Qui e ora: la Fiorentina e l'insolito tentativo di vivere il presente

Voci sul futuro da tenere a bada, richiami del passato da dimenticare.
Club Brugge v ACF Fiorentina: Semi-final Second Leg - UEFA Europa Conference League 2023/24
Club Brugge v ACF Fiorentina: Semi-final Second Leg - UEFA Europa Conference League 2023/24 / Image Photo Agency/GettyImages
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Esercizio quantomai complesso, non solo nel pallone, è quello di riferirsi al presente come richiamo principale, senza orientarsi verso il rimpianto passato o verso l'illusione futura. Le distrazioni, in un senso e nell'altro, permettono costantemente di riscoprire questa tensione: accade con verve polemica, andando ad analizzare e discutere scelte passate (di una dirigenza o di un tecnico), e accade con la voglia di scoprire "qualcosa di diverso" nel domani (tra voci su un nuovo allenatore e continui accostamenti di mercato, in entrata come in uscita).

Ogni cosa a suo tempo

Osservando all'interno dell'universo viola all'indomani della conquista della finale di Conference League, analizzando i vari input del contesto Fiorentina, possiamo renderci conto quanto spazio potenziale ci sia per i richiami passati e per le proiezioni future: le distrazioni sulla carta non mancano, il richiamo delle sirene è costante. Si parte, difficile fare altrimenti, da un Vincenzo Italiano che appare da tempo settato su uno spirito da "fine ciclo", pur senza verve polemica o senza entrare in contrasto con piazza o dirigenza: l'allenatore ha spiegato di vivere come un rimpianto quanto accaduto a La Spezia, quell'addio tra i veleni, e non vuole arrivare a ricreare una situazione simile, a rompere un idillio o comunque un rapporto in linea generale positivo.

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Vincenzo Italiano / KURT DESPLENTER/GettyImages

Anche in quel suo "ok, promesso..." (a Sky) in merito alla possibilità di rispondere alle domande sul futuro, dopo la finale di Atene, si legge una malcelata nota malinconica, come segno di un futuro che (sulle imbeccate del giornalista di turno) torna a bussare, proprio nel momento in cui nessuno ha voglia di alzarsi ed aprire quella porta. I retroscena e gli "accordi verbali" abbondano nei resoconti delle ultime settimane, anche dopo la tragica scomparsa di Joe Barone: si parla di patti, della volontà di chiudere un cerchio e di farlo nel modo migliore. Non si tratta solo di un proposito espresso sulla carta, come copione da seguire, ma di riscontri pratici anche sorprendenti: c'è chi, discusso o persino indicato come fuori rosa, è riuscito a riemergere e a lasciar da parte - dunque - le critiche di un passato più o meno recente.

Discussi, criticati, presenti

Il caso di Mbala Nzola è emblematico, ai limiti della favola sportiva: si sottolineava anche qui di quanto l'angolano fosse diventato un oggetto estraneo, senza notizie specifiche sulle ragioni delle sue esclusioni in serie, eppure proprio Nzola ha saputo prendersi sulle spalle la squadra sia all'andata che al ritorno contro il Club Brugge, segnando il vitale gol del 3-2 (nel primo caso) e conquistando il rigore dell'1-1, quello della qualificazione. Da oggetto misterioso, quasi da separato in casa dal racconto che se ne faceva, a protagonista di una semifinale europea: nessuno spazio per critiche, dubbi o ipotesi future ma - semplicemente - la voglia e la capacità di rispondere presente.

M'Bala Nzola, Brandon Mechele
Nzola a Bruges / Fantasista/GettyImages

Presente, appunto, quello su cui riesce a concentrarsi anche un Christian Kouamé che si sta rivelando prezioso per Italiano, privo peraltro di Sottil in quel ruolo (e non aiutato in sede di mercato, dato il mancato arrivo di un esterno offensivo). I richiami del passato e del futuro sarebbero, anche in questo caso, tali da far vacillare: la malaria contratta in Coppa d'Africa, un apprezzamento mai unanime nella piazza, un contratto in scadenza a giugno (pur con opzione che i viola potrebbero esercitare). Eppure Kouamé, come Nzola, sta riuscendo a lasciare un'impronta preziosa sul presente viola: anche a Bruges si è rivelato efficace nelle scelte, incisivo quanto sfortunato (due legni colpiti), oltre che generoso come di consueto.

Kyriani Sabbe, Christian Kouame
Kouamé / Fantasista/GettyImages

La sfida più insidiosa da affrontare, in un momento in cui le voci di fine ciclo sono il pane quotidiano, è proprio quella di scacciare le distrazioni che fossero zanzare. Ci sarà una squadra da rifondare in alcuni reparti? Senz'altro. Ci sarà da individuare un tecnico che assicuri continuità al discorso avviato con Italiano? Sicuramente. Accadrà a suo tempo. Si tratta però di ombre, di illusioni: oggi la Fiorentina sta provando, capriccio insolito nel calcio di maggio, a riscoprire il peso del presente e a valorizzarlo.