Roma-Fiorentina è Friedkin-Commisso: differenze e punti in comune tra le due proprietà

Dan e Ryan Friedkin
Dan e Ryan Friedkin / TIZIANA FABI/Getty Images
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Tra gli intrecci e gli spunti di analisi presentati da Roma-Fiorentina, sfida in programma domani all'Olimpico, un posto speciale spetta senz'altro alle due proprietà a stelle e strisce: due storie diverse, sicuramente, ma dotate al contempo di qualche tratto in comune, se non altro pensando alla voglia di lasciare il segno nel calcio italiano.

Rocco Commisso, presidente della Fiorentina
Rocco Commisso, presidente della Fiorentina / Gabriele Maltinti/Getty Images

Da un lato c'è l'ultimo arrivato in ordine di tempo, Dan Friedkin, e dall'altro "l'italiano" Rocco Commisso, sempre pronto a ricordare a gran voce le proprie origini calabresi ancor prima della provenienza dagli States. Il profilo dei due segna insomma già le prime differenze: da una parte l'imprenditore che opera a fari spenti, almeno nelle prime battute dell'avventura giallorossa, dall'altro lato un vulcano sempre pronto a regalare dichiarazioni sopra le righe e momenti di intrattenimento e di show, anche al di là della sostanza e della voglia di lavorare "fast, fast, fast".

La volontà di risollevare le sorti di Roma e Fiorentina è ovviamente un tratto in comune, seppur con proporzioni diverse: i giallorossi hanno chiaramente l'ambizione di tornare sul principale palcoscenico europeo, la Champions, mentre i viola vogliono tornare in pianta stabile tra le squadre che lottano per l'Europa League, lasciandosi alle spalle un periodo opaco vissuto a metà classifica. I percorsi sono e saranno diversi: nel caso di Commisso il peso delle infrastrutture appare addirittura più centrale, come dimostra il progetto già approvato per il Centro Sportivo (il Viola Park) che promette di essere uno dei più all'avanguardia in Italia e persino oltre.

Esultanza della Roma a San Siro
Esultanza della Roma a San Siro / Marco Luzzani/Getty Images

La questione nuovo stadio è fondamentale per Commisso (persino imprescindibile) e, notoriamente, ha un ruolo anche in casa Roma, nella Capitale però - almeno per il momento - sembra fondamentale ristrutturare la società, ripensare la sua organizzazione per poi guardare oltre, stadio compreso, forti di una ritrovata stabilità finanziaria. La necessità di riassestarsi dal punto di vista finanziario può essere letta anche come taglio di alcuni ingaggi sproporzionati, fiducia ai giovani e possibilità di generare plusvalenze. In casa viola la tendenza non è la stessa, Commisso anzi ha riportato il monte ingaggi della Fiorentina al settimo posto in Italia, ingaggiando anche elementi esperti (e costosi) come Ribery e Callejon.

Se Friedkin ritiene la Roma "un gigante addormentato" dall'altro lato abbiamo un Commisso che, con sincerità, sottolinea il peso del centro sportivo e dello stadio come tappe per aumentare il peso economico del club e per iniziare a ridurre le distanze dalle corazzate del calcio italiano, tornando così a lottare per qualcosa d'importante. Un tratto in comune è da ricercare poi nella voglia di entrambi di puntare sul nome di città come Roma e Firenze: riscoprire e rinnovare il senso identitario con un occhio di riguardo anche al futuro, alle nuove generazioni e al legame col territorio. Un percorso lungo e tortuoso, è evidente, ma sia Friedkin che Commisso hanno le carte in regola per lasciare il segno nel calcio italiano.


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