Raheem Sterling, il Chelsea e il picco della sua carriera
Si è acceso il mercato del Chelsea. I blues si accomodano nuovamente al tavolo delle big dopo un'inizio di estate drammatico, con tanti addii e quasi nessun arrivo. Raheem Sterling è il primo vero colpo della nuova proprietà londinese che ha speso 56 milioni di euro per trasferire il Nazionale da Manchester alla capitale inglese.
Sterling è nato a Kingston, in Giamaica, ma a Londra con la madre si è trasferito quando aveva solo 5 anni. Le giovanili del West Ham e poi quelle del QPR, da cui viene portato via per sbarcare a Liverpool e iniziare la sua brillante carriera in Premier League.
Con il Liverpool l'ascesa è veloce e a circa 20 anni sfiora il primo trofeo. È la stagione 2013-14, quella dei 31 gol di Luis Suarez, dei 22 di Sturridge, dei 13 di Steven Gerrard e anche dei 9 e 7 assist di Raheem Sterling, che rappresenta la novita dei reds di Brendan Rodgers, una scheggia di talento impazzita che illumina Anfield e i campi della Premier League. Il suo particolarissimo modo di correre confonde gli avversari e la sua bruciante velocità è l'arma in più di un Liverpool che perde un campionato nel peggior modo possibile.
Dopo la Finale di Conference League persa contro la Roma, Brendan Rodgers avrà ricominciato a sognare José Mourinho. Il portoghese, al tempo alla guida del Chelsea, è stato colui che ha tolto la gioia del titolo ai reds imponendosi per 2-0 ad Anfield grazie alle reti di Demba Ba e Fernando Torres alla terzultima giornata, ma soprattutto grazie allo scivolone di capitan Steven Gerrard, diventato iconico nella storia del calcio inglese.
Un'altra stagione meno brillante con il Liverpool e il passaggio al Manchester City per circa 70 milioni di euro. Segna una tripletta al Bournemouth dopo poco tempo, ma la sua prima annata con Pellegrini allenatore è difficle e termina tra spezzoni e panchine nel finale di stagione. L'arrivo di Pep Guardiola lo riporta al top, lo migliora al punto da renderlo anche un cecchino sotto porta. Domina a più riprese la Premier con il tecnico spagnolo, segna, serve, corre, e va sempre in doppia cifra di gol e assist.
Raggiunge il picco forse nella stagione 2019-20, l'unica degli ultimi 5 anni in cui il Manchester City manca la vittoria della Premier League. Lui ne segna 31 in stagione, accompagnati da 10 assist. Il calcio di Pep Guardiola però evolve e nelle partite di Champions League il tecnico lo tiene troppo spesso in panchina. Arrivano Haaland e Alvarez, vanno via Jesus e Sterling, due ex compagni che ben presto giocheranno il derby Arsenal-Chelsea.
Una decina di milioni di euro in meno rispetto a 7 anni fa, comunque una cifra inferiore rispetto al suo valore di mercato (fermo a 70 milioni secondo Transfermarkt). La velocità è evidentemente un'arma che piace a Thomas Tuchel. Mount e Havertz per far correre Pulisic, Sterling, Hudson-Odoi e Timo Werner. Il Nazionale inglese entra dunque a far parte di un pacchetto offensivo forte ma difficile da interpretare; la sensazione, a detta di molti, è che manchi una prima punta, ma è il fallimento di Romelu Lukaku nella stagione appena conclusa rendere meno solida questa sensazione.
Il Chelsea, che ha vinto la Champions League senza un attaccante di peso (tra i titolari), ha davvero bisogno di una prima punta da 30 gol stagionali?