Quantità e qualità, classe e polmoni: Gosens è il prototipo dell'esterno letale del calcio moderno
I numeri e le prestazioni di Robin Gosens iniziano a fare impressione. Forgiato a dovere da Gian Piero Gasperini nell'esperienza a Bergamo, il calciatore tedesco con cittadinanza olandese si è piano piano trasformato da semplice terzino a devastante esterno a tutta fascia: nella grande stagione dell'Atalanta, Gosens ha finora collezionato in Serie A bene 26 presenze, condite da 9 gol e 6 assist.
Numeri importanti, che mettono il luce la letalità di un esterno mancino che nel calcio moderno ormai fa la differenza. Anche in Europa: complessivamente, l'arma in più del Gasp conta 34 partite, 10 gol (uno nel prestigioso palcoscenico della Champions League) e, appunto, 6 assist, frutto delle ottime letture dell'azione e della grande capacità di attaccare la profondità con i tempi giusti e con lucidità al momento della giocata decisiva. Il tutto accompagnato da spirito di sacrificio e prezioso lavoro anche in fase difensiva e di interdizione. Perché Gosens è quantità e qualità, classe e polmoni.
Su di lui hanno inevitabilmente puntato il mirino club in giro per il mondo, anche se il diretto interessato non ha mai nascosto il desiderio di sposare la Bundesliga: "Per me sarebbe un sogno. Anzi è il mio sogno giocare in Bundesliga - aveva ammesso a maggio l’esterno bergamasco -. Magari non è una cosa che accadrà adesso, ma farlo con la maglia dello Schalke 04 è un mio sogno d’infanzia”.
Anche l'Inter ha messo gli occhi su di lui ed è a caccia di un innesto di spessore in quel ruolo, dopo aver rinforzato la corsia opposta con Achraf Hakimi. E c'è da scommettere che nel 3-5-2 o nel 3-4-1-2 di Antonio Conte (uno che gli esterni li fa viaggiare come pochi altri al mondo) potrebbe continuare a fare la differenza come già dimostrato con continuità negli splendidi anni a Bergamo.
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