Retegui o Lucca: qual è il centravanti giusto per la Fiorentina?
Il titolo potrebbe nascondere un inganno: il centravanti della Fiorentina 2024/25 sarà uno tra Lorenzo Lucca e Mateo Retegui? Non ci è dato saperlo, non è detto, ma è indubbio che allo stato delle cose un bivio di mercato ci spinga ad accostare gli attaccanti di Udinese (pronta a riscattarlo dal Pisa) e Genoa, protagonisti della loro prima stagione in Serie A e accostati ai viola (soprattutto l'italoargentino) in vista della sessione estiva di mercato. Non è un caso che ci si trovi a riflettere sui possibili centravanti di domani, in chiave Fiorentina: l'assist è arrivato da Daniele Pradè - in occasione dell'ultima conferenza stampa - e non è certo passato in sordina.
Il responsabile dell'area tecnica gigliata ha apertamente ammesso che, dopo Vlahovic, la Fiorentina non è riuscita a individuare un nove all'altezza: Pradè ha "contraddetto", tra le righe, quanto rivendicato da Commisso in particolare con Cabral-Jovic, lo scorso anno. Il patron sbandierava il successo dell'operazione mentre oggi, a mente fredda, il dirigente viola si fa carico di un vuoto rimasto tale, mai riempito a dovere nonostante i tanti nomi arrivati (Piatek, Cabral, Jovic, Nzola, Belotti e - al di là del misunderstandig sul ruolo - Beltran). Non si può negare, per onestà, che i viola di Italiano abbiano saputo compensare discretamente l'assenza di una prima punta prolifica e si siano distinti per quantità di marcatori diversi, per gol arrivati da ogni reparto. La narrazione che ormai segue le vicende viola però, corroborata da Pradè in prima persona, ci porta a una certezza: un centravanti arriverà ed è dunque lecito, oggi, chiedersi chi sia da preferire tra due dei più citati in tal senso.
La prima stagione in Serie A
La Serie A 2023/24 ha rappresentato sia per Lucca per Retegui una prima volta, la prima stagione disputata nella massima divisione per il 2000 di Moncalieri e l'esordio italiano per la punta arrivata al Genoa dal Tigre. Parabole differenti quelle di Lucca e di Retegui, come ovvio che sia, ma con in comune due aspetti cruciali: la distanza dal profilo di "predestinati" (con annessa gavetta con cui fare i conti) e i numeri della stagione appena conclusa. Lucca ha chiuso la stagione con la maglia dell'Udinese con 8 gol e 4 assist in 37 presenze, Retegui ha messo a referto - agli ordini di Gilardino - 7 reti e 2 assist per i compagni in 29 presenze (numeri a cui si aggiungono un gol in Coppa Italia per Lucca e 2 per Retegui). Soffermandosi sul minutaggio Lucca è rimasto in campo per 2601 minuti, Retegui per 2225 minuti.
Per valutare i numeri dei due occorre comunque sottolineare come, globalmente, l'Udinese abbia faticato più del Genoa a trovare la via del gol (37 le reti bianconere contro le 45 rossoblù): Lucca è stato il calciatore dei friulani più determinante tra gol e assist (partecipando al 32,4% dei gol messi a segno in una stagione difficile a livello di squadra, chiusa con una salvezza all'ultima giornata). Ci sono al contempo altri dati che spiccano, rendendo più intrigante un profilo oppure l'altro: Retegui è stato più cinico, con meno errori sotto porta, Lucca ha sprecato di più (11 big chance mancate contro le 4 dell'italoargentino). Al contempo il calciatore in prestito a Udine dal Pisa si è fatto valere maggiormente in ripiegamento, ha fatto pesare i due metri di altezza nei duelli aerei, ha commesso e soprattutto ha subito molti più falli dell'italoargentino (52 falli commessi e 54 falli subiti per Lucca, 36 e 25 per Retegui). Il genoano, inoltre, deve il minutaggio inferiore a quello del calciatore piemontese agli infortuni che ne hanno minato la continuità: ben 7 le partite saltate per infortunio, solo una l'assenza forzata per Lucca (contro l'Inter per un infortunio alla coscia).
Le caratteristiche
Un'annata non può esaurire la definizione di un calciatore, nel bene e nel male: non mancano esempi di elementi in grado di regalare exploit di una sola stagione oppure, al contrario, c'è chi dopo un anno opaco si riscatta e trova continuità (soprattutto pensando ai centravanti e al loro rapporto con il gol). Occorre dunque spingersi oltre e interrogarci sulle qualità e le caratteristiche dei due "candidati" presi in considerazione, Lucca e Retegui (basandosi sul responso dell'ultima stagione e su quanto raccontato in passato). Partiamo dal classe 2000 Lucca, attaccante alto 2 metri che non deve però essere accomunato in toto ad altri profili dalla statura simile (come Djuric, pensando a chi Palladino conosce bene). A fronte di un impatto tutt'altro che semplice con la Serie A, con tanto di grandi occasioni sprecate e di un digiuno durato 6 giornate prima di trovare il primo gol, si può riconoscere all'Udinese il merito di averci creduto e al ragazzo la capacità di diventare inamovibile anche a là dell'impatto sotto porta (comunque sufficiente a fine stagione, in rapporto ai pochi gol segnati dai friulani nel complesso).
