Quanto è ampia la differenza tra i diritti tv in Italia e in Inghilterra?
Potrebbe essere una versione aggiornata e declinata al mondo del calcio del miracolo biblico della moltiplicazione dei pani e dei pesci? Ovviamente NO! La Premier League tuttavia sembra essere davvero magica, la leggenda narra di una partita, non una partita da grande vetrina bensì una di seconda categoria, la partita che serve solamente a stabilire chi salirà dalla categoria cadetta della Championship alla massima vetta del calcio inglese.
Facciamo chiarezza una squadra di lega minore che gioca nell’isola di Re Carlo prende più o meno gli stessi introiti della nostra Serie B, fin qui sembrerebbe tutto regolare, a fare la differenza arrivano i meravigliosi diritti tv della potentissima Premier League. Essere promossi è un affare milionario e no non è una diceria: le entrate in caso di vittoria del campionato e conseguente ottenimento della promozione subiscono una vertiginosa impennata. Un club normale passa da incassare poco meno di 10 milioni a una quota di base che supera abbondantemente i 100 milioni.
Pensiamo solamente che nell’ultimo campionato l’Inter, prima in classifica alla voce introiti, ha incassato per tali diritti poco più di 84 milioni, l’ultima d’Inghilterra 116 milioni, non c’è confronto nella terribile verità di questi numeri. Il nostro appeal verso investitori stranieri è di gran lunga inferiore, dall’ultimo accordo ci siamo portati a casa meno di 1 miliardo (più o meno 980 milioni) la Premier circa 3, esattamente tre volte in più rispetto al prezzo dei diritti di Serie A.
Non si può fare un confronto economico con noi e loro, il divario è così grande e così evidente che non necessita di alcun commento. La possibilità per una squadra appena promossa nel Regno Unito di incassare di più della prima di A, favorisce ovviamente la nascita di un campionato più competitivo, fatto da club che vorranno lottare con le unghie e con i denti per restare nella massima serie. Anche la Premier prevede un paracadute in caso di retrocessione, ma chiaramente l’ammontare di queste cifre si riferisce ai diritti tv ottenuti e ovviamente anche agli anni di permanenza in categoria (come da noi), la differenza rimane sempre nelle cifre: una retrocessa lì guadagna quanto un club di metà classifica da noi.
Forse arriverà un giorno in cui la nostra realtà tornerà ad essere così forte e attraente quanto quella straniera, per ora si deve continuare a crescere. Vedere le nostre squadre essere in lizza per tutte le competizioni europee ci rende orgogliosi e speranzosi verso un futuro radioso. Questo deve essere il punto di partenza del nostro rinascimento calcistico all’inseguimento della ricchissima Premier League.