l'ex Sassuolo rispetto alla posizione di esterno offensivo. Si tratta di una situazione che comporterebbe comunque un sacrificio pesante (come Zielinski) ma che varrà comunque la pena provare, anche se non per sostituire in pianta stabile un 4-3-3 che gira alla perfezione.

Più spazio per i giovani

Sven Lablonski, Gianluca Gaetano
Gianluca Gaetano / BSR Agency/GettyImages

Anche qui non occorre trovare problematiche effettive dove non esistono, non si tratta cioè del presupposto per una critica rivolta a Spalletti o alla politica azzurra rispetto ai giovani. Sicuramente, fin qui, elementi come Zanoli, Zerbin e Gaetano non hanno giocato un ruolo cruciale nelle dinamiche della squadra ma occorre comunque sottolineare come tra i protagonisti azzurri (anche tra i principali) molti siano ancora giovani (Kvaratskhelia, Raspadori e Osimhen su tutti).

Un augurio più che una critica, dunque, in vista della seconda metà di stagione: la speranza è che anche i tre italiani citati poco fa possano lasciare il segno, regalando sorprese e guadagnano posizioni nelle gerarchie azzurre.

Qualche bandiera in più a godersi il momento

Lorenzo Insigne
Insigne / Francesco Pecoraro/GettyImages

Uno degli aspetti principali del mercato estivo vissuto dal Napoli, con tanto di critiche annesse, ha riguardato l'addio di elementi fondamentali nella recente storia dei partenopei: Koulibaly, Insigne e Mertens tutti partiti nello stesso momento, con la necessità di sostituirli.

L'impatto di Kim, Kvaratskhelia e Raspadori ha fatto sì che le critiche e lo scetticismo si tramutassero in un compiaciuto stupore, d'altro canto può essere un rimpianto questa assenza di bandiere in un momento così cruciale e emotivamente coinvolgente per la storia del club azzurro, col sogno di tornare a quel titolo che manca ormai dal 1990.