Si nota nel gioco di Lucca, rispetto a tanti attaccanti della stessa statura, al ricerca di una certa estetica e - soprattutto - il desiderio malcelato di emulare l'idolo Ibrahimovic: non solo duelli aerei o sponde fortunose ma, ancor di più, doti acrobatiche, di coordinazione e di controllo che vanno a caratterizzarne il profilo. Si tratta di un desiderio espresso anche esplicitamente da Lucca: "Sono alto come lui, anche un po’ di più, quindi cerco di imitarlo. Ne studio i movimenti, le giocate, e provo a ripeterli", disse a La Gazzetta dello Sport riferendosi a Ibra, sul finire del 2021. Al di là del 3-5-2, modulo più utilizzato dell'Udinese nell'ultima stagione, si sottolinea anche l'impiego di Lucca come terminale offensivo nel 3-4-2-1 su cui ha puntato Cannavaro nel finale di stagione: una prospettiva che può tornare utile e valida anche in chiave gigliata, immaginandolo con Palladino in panchina. Le statistiche ci consegnano d'altro canto traccia di qualche difetto nel legare il gioco e nel dialogo coi compagni, con una percentuale di passaggi riusciti del 61% (67,5% per Retegui).
Passiamo appunto Retegui e troviamo un profilo di centravanti differente, un elemento seguito da tempo da paragoni ingombranti (e deleteri) che ha iniziato a farsi conoscere col Genoa ma che ha ancora margini di miglioramento (infortuni permettendo). Non parliamo di un centravanti che può dare le stesse garanzie di Lucca spalle alla porta, nella difesa del pallone o nella sponda aerea: il 2000 di proprietà del Pisa, di fatto, è un valore aggiunto da quel punto di vista, Retegui sa dare il meglio di sé - invece - nell'attaccare lo spazio e nel lavoro senza palla (andando a disturbare il possesso dei difensori, palesando coraggio e generosità). L'italoargentino, rispetto a Lucca, mostra movimenti più da rapace e fa valere una maggiore potenza di tiro, una cattiveria diversa che si allontana dalla ricerca estetica che si citava a proposito del centravanti di proprietà del Pisa: si perde qualcosa nel far salire la squadra, nel potersi appoggiare sulla punta, ma si guadagna in quanto a cinismo e caratteristiche da nove puro. Si tratta dunque di chiedersi quali siano le necessità della Fiorentina di Palladino e quale possa essere il centravanti ideale per il neo-tecnico viola, un interrogativo che ci porta a far pendere l'ago della bilancia - seppur in modo leggero - verso Lucca, anche per un discorso di rapporto qualità-prezzo, al di là del valore assoluto del calciatore.
Prezzo e ingaggio
Le ambizioni ribadite da Pradè non possono ovviamente slegarsi in toto da valutazioni di natura finanziaria ed è chiaro che, vedendola da questo punto di vista, il momento ideale per assicurarsi Retegui sia già passato. L'italoargentino, già accostato ai viola lo scorso anno, si è accasato al Genoa per 15 milioni di euro e i rossoblù intendono incassare quanto più possibile dal suo eventuale addio, considerando poi come l'indiziato principale per un addio sia Gudmundsson. Il Grifone, data la cessione pressoché certa dell'islandese, potrebbe trovarsi sereno nel gestire le offerte per Retegui, senza alcun motivo per rivedere al ribasso la valutazione del calciatore. In questo senso è lecito pensare che 20 milioni di euro sia una base di partenza, una base già importante (senza contare che per Il Secolo XIX il Genoa punterebbe a incassare addirittura 30 milioni, il doppio di quanto investito).
L'ingaggio da 2 milioni a stagione, poi, non è fuori budget ma rappresenta un impegno probabilmente maggiore rispetto a quello che richiederebbe Lucca (che attualmente guadagna 500mila euro a stagione, fonte Capology). L'attaccante reduce dall'annata all'Udinese è di proprietà del Pisa, i friulani sono pronti a riscattarlo per 8 milioni di euro e la Fiorentina dovrebbe dunque andare a inserirsi in questo quadro. Non una situazione semplice ma, a conti fatti, un investimento che si prospetterebbe inferiore rispetto a quello tra i 20 e i 30 milioni che servirebbe per avere Retegui. Se per Retegui il momento "giusto" sembra definitivamente passato, perlomeno per renderlo un affare, il discorso può ancora valere per Lucca a patto che ci sia la volontà di scommetterci con fiducia, senza traballare di fronte ai primi mugugni della piazza per un gol sbagliato.