Salernitana promossa in Serie A, ma ora Lotito è costretto a vendere il club
Nell'ultima giornata di Serie B c'era ancora molto da decidere, in particolare chi avrebbe accompagnato l'Empoli in Serie A senza passare dai playoff. A contendersi il secondo posto c'erano la Salernitana di Claudio Lotito e il Monza guidato da Berlusconi-Galliani. Questi ultimi hanno perso il derby con il Brescia 2-0, mentre la Salernitana ha sconfitto il Pescara già retrocesso per 3-0. Questi risultati hanno spedito gli uomini di Castori dritti in A dopo ben 23 anni, scatenando la festa dei tifosi che sono subito scesi in città a festeggiare. Festeggiamenti che la squadra ha proseguito a Cascia, raggiunta poi dal presidente Lotito, che ha commentato così: "Una grande gioia e una grande soddisfazione. Ho mantenuto gli impegni che avevo assunto".
Impegni mantenuti, certo, ma a questo punto il lavoro di Lotito alla guida della Salernitana, tra l'altro non molto amato dai tifosi che lo avevano accusato di usare la squadra soltanto come una succursale della Lazio, è probabilmente giunto al termine. Lotito dovrà vendere la Salernitana entro 30 giorni, non per problemi economici, ma per ragioni burocratiche. Lotito possiede due club professionistici in Serie A adesso, andando contro il regolamento.
L'articolo 16 bis delle Noif (Norme organizzative interne FIGC) stabilisce infatti che: "Non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale". In breve, un soggetto, in questo caso Lotito, non può possedere due club che competono nello stesso campionato. Quest'articolo rafforza anche il principio dell'art.7 comma 8 che impedisce la partecipazione in più società a livello professionistico.
Dunque ci si chiede come sia possibile che Lotito possieda due club professionistici, visto che sarebbe già andato contro il regolamento. Lotito rilevò la Salernitana nel 2011/12, quando era tra i dilettanti, continuando a tenerla anche tra i professionisti con una deroga. Ora però non c'è più nulla che si possa fare, come ha anche ribadito il presidente federale Gravina: "Le regole sono regole. Se continua a conservare la proprietà di entrambe, una non può essere iscritta al campionato".
Per risolvere questo problema Lotito aveva anche chiesto di modificare l'articolo che prevede che non possano essere proprietari del club parenti o affini fino al quarto grado. In questo modo Lotito avrebbe potuto continuare a gestire la Salernitana anche in A, perché metà del club è del cognato Marco Mezzaroma, che detiene metà del club attraverso la Morgenstern S.r.l, mentre l'altra metà è detenuta dal figlio Enrico Lotito attraverso la Omnia Service S.rl.
Questa decisione non era stata neanche presa in considerazione, anzi, la FIGC ha inasprito ulteriormente le regole, decretando che dal 1 luglio chi possiede un club professionistico non potrà possederne nessun altro neanche nei dilettanti, salvo i casi già esistenti che avranno una deroga. Dunque a questo punto la Salernitana dovrà essere venduta a terzi entro 30 giorni, pena l'esclusione in Serie A, come spiega il comma 4 dell'art.16 bis delle Noif: "Qualora sopravvengano situazioni tali da determinare in capo al medesimo soggetto situazioni di controllo diretto o indiretto in società della medesima categoria, i soggetti interessati dovranno darne immediata comunicazione alla FIGC e porvi termine entro i 30 giorni successivi".
Lotito sembra però aver risolto il problema: secondo quanto riportato da Calciomercato.com avrebbe già trovato un acquirente, un importante imprenditore romano, la cosa sembrerebbe già fatta. Dunque con il presidente ai saluti i campani tornano in Serie A dopo 23 anni, per la gioia di tutti i tifosi che attendevano da tanto tempo questo momento.
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