Rocco Commisso lancia frecciate a Inter, Milan e al sistema calcio italiano
Raggiunto telefonicamente da La Gazzetta dello Sport, da New York il patron della Fiorentina Rocco Commisso ha rilasciato una lunga intervista dove tra i tanti temi trattati, si è soffermato sul sistema calcio italiano e su alcune decisioni prese e non prese e che potrebbero aver reso irregolare la vittoria di alcuni Scudetti negli ultimi anni. Come sempre, senza troppi giri di parole, l'imprenditore italo-americano ne ha per tutti.
"Certe vittorie sono arrivate grazie a situazioni debitorie assurde che hanno portato i club quasi alla bancarotta e poi successivamente nelle mani di fondi, per la mancata restituzione da parte delle proprietà dei prestiti ricevuti. Io ora mi chiedo se chi ha vinto in certi anni poteva essere iscritto al campionato...".
"Stavo per comprare il Milan anni fa, poi è finito nelle mani di mister Li, e sapete tutti come è andata a finire. E Zhang? Non si sa più dove sia... Anche lui costretto a lasciare l'Inter, indebitata con il fondo Oaktree. Infine il caso Juventus: da Cristiano Ronaldo in poi, Exor in cinque anni ha dovuto mettere di tasca propria 900 milioni di euro per sistemare i bilanci, nonostante i ricavi annuali fosse superiori a 450 milioni di euro, più del triplo di quelli della Fiorentina".
"La fiducia nel movimento calcistico italiano c'è sempre ma non ho visto miglioramenti. A partire dalle regole. La Juventus ha subito una penalizzazione per irregolarità, ma Milan e Inter hanno continuato a spendere nonostante i centinaia di milioni di debiti e non sono mai state penalizzate per questo. Non si è voluto intervenire. Questi club volevano aggiustare i bilanci con i soldi della SuperLega. Per fortuna il progetto è fallito ed il calcio si è salvato".
"Credo che questo immobilismo sia una malattia italiana. Dobbiamo mettere il calcio in protezione, facendo rispettare le regole e percorrendo nuove strade. In Italia però non si riesce a farlo, non si riesce a cambiare il sistema per ottenere più risorse e garantire un equilibrio tra entrate e uscite. Chi investe nel calcio italiano oggi deve continuamente ripianare e mettere altri soldi. Un pozzo senza fondo. Io nel secondo triennio della mia presidenza ho messo gli stesso soldi del primo triennio. I Friedkin credo abbiano investito nella Roma quasi un miliardo di euro. L'unico momento in cui le proprietà potranno rientrare delle spese sostenute è quando rivenderanno il club, se non sono andate prima in bancarotta. Perché continueranno a mettere soldi nel club finché ne avranno".