Quanto è pesante l'assenza di Dybala per la Roma?
A questo punto della stagione le sconfitte non sono poi così decisive. Alla fine mancano ancora diversi mesi alla conclusione del campionato e, sebbene perdere uno scontro diretto sia sempre deleterio, c'è sempre tempo per recuperare. Se poi a batterti è una delle squadre più in forma d'Europa hai anche una scusante in più.
A suscitare perplessità in casa Roma è però la modalità secondo cui è maturato l'1-0 dell'Olimpico. Ad oggi chiunque avrebbe difficoltà nell'affrontare il Napoli, ma scegliere di annullarsi, di non giocare, spostando il focus dal fare gol per vincere, al cercare di non prenderne per non perdere, fa sempre storcere il naso ai tifosi.
I 0 tiri verso la porta dimostrano l'inconsistenza della fase offensiva giallorossa contro i partenopei. Tuttavia, qualora il risultato fosse stato diverso, probabilmente non ci saremmo ritrovati a parlare dei problemi degli attaccanti di José Mourinho. Se la Roma avesse, ad esempio, pareggiato, ne avremmo esaltato la grinta, la resilienza, la voglia di portare a casa almeno un pareggio contro una squadra che sta facendo fare brutta figura a chiunque, perfino in Champions League. Per certi versi ben venga allora la sconfitta, perché solo così si può sistemare ciò che non va.
Che l'attacco della Roma stia facendo male è un dato di fatto. Con soli 13 centri in Serie A, i giallorossi hanno segnato meno di tutte le altre big. Per intenderci, la Juventus contro la quale si stanno tutti scagliando di gol ne ha fatti 17. I meriti per il quinto posto finora raggiunto spettano dunque alla difesa, che quest'anno ha blindato la porta concedendo appena 10 reti, una in più rispetto al Napoli capolista e due in meno del Milan secondo. La situazione appare paradossale se si pensa che la scorsa stagione il problema era l'opposto: tanti gol fatti a fronte di una difesa fin troppo ballerina.
L'unico giocatore offensivo a salvarsi è Paulo Dybala, autore di 5 gol in 8 partite. Dopo un periodo di ambientamento durato le prime tre giornate, la Joya è riuscita infatti a rompere il ghiaccio ergendosi a totem dell'attacco romanista. Nei piani della società il suo ingaggio serviva proprio a far compiere un salto di qualità alla squadra, ma l'importanza dell'argentino è diventata talmente fondamentale che la Roma è diventata Dybala-dipendente.
Da quando l'ex Juve si è fatto male nel match contro il Lecce dello scorso 9 ottobre, i giallorossi hanno infatti mostrato problemi evidenti nel trovare la via della rete. Nella gara contro la Sampdoria, la prima senza la Joya, il risultato positivo ha oscurato una prestazione non proprio positiva degli attaccanti giallorossi ma la sconfitta di domenica non lascia spazio a interpretazioni.
Il punto della questione non riguarda però Paulo Dybala, che resta un giocatore di primissimo livello e che ovviamente farebbe comodo a chiunque, quanto il down performing dei vari Abraham, Zaniolo, Pellegrini e Belotti. Una squadra che pretende di combattere per obiettivi prestigiosi - come il raggiungimento della Champions League - non può dipendere da un giocatore. La Roma deve al più presto trovare una soluzione, perché se dovesse tornare a proporre una qualsiasi forma di gioco offensivo solo a gennaio 2023 (data del rientro di Dybala), allora dovrebbe ridimensionarsi.