Ribery tirato a lucido è la nota lieta di una Fiorentina sprecona: ora la Lazio, senza Chiesa
Il confine tra una partita superflua e una fondamentale non è poi così netto, la Fiorentina dovrebbe averlo capito lo scorso anno quando, contro ogni previsione, finì per conquistarsi la salvezza solo all'ultima giornata, nella malinconica sfida contro il Genoa. Sembra passato un secolo ma non è così e certe lezioni sono da imparare. Il futuro di Iachini, uno stadio da costruire o da rifare, le prestigiose suggestioni di mercato: tutto affascinante ma prima c'è la salvezza, da giocarsi anche col Brescia.
OCCHI SU FRANCK - Posizione scomoda quella dei viola: tanti giocatori fondamentali in diffida e il rischio di venire risucchiati nella zona più pericolosa da qui a breve. Un timore che si percepisce e che si amplifica poi col gol delle Rondinelle, su rigore. Ribery attira su di sé l'attenzione e a sprazzi regala grandi giocate: i duelli tra il francese e i giovani del Brescia, compreso il gioiello Tonali, sono uno dei temi suggestivi della partita. Il gol di Pezzella per l'1-1, di testa in tuffo, ha un significato particolare: anche il capitano è stato affetto da Covid-19, uno dei tanti nel gruppo viola, ed è doppiamente bello vederlo esultare. Meno bella è l'insistenza con cui Dalbert cerca di farsi espellere sul finire del primo tempo: fallo su fallo dopo aver preso un giallo, Iachini non può che sostituirlo.
Il tridente Chiesa-Vlahovic-Ribery è ancora da studiare e da capire: il serbo è la boa, al centro, Ribery è libero di creare e rientra per dialogare con Castrovilli, Chiesa svaria, corre e si danna l'anima provando a trovarsi in più posti contemporaneamente. Ribery non si è scordato come si dribbla, lo fa a ripetizione, ma davvero non tira mai: eccesso di altruismo, vuole mandare in gol i giovani compagni e attira su di sé i difensori bresciani, come una calamita. I due gol annullati alla Fiorentina non fanno troppo rumore: decisioni giuste anche se non semplici. La ripresa vede i viola macinare gioco con ritmo diverso, Duncan fa eccezione: va a mezza velocità e Iachini opta per il cambio. Viola a caccia del gol per tutto il secondo tempo, anche in dieci (espulso Caceres): tanta sfortuna sotto porta e poca concretezza.
Cosa resta al di là dell'1-1? Ribery in campo per novanta minuti è la nota lieta principale, è tornato ed è tirato a lucido. Al netto della sfortuna la ripresa ha visto i viola in crescita, propositivi anche con l'uomo in meno. L'avversario però era il Brescia, fanalino di coda e con tante assenze: il vero banco di prova sarà sabato contro la Lazio, quando servirà molto di più per uscirne indenni e quando mancherà lo squalificato Federico Chiesa.
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