Rivoluzione Fiorentina: da chi deve ripartire il club viola?
La Fiorentina non ha più niente da chiedere a questa stagione. Con la salvezza conquistata nella scorsa giornata, adesso deve rivolgere lo sguardo verso il futuro, pianificando un prossimo campionato alla sua altezza. Sì, perché dire che le ultime due stagioni (quelle in era Commisso) siano state deludenti è un eufemismo. Un organico di quella qualità non avrebbe dovuto lottare per la salvezza, ma competere per le posizioni più nobili della classifica. Del resto, ottimi giocatori singoli non fanno necessariamente una squadra: serve sempre il giusto ingrediente che mixi il tutto alla perfezione. Nel calcio si chiama allenatore e, da Montella a Iachini passando per Prandelli, nessuno c’è riuscito. O non gli è stato dato il tempo, a seconda delle prospettive. Sappiamo già che la panchina viola verrà affidata a un nuovo tecnico. Tanti sono i nomi fatti, Gattuso sembra quello in pole position. Ma per venire alla viola, vuole garanzie. Una squadra in grado di stare nella parte in alto a sinistra della classifica.
E allora, dobbiamo capire da chi può ripartire la Fiorentina nella prossima stagione. Partiamo dai giocatori.
Sicuramente il primo nome che balza nella mente è Dusan Vlahovic. Un talento impressionante già da quando calcava i campi della Primavera. Le qualità fisiche e tecniche non sono mai mancate, quello che gli serviva era la continuità che Prandelli gli ha garantito. Permettendogli di crescere a dismisura e trasformandolo in una macchina da goal inarrestabile: la classifica marcatori dice 21 goal (e aveva segnato anche al Napoli, peccato che fosse in fuorigioco). 21 come i suoi anni, eppure si muove come un veterano. Primo 2000 nella storia del calcio italiano a essere così produttivo: nella partita contro il Genoa, con 12 reti, aveva superato il Kulusevski della scorsa stagione. In Europa è tra 4/5 giovani più prolifici e nel 2021 ha segnato tanti goal (o quasi) quanto Messi. Numeri da capogiro che a Firenze non si vedevano da tanto tempo.
Ma non è solo questo. Vlahovic ha trascinato la Fiorentina verso la salvezza con la sua grinta, lottando ogni partita da solo contro la difesa avversaria. Ormai il talento serbo fa reparto da solo ed è inamovibile nella nuova Fiorentina.
Vlahovic ha fatto ciò che ci si aspettava facesse Ribery. La sua stagione - complice gli infortuni, la lontananza dalla famiglia e il suo atteggiamento - è stata deludente. Ma la Fiorentina è davvero pronta a fare a meno di lui? Ribery è si diventato un problema, ma può tornare a essere la soluzione, accettando però di giocare meno. La sua qualità ed esperienza possono essere utili a partita in corso e può ancora essere un maestro per i più giovani e un aiuto per compagni e allenatore.
Salendo a centrocampo, c’è un altro giocatore che ha avuto un campionato difficile: Gaetano Castrovilli. Diversi acciacchi muscolari l’hanno condizionato, così come un problema fisico che si porta dietro dalla stagione scorsa e che lo limita fortemente. Solo nelle ultime giornate, soprattutto contro la Lazio, si è visto nuovamente il Castrovilli che aveva stregato tutti nel 2019. Un talento esploso così rapidamente, con personalità da veterano, che è diventato subito uno degli uomini chiave del progetto della Fiorentina. E lo sarà anche in futuro.
Accanto a lui ritroverà senz’altro Amrabat e Bonaventura (quest’ultimo anche come riserva di lusso). La svolta per loro è stata la partita contro il Verona, quando Iachini li ha invertiti. Il calciatore marocchino è così tornato lo straripante giocatore dell’anno passato, ritrovando i suoi equilibri. Bonaventura ha avuto più libertà d’inserimento, divenendo estremamente pericoloso. Diventando una pedina fondamentale per la risalita viola.
In difesa – e probabilmente in porta - sarà rivoluzione. La certezza da cui ripartire si chiama Martinez Quarta. L’impatto con la Serie A non è stato semplice e, dopo alcune prime difficili partite, è riuscito a dimostrare ampiamente il suo valore, facendo innamorare tutti i tifosi viola. Con lui, però, potrebbe essere riconfermato Igor, un difensore strapotente che, fermato da un infortunio, non ha potuto esprimere al meglio tutto il suo potenziale.
A livello dirigenziale tante sono state le critiche mosse a Daniele Pradé, direttore sportivo della Viola. Solitamente è la figura che viene incolpata se il mercato è fallimentare, ma ricordiamoci che alle spalle ha un presidente dal carattere forte e dominante. Di conseguenza, molte delle sue scelte potrebbero essere state condizionate da questo motivo. Nonostante ciò, Pradé può ancora far bene alla Fiorentina. Ma non da solo. Due sono le strade: la prima è affiancarlo a un altro dirigente com’era stato fatto nella stagione 2012-13 quando Pradé e Macia lavoravano insieme per la rifondazione viola. L’altra strada consiste nel seguire le direttive del nuovo allenatore al quale verrà messo in mano il progetto tecnico della Fiorentina. E per questo, si spera, non si debba aspettare ancora tanto.