Quanto ha speso il Tottenham con Antonio Conte e i motivi del fallimento

Antonio Conte
Antonio Conte / Catherine Ivill/GettyImages
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L'avventura di Antonio Conte al Tottenham è ai titoli di coda. Un'altra stagione anonima per gli Spurs, fuori dalla lotta per le competizioni che contano (Premier League e Champions League): rimane viva la speranza di conquistare il quarto posto che vale l'accesso alla prossima Champions League. Troppo poco per un club chiamato ad alzare l'asticella per poter competere alla pari con tutte le big del calcio inglese.

Il contratto di Conte è in scadenza a fine stagione, il Tottenham ha in mano l'opzione per prolungare in automatico di un altro anno questo matrimonio, opzione che - sicuramente - non verrà mai utilizzata. Una delle ultime uscite pubbliche del mister italiano infatti ha spaccato lo spogliatoio e l'avventura di Antonio Conte con gli Spurs è ufficiosamente conclusa.

L'ex commissario tecnico dell'Italia non è riuscito in una delle sue solite imprese e la capacità di far performare molto più delle aspettative i giocatori, portandoli - spesso - ad un livello superiore rispetto al loro reale valore.

I motivi del fallimento al Tottenham di Antonio Conte

Antonio Conte ha preso in mano il Tottenham nel novembre 2021 e in poco più di un anno non è riuscito a far fare il salto di qualità - almeno mentale - alla squadra. Lo stesso tecnico italiano durante la sua avventura sulla panchina degli Spurs ha spiegato più volte quali sono i problemi legati al club londinese e di fatto, i motivi del suo fallimento (se così possiamo definirlo).

1. Poco tempo a disposizione

"Siamo in un processo che è cominciato, che può essere accelerato con investimenti importanti o procedere passo dopo passo. Non è il momento di pensare a vincere, non dopo un solo anno insieme: il mio obiettivo è lavorare duro con staff e giocatori per migliorare il club e costruire fondamenta solide"

"Capisco che i tifosi vogliano vincere, ma per farlo bisogna prima creare delle basi. E serve pazienza. Stiamo tutti lavorando duramente per il meglio del club, stiamo ancora cercando di costruire qualcosa. In questa fase può capitare di vincere un trofeo, ma per me contano la Premier o la Champions, non certo la Carabao Cup".

2. Proprietà che non investe

"Quando arrivi in un nuovo club devi capirne la visione e rispettarla perché hai firmato un contratto. Quindi devi cercare di aiutare la società a migliorare seguendo questa politica. Capisco la frustrazione dei tifosi perché vogliono alzare i trofei, ma ho capito che qui bisogna avere pazienza".

"Bisogna avere tempo e cercare di migliorare e far crescere i giocatori che arrivano. Puoi ingaggiare giocatori di 30 anni, con esperienza e grandi vittorie alle spalle, come per esempio Casemiro, ma questa non è la visione del Tottenham. Ecco perché bisogna continuare a lavorare e avere pazienza. Questa frustrazione non può diventare un problema, ma deve diventare una spinta per me, per i giocatori, per il club per continuare a migliorare, crescere e ridurre il divario con gli altri club".

3. Squadra senza cuore

"Non siamo una squadra, ma undici giocatori che scendono in campo con la stessa maglia. Vedo giocatori egoisti, che non vogliono aiutarsi e non mettono il cuore. Fino a ora ho cercato di nascondere la situazione, ma adesso basta. Non c’è fuoco, nessun desiderio. Devi averlo in ogni momento. La società ha la responsabilità del mercato, gli allenatori vengono qui e hanno la responsabilità del campo".

"Dove sono i giocatori? Non vogliono giocare sotto pressione. Non vogliono giocare sotto stress. La storia del Tottenham è questa, in 20 anni non si è mai vinto. Perché? Noi siamo professionisti, i giocatori e io riceviamo un sacco di soldi dal club. Non siamo qui per trovare scuse, per me questo è inaccettabile, è la prima volta nella mia carriera che vedo una situazione del genere. La situazione peggiora sempre di più".

Quanto ha speso il Tottenham dall'arrivo di Antonio Conte?

Subentrando in corso nel novembre 2021, Antonio Conte da manager del Tottenham è stato protagonista di tre sessioni di mercato: quella invernale del 2022, quella estiva del 2022 e l'ultima invernale del 2023. La proprietà degli Spurs in queste tre sessioni di mercato ha speso circa 207 milioni di euro, senza considerare le cifre necessarie per riscattare alcuni calciatori arrivati in prestito oneroso (con diritto di riscatto).

A gennaio 2022 il Tottenham investe 29 milioni di euro per gli acquisti di Rodrigo Bentancur a titolo definitivo e Dejan Kulusevski a titolo temporaneo (oneroso) con diritto di riscatto, entrambi dalla Juventus.

Nell'estate 2022 gli Spurs arrivano ad investire circa 170 milioni di euro. I due colpi più importanti della sessione sono quelli di Richarlison e Cristian Romero, arrivati rispettivamamente da Everton e Atalanta per un totale di 108 milioni di euro. Seguono gli acquisti del centrale Yves Bissouma e di Djed Spence per circa 44 milioni di euro. C'è anche l'acquisto di Udogie dall'Udinese per 18 milioni, ma il giocatore rimane in Friuli in prestito.

Arrivano anche - ma a costo zero - giocatori d'esperienza come Ivan Perisic, Fraser Forster e Clement Lenglet. Sul fronte delle cessioni si registra un incasso di poco meno di 40 milioni di euro.

A gennaio 2023 invece il Tottenham si limita a due acquisti in prestito oneroso (8 milioni di euro in totale), con diritto di riscatto: si tratta del terzino Pedro Porro dello Sporting e dell'esterno offensivo Danjuma del Villarreal.

Le cifre dei riscatti dei giocatori in prestito

Il Tottenham dovrà decidere se riscattare o meno i giocatori arrivati in prestito durante queste sessioni di mercato (su alcuni c'è l'obbligo di riscatto). Su Dejan Kulusevski - il cui rendimento è apprezzato dalla dirigenza inglese - c'è un diritto di riscatto fissato a 35 milioni di euro, diritto che diventerà obbligo se il Tottenham dovesse qualificarsi alla prossima Champions League.

Per Pedro Porro il Tottenham dovrà esercitare - obbligatoriamente - il riscatto a fine stagione per la cifra di 45 milioni di euro. Mentre per Arnaut Danjuma gli Spurs hanno in mano un semplice diritto di riscatto, ma le cifre non sono state rese note.

Per questo motivo ai 207 milioni di euro bisognerà sommare almeno gli 80 milioni di euro necessari per i riscatti di Kulusevski e Pedro Porro.

Qual è l'ingaggio di Antonio Conte con il Tottenham?

Nel novembre 2021 Antonio Conte ha firmato un contratto con gli Spurs fino al 30 giugno 2023 per una cifra intorno ai 17 milioni di euro a stagione. Quindi il tecnico italiano dal Tottenham entro la fine di questo campionato incasserà una cifra intorno ai 30-32 milioni di euro (non essendo due stagioni piene).

Quindi, considerando tutte queste cifre, il Tottenham per Antonio Conte (tra il suo ingaggio e le spese sul mercato), in poco meno di due stagioni ha investito oltre 300 milioni di euro.