Roma, Mourinho-show in conferenza: "Non sono qui in vacanza. Entro 3 anni festeggeremo qualcosa"

José Mourinho
José Mourinho / Fabio Rossi/Getty Images
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Giorno speciale in casa Roma: alle 13.30 è stato infatti presentato ufficialmente José Mourinho. La conferenza del neo-tecnico giallorosso ha destato un grandissimo interesse, tanto da diventare un vero e proprio evento mediatico.

La presentazione si è tenuta nella suggestiva Terrazza Caffarelli, ai piedi del Campidoglio, ed è stata trasmessa dai canali social del club e dal Canale 20 di Mediaset. Insieme allo Special One presenti anche Tiago Pinto, i Friedkin, Guido Fienga e Jorge Mendes.

Non perdiamo e scopriamo cos'ha detto Mourinho alla stampa:

Tiago Pinto apre l'evento: "Ecco Mourinho. Cosa devo dirvi di più? Oggi è un giorno felice perché è il primo step verso un cambiamento di mentalità. Abbiamo grandi aspettative non solo per la prossima stagione, ma anche per i tre anni successivi. La carriera di Mourinho parla da sé. Però ci tengo a ringraziare sia Dan e Ryan Friedkin per l'opportunità di poterlo ingaggiare sia Mourinho per la fiducia riposta nel nostro progetto. Siamo soddisfatti dell'opportunità di imparare e far crescere la Roma con Mourinho".

Le prime parole di Mourinho: "Devo prima di tutto ringraziare i tifosi perché l'accoglienza che mi hanno riservato è stata eccezionale. Non ho fatto ancora niente, quindi mi sento in debito per un benvenuto così emozionante. Ovviamente devo ringraziare la famiglia Friedkin e Tiago per la fiducia. So già che mi chiederete perché sono qua. Bene, prima che me lo chiediate, vi rispondo già: sono vicino alla statua di Marco Aurelio, nulla viene dal nulla e nulla ritorna nel nulla. Questo ha un significato molto simile a quello che ho sentito quando ho parlato col club. Mi ha molto colpito il progetto della società: pensare al futuro senza dimenticare però l'eredità e il passato di questa squadra. Il tempo nel calcio non sempre esiste, ma qua sì, ed è anche fondamentale: la società non vuole il successo oggi, vuole creare una situazione sostenibile per vincere domani. Ora è tempo per me e i miei di lavorare, di creare il giusto ambiente per poterlo fare. So anche che mi chiederete se la bellezza di Roma mi ha spinto a venire qui. Vi dico di no. Non sono in vacanza, ma per lavorare. È una città bellissima, ma sono qui per lavorare. Quindi, visto che alle 16 c'è allenamento, io me ne vado".

Mourinho si alza e se ne va... ma poi torna a sedersi con un sorriso bonario. Nel frattempo iniziano le domande.

Cosa pensi delle pressioni da parte di una piazza così calorosa? "Ho cambiato numero di telefono già tre volte, perché - non so come - riuscite sempre a trovarlo. Scherzi a parte, è fantastico. Per chi ha lavorato in Italia quando vai via questa cosa manca. Ora però dobbiamo solo concentrarci sul nostro lavoro e, con tutto il rispetto per voi giornalisti, non sul vostro. Sapete che non sono simpatico e magari per voi non sarà un piacere lavorare con me, ma io lavoro per difendere il mio club. All'interno di Trigoria dobbiamo pensare a questo, abbiamo un lavoro da fare e io rispetterò quello dei giornalisti".

Come cambierai la mentalità della Roma? "Per cambiare la mentalità della squadra, prima di tutto devo conoscerla. Non posso cambiare niente se non so cos'ho a disposizione. Oggi è il primo giorno di allenamento e i giocatori capiranno qual è il mio modo di lavorare: quello che non è 100% non va bene. Quando sono arrivato, ho fatto la quarantena nel centro sportivo e questo ha permesso di vivere all'interno del centro di allenamento. Ho parlato con le persone, ho visto grande gioia nel poter lavorare insieme. Queste sono sensazioni buone, ho provato un grande feeling".

Quanti giocatori hai 'chiamato'? "Non ho parlato con nessuno. Puoi credere che sia una bugia, ma è la verità. Parlo con gli addetti ai lavori tutti i giorni, ma mai con i giocatori esterni alla società".

