Raiola: "Ibrahimovic gioca altri 5 anni! Pogba-Juve? Vi spiego. Haaland? Serie A possibile"
Mino Raiola è stato insignito del premio di miglior procuratore sportivo dell'anno e, direttamente dal palco del Golden Boy, ha fatto il punto sul futuro dei suoi assistiti. Da Zlatan Ibrahimovic a Erling Haaland, passando per Matthijs de Ligt, Paul Pogba e Mario Balotelli.
PREMIO - "Fa piacere, vuol dire che le cose le facciamo al meglio. Un onore lavorare con questi giocatori. Niente male, eh? C'è da essere orgogliosi".
DE LIGT - "Farà il premier olandese? Confermo. Un giocatore non banale. È onesto, anche quando si deve criticare. Un leader nato, prende decisioni per sé e per il gruppo. È stato invitato alla Casa Reale, non fa discutere, mette d'accordo tutti su ciò che dice e fa. Può gestire un Paese. A Torino? Parla italiano meglio di me".
POGBA - "Avrà un grande futuro, non lo so. Leggo il futuro, non i futuri. In Inghilterra sono molto sensibili quando si parla di Pogba. Ho espresso un mio pensiero, un mio parere. Niente di eclatante, credo sia chiaro. Dovrei aver detto di parlare d'estate, i grandi giocatori difficilmente si muovono a gennaio. Ora vediamo in estate, viviamo un mondo molto cambiato".
BALOTELLI - "Balotelli può essere fondamentale per questo Monza. Il segnale che ha dato Galliani con Berlusconi è stato dirlo a tutti: faremo di tutto per portarlo in Serie A. Sappiamo che è indietro nella preparazione, lo porteremo in forma il più presto possibile. Avere un giocatore come Balotelli in squadra dà un segnale forte: nessuno vuole restare in B con uno come Balotelli in squadra".
GALLIANI - "Ho grande rispetto, stima e amicizia, abbiamo sempre lottato con grande decisione per i nostri interessi, ma lo ricordo bene. Ho fatto anche grandi litigate con Adriano, ma il nostro rapporto è nato in maniera incredibilmente strana. Io ero seduto nel pubblico accanto a lui e mi disse: 'Lei non mi contatta mai' e io risposi: 'Ho contatti con Braida, ma non arrivo a lei'. Galliani allora mi disse: 'Domani mi chiami' e da lì nacque il nostro rapporto. Non era facile portare via Zlatan dal Barcellona quando arrivò al Milan".
HAALAND - "Ha un grande futuro, è un ragazzo straordinario. Si vede che si sa gestire dentro e fuori dal campo. Lui è il nostro Viking. I Viking hanno già conquistato il mondo quando era difficile, e lui lo farà. Haaland in Italia? Non si sa mai. Penso che un passaggio in Italia non sia da escludere”.
IBRAHIMOVIC - "Ibrahimovic sa la verità, abbiamo sempre questo rapporto in cui non si sa mai chi ha fatto cosa, ma lui lo sa che gioca solo perché lo voglio io. In carriera ho visto tanti giocatori che sono arrivati all'età di Zlatan stanchi e mi faceva quasi pena farli continuare. Io questa stanchezza in lui non l'ho mai vista. Per me può facilmente giocare ancora 5 anni. Uno che recupera dall'infortunio come ha fatto lui non può smettere. Mi sono pentito di averlo portato in MLS, lì è stato tempo sprecato. Poi dopo prenderà un ruolo importante, magari presidente della Uefa, per fargli cambiare il calcio. Io e lui abbiamo un rapporto bello, ma è così per tutti, fanno parte della mia famiglia. Ma con Zlatan abbiamo fatto avventure uniche. Non è così duro come sembra, è molto meno duro di quello che mostra".
RICORDO DI PAOLO ROSSI - "L'Italia all'estero era criticata come paese, a parte il calcio in cui c'erano gli stereoptipi del catenaccio, del calcio all'italiana... Nel 1982 Rossi e la nazionale ci hanno dato la gioia di essere italiani di sentirci uniti anche fuori e lontano dall'Italia. Mi ricordo la copertina del De Telegraaf con la foto della Coppa del Mondo vinta dall'Italia e festeggiavamo contro i tedeschi. Ci ha dato la forza di stare uniti".
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