Rebus Amrabat per la Fiorentina: United sullo sfondo e due segnali per sperare

  • Il centrocampista marocchino sogna ancora il Manchester United
  • L'impatto con Palladino e l'affare Richardson aprono spiragli per i viola
Amrabat
Amrabat / Gabriele Maltinti/GettyImages
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Ci s'interrogava pochi giorni fa, prima dell'ufficialità di De Gea alla Fiorentina, quante versioni diverse esistessero del portiere spagnolo: c'è distanza, infatti, tra il racconto di un portiere che a lungo è stato unanimemente riconosciuto nella top 10 dei migliori al mondo e quello che, per un anno, si è allenato in solitaria e senza un club. Contraddizioni sostanziali o apparenti che fanno parte della carriera e della storia di ogni calciatore, in base al periodo che prendiamo in considerazione, ed è evidente come un senso di doppiezza e di ambiguità arrivi anche da tutto ciò che circonda Sofyan Amrabat.

L'espressione "rebus" è quanto di più inflazionato esista all'interno delle storie di mercato, un termine sicuramente abusato ma che torna buono per esprimere quanto sia enigmatico e complesso da decifrare il presente - un inatteso presente - di Amrabat a Firenze. Già da mesi, al di là di quale fosse la decisione del Manchester United sul riscatto del marocchino, si dava per scontato come un eventuale passaggio al Viola Park fosse un mero fatto burocratico, un fastidioso impiccio in mezzo a un destino diverso, proiettato altrove.

Ossessione Red Devils

I Red Devils risultavano (risultano) come una vera ossessione per l'ex Hellas, arrivato ad assaporare l'élite del calcio - quella a cui ambiva - e uno scenario di prestigio come la Premier League: se c'è un punto tutt'altro che arcano è proprio quello legato alla proiezione assoluta del calciatore su un palcoscenico simile, senza voler vivere un "passo indietro" e senza tornare in quello che dal suo punto di vista risulta una sorta di limbo. Presupposti ormai chiari da tempo e di fatto neanche celati: basti pensare alle immagini degli allenamenti coi pantaloncini dello United in bella vista, segnale inequivocabile della speranza di una nuova chiamata di Ten Hag e di un trasferimento in pianta stabile nel club in cui ha militato nel 2023/24.

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Amrabat e Ten Hag / PAUL ELLIS/GettyImages

Una nuova chance in Premier, per completare quel processo di riscatto iniziato allo United in una stagione rimessa in piedi verso l'epilogo, appare dunque la priorità del calciatore ma - contrariamente a quanto si pensava fino a pochi giorni fa - l'ipotesi di un altro anno a Firenze non è del tutto fantascientifica o fuori dall'ordine delle cose: sia La Gazzetta dello Sport che La Nazione lasciano un margine per la permanenza. In particolare il quotidiano fiorentino spiega che le ipotesi spesso citate in alternativa ai Red Devils, in primis le offerte dalla Super Lig turca, non rappresentino richiami così intriganti per il calciatore: la Fiorentina non è lo United, insomma, ma risulterebbe comunque una soluzione preferibile a quella turca.

Amrabat resta? Due motivi per sperare

Esistono fattori che possano in qualche modo rafforzare questi nuovi spiragli? Innanzitutto occorre partire dagli attestati di stima da parte di Raffaele Palladino, pronto ad esporsi in modo chiaro e lusinghiero verso il mediano marocchino. "Ho conosciuto un grande uomo" e "Sarei felice di allenarlo tutto l'anno" sono espressioni decise e lampanti di stima, un intreccio felice tra la perfetta coerenza tra Amrabat e il ruolo di interno nel 3-4-2-1 e la professionalità che Palladino ha ravvisato nel giocatore (e che lo ha tanto colpito).

Sofyan Amrabat
Amrabat in viola / Gabriele Maltinti/GettyImages

E pensando proprio agli interni nel 3-4-2-1 del nuovo tecnico viola è impossibile non citare quell'Amir Richardson appena arrivato alla Fiorentina, ufficiale da oggi: connazionale di Amrabat, fresco di terzo posto alle Olimpiadi, è stato accompagnato nella sua scelta di mercato anche dallo stesso Amrabat (spiega Repubblica) e da quest'ultimo potrebbe trarre grande aiuto nell'ambientamento in Serie A, a livello tecnico-tattico come fuori dal campo. Da sicuro partente a uomo di fiducia del tecnico, da risorsa in vetrina a potenziale chioccia per un nuovo arrivato: Palladino spera, intanto, di poter contare su Amrabat nelle prime giornate di campionato, dato un centrocampo ridotto ai minimi termini dai tanti addii.