Tornare nel calcio italiano è la sfida più importante della tua carriera? "La prossima sfida è sempre quella più importante e questa lo è. Quando parli della Serie A, parli di una Nazionale che magari vincerà un Europeo e quasi tutti i giocatori, tranne Verratti e altri, giocano nel campionato italiano. E se all'estero non è visto come campionato principale è responsabilità nostra, vuol dire che dobbiamo fare di più. Personalmente lavoro per la Roma, non lavoro per il calcio italiano, ma se ognuno di noi può fare qualcosa in più dobbiamo farlo".

Come si è evoluto Mourinho in questi 11 anni? "Se gli anni non ci rendono professionisti migliori, significa che stiamo sbagliando qualcosa. Oggi sono la stessa persona, più matura certo, ma il DNA è sempre lo stesso".

Cosa intendi fare con Dzeko? "Non ti devo dire quello che faccio nel mio club, quindi non chiedermi con chi e di cosa parlo. Sarò antipatico, ma non condividerò mai con la stampa ciò che farò all'interno. Se sarà capitano? I giocatori e la società lo devono sapere prima dei giornalisti".

Edin Dzeko
Dzeko tornerà a essere il capitano della Roma? / Silvia Lore/Getty Images

Quali sono gli obiettivi della Roma con Mourinho? "Lavorare, seminare e raccogliere i frutti. Ho un contratto di tre anni, ovviamente spetterà alla società decidere il mio futuro, ma ho firmato un triennale. Qua non si vince da tanti anni, quindi dobbiamo prima di tutto scoprire perché questa squadra è arrivata a 29 punti dalla prima e 14 dal quarto posto. Devo pormi queste domande e devo trovare le risposte. Il club e i manager sanno che c'è molto lavoro da fare e vogliono vincere dei titoli. Vincere immediatamente non succede spesso, ma nel calcio mai dire mai".

Cosa pensi di Cristante e Spinazzola? "Siamo felici di avere questi giocatori in una nazionale che sta facendo così bene e che abbiano il 50% di possibilità di tornare a Roma da campioni d'Europa. Non ho mai lavorato con loro, ma ne sono già orgoglioso perché li considero già miei giocatori. Cristante è un giocatore di talento; purtroppo Mancini non può schierare più di 11 giocatori, ma ha una grande considerazione di lui, tanto da inserirlo spesso. Ha una personalità di squadra fantastica e lo aspetto a braccia aperte. Per quanto riguarda Spinazzola, dispiace per lui, ma ha una gioia di vivere incredibile. E' arrivato a Trigoria infortunato e sembrava non fosse successo niente, era molto positivo. Non lo avremo a disposizione per tanto tempo ed è una situazione dura per tutti. In rosa abbiamo Calafiori che sarà confermato in prima squadra, ma - scusi direttore - abbiamo bisogno di un terzino sinistro".

Domanda per Pinto, preoccupa il budget di mercato? "Abbiamo analizzato la squadra e sappiamo di cosa ha bisogno. Sappiamo tutti che questo sarà un mercato particolare, ma stiamo lavorando ogni giorno per trovare le soluzioni migliori. Alla fine del mercato, avremo una squadra degna di Mourinho".

Si torna su Mourinho, 11 anni dopo quali sono i tuoi sentimenti? "Io sono l'allenatore della Roma. Non voglio essere niente di più perché c'è tanto da fare qui. Il mio ruolo sarà questo 24 ore ad eccezione di qualche ora quando andrò a dormire. Se poi come conseguenza del nostro lavoro alla Roma potremo dare qualcosa in più al calcio italiano sarà fantastico. Ovviamente, farò di tutto per difendere i miei giocatori e il mio club. Tuttavia, non sarò io a cercare problemi. Mi voglio divertire e penso che ci potremo divertire tutti, esperienza e maturità mi lasciano in una situazione più solida dal punto di vista emozionale".

Come commenti le critiche nei tuoi confronti? "Io sono vittima di tutto quello che ho fatto, del modo in cui la gente mi guarda. Al Manchester United ho vinto tre titoli ed è stato un disastro. Al Tottenham ho raggiunto una finale di Coppa che non mi hanno fatto giocare ed è stato un disastro. Parlando in maniera pragmatica, ora abbiamo un solo obiettivo: vincere la prima partita ufficiale, che credo sia quella di Conference League. Dopodiché l'obiettivo sarà vincere la seconda e così via. Da un punto di vista più ampio, l'obiettivo è migliorare. Le strutture di Trigoria sono già cambiate, è più bella, più adatta al nostro lavoro. Oltre alle strutture fisiche non ci resta che migliorare quelle umane".

