Quella stagione di Gilardino con Gasperini al Genoa
10 anni fa Alberto Gilardino segnava per la salvezza del Genoa, segnava per Gian Piero Gasperini. Sembra un altro capitolo della Serie A, invece è trascorsa soltanto una decade. L'attuale allenatore del Grifone incontrerà il suo vecchio tecnico, quello che l'ha allenato per una sola stagione e al quale regalava in media un gol ogni due partite.
Dal 2016 Gian Piero Gasperini è l'Atalanta, ne ha modificato lo status e ha raggiunto vette inimmaginabili con il club bergamasco. La Dea è una fissa minaccia al potere delle big, lo è di fatto diventata per potere d'acquisto sul mercato, per valore della rosa, con una continuità che ormai dura da troppo tempo per essere minimizzata a ciclo.
Domenica 22 ottobre alle 18:00, al Gewiss Stadium, Gasperini accoglierà il suo vecchio attaccante in veste di allenatore del Genoa. Un incrocio pericoloso per l'Atalanta che punta ancora alla Champions League, contro una squadra che ha già battuto Roma e Lazio e che ha quasi fermato il Milan sullo 0-0. Torniamo però a 10 anni fa.
La stagione 2013-14
La stagione in questione inizia nel peggiore dei modi. Il Genoa viene da un biennio triste con percorsi da rivedere e troppi cambiamenti in panchina. Il primo ciclo Gasperini è durato dal 2006 al 2010, poi i rossoblu hanno perso continuità e identità, proprio fino al ritorno di Gasp.
Ballardini, Malesani, Marino, ancora Malesani, De Canio, Delneri, di nuovo Ballardini e Fabio Liverani. È con il centrocampista ex Palermo, Fiorentina e Lazio, ritiratosi nel 2011, che il Genoa comincia la stagione 2013-14, dopo averlo promosso dalle giovanili del Grifone. 6 giornate, 4 sconfitte e l'eliminazione dalla Coppa Italia contro lo Spezia ai calci di rigori. Non lo salva nemmeno questo derby dominato con il risultato di 3-0 contro la Sampdoria (in trasferta).
Segna Antonini con un'incredibile girata di destro, raddoppia Calaiò con lo stesso piede e triplica Francesco Lodi con una meravigliosa punizione.
Per la 7ª giornata però Preziosi richiama Gasperini per la sua seconda avventura a Genova. Inzia con un 32enne Alberto Gilardino al centro dell'attacco, un bomber ormai maturo che indossa la fascia da capitano quando non c'è Portanova in campo.
Alla prima giornata, a Catania, non segna, ma è il suo movimento a causare l'autogol goffo di Legrottaglie. Sosta Nazionali e due settimane più tardi arriva la prima doppietta in campionato. Uno stacco di testa pazzesco per l'iniziale vantaggio del Grifone e la rete decisiva del 2-1 grazie a un rimpallo talmente fortuito da diventare indimenticabile.
I primi 4 punti della ripresa rossoblu li segna lui. Poco dopo affronta il suo vecchio Parma; nel primo tempo Mirante gli para un calcio di rigore e nel secondo si vendica con un altro gol bellissimo, da massimo esperto, specialista, del colpo di testa.
Batte la Lazio allo Stadio Olimpico anche in quella stagione, trasformando dal dischetto il suo quarto gol con Gasperini. Si ripete a Cagliari, ma Marco Sau riesce a complentare la rimonta con i sardi in superiorità numerica. Segna ancora al Ferraris su rigore contr in una vittoria all'inglese contro Eusebio Di Francesco e un giovanissimo Domenico Berardi (Sassuolo).
Un'altra trasformazione dagli undici metri arriva a Firenze, nello storico 3-3 ricordato principalmente per la tripletta di Alberto Aquilani. Una doppietta contro l'Udinese in casa gli consegna la doppia cifra stagionale: per il primo apre il piatto destro, per il secondo risolve una mischia in area di rigore. A Verona torna a segnare di testa, ma non riesce ad evitare la sconfitta contro il Chievo.
In quella stagione la Lazio cade due volte contro il Grifone e Gilardino al Ferraris punisce con un colpo da calcetto, una puntata da attaccante che non ha spazio per caricare il tiro, ma che riesce comunque a trovare il modo di festeggiare.
Segnerà altre due volte prima della conclusione della stagione, contro Torino e Sassuolo in trasferte amare, e saranno 14 i gol in 30 presenze con Gasperini in panchina. Poi la scelta di emigrare in Cina a fine anno, il ritorno a Firenze e ancora Palermo, Empoli, Pescara e Spezia in Serie B, prima del ritiro dal calcio giocato.
La promozione diretta con il Genoa dalla panchina e il ristabilito calore con la tifoseria che ha subito trascinato nella piazza giusta, la Serie A. Di gioie se ne è tolte diverse già diverse e a breve proverà a sorprendere anche il tecnico che gli dava indicazioni 10 anni fa.