Quando lo sponsor è il dodicesimo uomo: Vodafone e il Manchester United

Breve storia della partnership tra l'azienda londinese e il club dell'Old Trafford.
Paul Scholes, Ryan Giggs and Ole Gunnar Solskjaer
Paul Scholes, Ryan Giggs and Ole Gunnar Solskjaer / Alex Livesey/GettyImages
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Correva la stagione 2002/2003, l’ultima stagione dello “spice boyDavid Beckham con la maglia dello United. L’inglese è stato uno dei giocatori di spicco del club dell’Old Trafford: arrivato in punta di piedi, si mise in evidenza con un da centrocampo in Premier League attirando così tantissimi marchi di primo piano. Tra questi non poteva mancare Adidas, che pochi anni dopo decise di lanciare un modello delle sue Predator con la linguetta ampia a coprire i lacci. Questo anche dopo la punizione che regalò alla Nazionale dei Tre Leoni un successo, proprio all’Old Trafford, contro la Grecia nello spareggio decisivo per la partecipazione al Mondiale in Corea e in Giappone del 2002.

David Beckham
David Beckham / Alex Livesey/GettyImages

Curioso il caso, eh? Beckham, oltre a una “cash machine” per le riviste di cronaca rosa, era il soggetto perfetto per il rilancio e per l’ascesa di tante multinazionali, anche al di fuori del mondo del calcio e dello sport. Sempre nel 2003 la Vodafone decise di lanciare un breve video con “Becks” in prima fila, e in occasione della nascita del nuovo portale Vodafone Live i risultati furono straordinariamente positivi. L’azienda londinese decise poi di sfruttare come volti altri atleti dello stesso United (club più titolato in Inghilterra). A quel punto entrarono in gioco anche tre elementi diversi, a livello d'immagine, dal già citato (e già iconico) Beckham: tre anti-divi come Roy Keane (sostituito poi da Solskjaer), Paul Scholes e Ryan Giggs.

Vodafone-United: da Beckham ai “normalissimi” Scholes, Keane e Giggs

Beckham poi fu “messo da parte”, visto il suo trasferimento al Real Madrid. La Vodafone virò, sempre in casa United, sul capitano irlandese e poi sul gallese e sul mediano inglese. Era il trio perfetto: non molto loquaci, riservati, i tipici britannici che incontreresti al pub dopo una giornata in ufficio. Via dunque a un nuovo modo di fare pubblicità e di creare fidelizzazione: Roy, Ryan e Paul parlano col cellulare, infine appare il logo dell’azienda. Una foto semplice e molto efficace, sempre a sottolineare come i red devils siano presenti anche nell’advertising attraverso l’utilizzo di tre giocatori rappresentativi e riconosciuti.

Il contratto con Vodafone si rivelò proficuo per lo United che veniva da un “matrimonio” a sua volta di culto con Sharp (società giapponese che opera nell’elettronica apparsa sul kit del Treble raggiunto nel 1999). Prima era Eric Cantona il giocatore più richiesto e amato, poi Beckham e i suoi compagni hanno stravolto tutto, rendendo più divertente il “gioco” dell’essere “attori fuori dal campo”. In Italia fu Francesco Totti il volto della pubblicità, con il fantasista romano che si divertì a prorompere in espressioni dialettali tipiche di varie regioni.

Si è sentito Totti dire “Ciumbia!”, si è visto Becks in un negozio Vodafone e i vari Scholes, Keane e Giggs distribuire schede SIM ai tifosi, oltre che telefoni cellulari. La Vodafone non ha fatto un errore, specialmente pensando alla stretegia e ai profili scelti in UK. Una terra dove la maglia home di Beckham con il logo Vodafone va ancora di moda, terra dove il calcio è ancora vissuto in modo passionale. Ancora non ci credete? Chiedete a Sir Alex Ferguson, che venne immortalato con in mano un pallone “griffato” Vodafone in uno dei tantissimi allenamenti al centro sportivo prima di una gara. Il dodicesimo uomo qui è lo sponsor, con l'ovvio contributo di tutta la piazza. Mai l'attuale slogan “Together we can” suonò tanto azzeccato...