Quali sono le 'riserve' dell'Italia che meriterebbero un posto contro la Croazia?
L'Italia ha esaltato a tratti contro l'Albania con un 4-2-3-1 formato inaspettatamente da centrocampisti offensivi adattati tra trequarti centrale e trequarti laterale. Una formazione capace di trasformarsi in corso d'opera in un 3-4-2-1 con Chiesa e Di Lorenzo abbassati rispettivamente nella posizione di terzo di difesa e quinto di centrocampo, discorso applicabile anche a Calafiori e Dimarco sull'altra corsia. Jorginho da play basso, con Barella al suo fianco e Frattesi e Pellegrini alle spalle di Scamacca.
Soluzioni alternative che avevano premiato all'esordio, lasciando una scia di ottimismo. Poi, sulla strada dell'Italia si è frapposta la Spagna di De la Fuente e con i tornado Williams Jr. e Yamal ha spazzato via quanto di buono costruito nella prima tappa. L'Italia è apparsa incapace di reagire contro una Nazionale più forte, di adottare contromisure prima e durante la gara, per rispondere a un dominio mai in discussione. E se oggi si discute sulle possibili novità in vista dell'ultima, decisiva, sfida contro la Croazia, il motivo è interamente nei 90 minuti più recupero della gara di Gelsenkirchen.
Le 'riserve' che reclamano un posto
Parlare di 'riserve' in un torneo così breve in cui anche solo un paio di sfide ti rendono un titolare è probabilmente un po' forzato, ma la conferma dello stesso undici nelle prime due uscite della fase a gironi racconta che l'idea di calcio si Spalletti a Euro 2024 si appoggia su alcuni interpreti inamovibili e altri che il CT ha subito confermato.
Gli azzurri hanno giocato male in blocco, interpretando la partita sottotono sia dal punto di vista dell'atteggiamento che delle letture tattiche. Calafiori e Di Lorenzo i calciatori che hanno faticato di più nella linea difensiva, Jorginho, Frattesi e Pellegrini nel parco centrocampisti e Scamacca come unico riferimento in avanti. Quali sono i cambi che potremmo vedere nella partita di lunedì sera?
Gianluca Mancini per rilevare il posto di Riccardo Calafiori in una linea difensiva a quattro o insieme a al centrale del Bologna nel caso in cui il CT decidesse di schierarsi con un sistema a tre. Il calciatore giallorosso è reduce da un'ottima stagione e per combattere la fisicità dei centravanti croati Petkovic, Budimir e Kramaric potrebbe rivelarsi una scelta adeguata. Sulla destra, considerata la prestazione del capitano del Napoli, spiccano due proposte: quella di Matteo Darmian per un approccio leggermente più conservativo e la scelta di Raoul Bellanova, il cui passo potrebbe rivelarsi decisivo in un periodo di calcio in cui le energie dei protagonisti iniziano a diminuire.
In mediana la soluzione più logica per dare un turno di riposo a Jorginho sembra essere quella di Bryan Cristante. Il centrocampista della Roma ha una discreta esperienza in Europa ed è tra gli interpreti più duttili a disposizione di Spalletti. Sua la creazione dell'unica palla-gol italiana contro la Spagna: una pressione in avanti e una transizione offensiva conclusa con l'assist per Retegui che ha mancato l'appuntamento con la sfera.
Pellegrini potrebbe essere riabbassato nella posizione di mezz'ala, con Fagioli che si propone per dare una soluzione di qualità. Retegui non è riuscito a far meglio di Scamacca negli spezzoni fin qui concessi, e il CT potrebbe ragionare sull'offrire una possibilità dal primo minuto a Zaccagni (o a El Shaarawy) e schierare gli azzurri con un 4-2-3-1 o un 4-3-3 più offensivi. Sistemi che possano spaventare fin dall'inizio una Croazia obbligata a vincere per essere sicura del passaggio agli Ottavi di Finale.
Soluzioni alternative non mancano a Luciano Spalletti, dal quale molti tifosi italiani attendono già alcuni cambiamenti. La sfida con la Spagna non è risultata decisiva ai fini della qualificazione al turno successivo, ma ha minato certezze che in un torneo così veloce vanno ricostruite in fretta.