Cosa rispondi a coloro che ti considerano in fase discendente? "Non rispondo niente. Negli ultimi tre club ho vinto una Premier col Chelsea, tre trofei con lo United e una finale di coppa col Tottenham. Quello che per me è un disastro altri non lo hanno mai fatto in vita loro, ma la colpa è mia, di ciò che ho fatto in passato".

Ajax v Manchester United - UEFA Europa League Final
L'EL conquistata da Mourinho col Manchester United / Etsuo Hara/Getty Images

Cosa pensi della Roma di Mourinho? "Non voglio la Roma di Mourinho, io non sono nessuno, sono solo uno dei tanti addetti ai lavori. Puoi parlarmi della Juve di Max Allegri, del Napoli di Spalletti, ma la Roma di Mourinho non mi piace".

La Roma può vincere già da subito? "Per me non è un'ossessione, ma ci sono dei dati da cui non possiamo scappare. Non vinciamo da anni e abbiamo finito 29 punti dalla vetta e 16 punti dietro il quarto posto. Da questo non possiamo scappare. Da questo non possiamo scappare. Per prima cosa dobbiamo capire perché, capire come migliorare questo progetto fino al punto in cui vogliamo arrivare. Parliamo di tempo, una parola chiave quando ci siamo incontrati la prima volta con la proprietà e per questo progetto. Se possiamo accelerare, comunque, tanto meglio. Questa è la mia natura e voglio che i giocatori ed il club abbiano questo tipo di mentalità".

Sarebbe positiva una stagione senza titoli? "Voi parlate sempre di titoli? Io parlo di progetto, di lavoro, di tempo. È troppo facile parlare di titoli. I titoli arriveranno, perché la società non vuole un successo isolato, vuole arrivarci e rimanere lì. E questo è più difficile. Un successo isolato è più semplice da raggiungere, magari vinci e non hai i soldi per pagare gli stipendi. Noi invece vogliamo essere sostenibili e siamo chiari con questo progetto".

Come vedi Zaniolo? "Dobbiamo capire, comunicare, analizzare. Ho una squadra tecnica, che mi piace tanto, con talento e passione. Zaniolo ha un talento fantastico come altri nella squadra. Sappiamo cosa è successo dal punto di vista degli infortuni, per il bene di tutti dobbiamo trovargli l'habitat naturale per farlo esprimere al massimo. Dobbiamo avere un'idea di gioco che i calciatori possano condividere e in cui i calciatori si possano divertire".

Hai già un'idea tattica di base? "Ovvio che ce l'ho, ma devo lavorarci ogni giorno per permettere ai giocatori di rendere al massimo. Dobbiamo creare una situazione di comfort, non possiamo giocare in un modo che non piace ai giocatori. Così si esprime al massimo il potenziale. Il calcio di oggi è cambiato, non si può parlare di moduli di gioco, devi saper cambiare in corso d'opera. Puoi giocare in un modo quando hai la palla e in un altro quando la perdi. I giocatori hanno più cultura tattica e noi dobbiamo andare in questa direzione".

All or Nothing ti rappresenta al meglio? "Non lo so, non l'ho visto, ma credo di sì. Le telecamere erano nascoste, inizialmente avevi un po' paura, ma alla fine ci siamo dimenticati perfino di avere i microfoni".

Cosa proverai quando incontrerai l'Inter e cosa pensi dell'addio di Conte? "Nelle storie dei club ci sono degli allenatori di cui non devi parlare mai. Qua non puoi paragonare nessuno a Liedholm o Capello. All'Inter non puoi paragonare nessuno a me o a Herrera".

Jose Mourinho, Antonio Conte
Mourinho e Conte non avranno modo di rincontrarsi / Clive Brunskill/Getty Images

Il tuo connazionale Cristiano Ronaldo deve temerti? "Ronaldo non deve preoccuparsi di me perché non faccio il difensore centrale, sono troppo scarso e troppo vecchio".

Come vedi la Roma fra tre anni, con o senza Mourinho? "Che festeggia".

Cosa? "Qualcosa".

Domanda dei tifosi: se dovessi vincere a Roma, molti dei nuovi nati si chiameranno José, come ti fa sentire questa cosa? "Chiamateli Giuseppe".


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