Quali regali avrebbe voluto trovare la Fiorentina sotto l'albero?

Nico Gonzalez
Nico Gonzalez / MB Media/GettyImages
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Il giorno di Natale può permettere senz'altro di godersi quel che si è ricevuto, di scoprire che i propri desideri sono stati soddisfatti, ma non manca d'altro canto lo spazio per possibili rimpianti: cos'avrebbero voluto ricevere le squadre di Serie A senza che tale auspicio si sia poi concretizzato? Pensando alle faccende di casa Fiorentina emergono tre temi su tutti, due relativi al campo in senso stretto e uno connesso alla crescita del club e alle tempistiche necessarie (più lunghe del previsto).

Luka Jovic, Arthur Mendonça Cabral
Cabral e Jovic / Gabriele Maltinti/GettyImages

Più reti di Cabral e Jovic

Un anno fa la Fiorentina si godeva le ultime prodezze di Dusan Vlahovic in maglia viola, inconsapevole del fatto che a fine gennaio il centravanti serbo avrebbe poi lasciato Firenze per accasarsi alla Juve. Già nel momento dell'addio appariva ovviamente impervia la strada per evitare rimpianti, appariva utopistico il proposito di trovare un sostituto che fosse all'altezza.

La stagione 2022/23 ha offerto un rendimento fin troppo discontinuo e ondivago delle due prime punte a disposizione di Italiano, cioè di Luka Jovic e di Arthur Cabral. A livello meramente numerico si può notare come la concorrenza reciproca non abbia giovato particoalrmente ai due, soffermandosi sulla Serie A più che sul percorso in Conference: 3 gol in 14 partite per Jovic, 2 gol in 12 presenze per Cabral. Un bottino di 5 reti complessive in campionato non può ovviamente soddisfare i viola ed è logico che, a questo punto della stagione, le aspettative erano di tutt'altro tenore.

Un Nico Gonzalez più continuo

Restando sul reparto avanzato possiamo notare, in modo piuttosto lampante, come Italiano abbia potuto utilizzare Nico Gonzalez soltanto per brevi spezzoni e non abbia avuto modo di dargli spazio da titolare con continuità: 2 sole apparizioni dal primo minuto su 15 partite, appena 185 minuti complessivi in campionato (arricchiti dal gol contro il Verona, momento illusorio che lasciava immaginare un riscatto da parte dell'argentino).

Ad aggiungere note tutt'altro che liete al discorso legato alla condizione fisica è un rapporto con la piazza che, soprattutto prima del Mondiale, ha rischiato di compromettersi pesantemente, in maniera persino irrimediabile. La società si è prontamente mossa per ricucire il possibile strappo ma, in un bilancio di quanto accaduto fin qui in casa viola, Nico Gonzalez spicca sicuramente come il grande assente, come uno dei rimpianti più amari con cui fare i conti.

Nicolas Gonzalez
Esultanza viola / BSR Agency/GettyImages

Il Viola Park

Usciamo infine dalle questioni di campo per soffermarci su un aspetto che, pur senza tradursi in risultati immediati, rappresenta agli occhi della proprietà una vera e propria chiave di volta: Commisso ha già dimostrato di ritenere strategico ogni investimento fatto sulle infrastrutture e, nelle intenzioni, il Viola Park sarebbe dovuto essere pronto e disponibile già per la fine del 2022.

Intoppi burocratici e problemi legati all'agibilità di alcune parti del centro sportivo hanno fatto sì che l'inaugurazione slittasse, si andrà dunque alla primavera del 2023. Accanto al discorso delle tempistiche si sottolinea con forza ancora maggiore l'aumento dei costi sostenuti dalla proprietà, lievitati ben oltre i 100 milioni di euro. Chiudere il 2022 col Viola Park già a disposizione della squadra, anzi di tutte le squadre della galassia viola tra giovanili e formazione femminile, avrebbe rappresentato di certo il modo migliore per approcciarsi al 2023.