Sarri: "Non è mai facile e scontato vincere. Alla Juventus non potevo aspettarmi di meglio"

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FBL-ITA-SERIEA-JUVENTUS-SAMPDORIA / MARCO BERTORELLO/Getty Images
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Maurizio Sarri ha vinto il suo primo Scudetto e si è presentato ai microfoni di Sky Sport visibilmente stanco ed emozionato. Il tecnico della Juventus ha parlato liberamente e senza peli sulla lingua, rispondendo alle domande degli ospiti dello studio di Sky Sport. Queste le sue parole.

Che sapore ha questo Scudetto?

"Ha un sapore forte e particolare perché vincere è difficile e questa è una squadra che vince da tanti anni e ogni anno diventa sempre più complicato e difficile. Quando nello sport si dà qualcosa di scontato è una delle più grandi bugie. È sempre difficile rimanere al top per tanti anni. Non ho esultato in campo perché avevo paura delle secchiate in faccia"

Come sta Dybala?

"Va valutato domani con calma. La sensazione è che un problema muscolare ci sia".

Hai sfiorato lo Scudetto con il Napoli e l'hai vinto con la Juventus. Hai capito dove sta la differenza?

"Cristiano, Dybala fanno la differenza ed è chiaro che lo Scudetto è gran parte merito loro ma la società è importantissima. Il presidente è sempre vicino, anche e soprattutto nelle sconfitte. Sempre presente con la squadra, agli allenamenti. Qui la società è un componente assai importante".

Cosa hai trovato di positivo e negativo nella Juventus?

"A livello di organizzazione la società è tra le top europee. Ha tutto e non potevo aspettarmi di meglio. Bisogna sempre entrare in punta di piedi e cambiare piano piano le cose che ti piacciono meglio. Non si può entrare in una società che vince da otto anni e voler cambiare tutto subito".

Non sei integralista come ti disegnano. Qual è la difficoltà più grossa di quest'anno?

"Far convivere certi giocatori che hanno determinate caratteristiche e cercare di farli giocare insieme. Non era scontato come si è visto negli anni scorsi. Dybala e Ronaldo per esempio non hanno giocato sempre insieme. Sono due fuoriclasse ma non è sempre semplice farli convivere. Alla lunga ce l'abbiamo fatta".

Prima del lockdown Dybala e Ronaldo non erano affini, nel post lockdown sì. Cosa è cambiato prima e dopo la sosta?

"Diciamo che prima del lockdown nell'ultima settimana abbiamo dato una sensazione di solidità che poi abbiamo perso alla ripresa del campionato. Probabilmente in questo periodo c'erano delle componenti fisiche e mentali che hanno cambiato tutto. Questa è una squadra che deve trovare ordine e continuità nelle partite. Una squadra con ampi margini di miglioramento".

Uno dei momenti chiave della stagione è stato quando hai parlato chiaro con i giocatori?

"Io ho sempre discusso e mi sono sempre confrontato con la squadra. Penso sia una cosa normale, perché serve per cercare dei miglioramenti".

Adesso arriva il bello o ora arriva il difficile?

"Oggi farei a meno di pensarci alla Champions. Almeno una notte di soddisfazione vorrei passarla, chiaro che poi il livello della Champions è superiore e quindi arriverà il bello e il difficile. Vediamo come ci arriviamo. Noi arriviamo con 14 partite in 40 giorni, altri con una sola partita ufficiale alle spalle. È un torneo dove è difficile fare previsioni. Noi giochiamo fino a cinque giorni prima della ripresa, altri sono fermi da un mese e dovranno riprepararsi. Sarebbe importante superare la gara contro il Lione perché quest'anno la vedo come una competizione ancora più imprevedibile".

Quali erano le sensazioni il primo giorno di Juventus e quali sono quelle dopo un anno?

"Il primo giorno vedi campioni e fuoriclasse e dopo un anno vedi ragazzi, vedi le persone e non vedi più i fuoriclasse. Con il tempo ti affezioni ai giocatori e il rapporto cambia: il primo giorno è un rapporto professionale poi diventa più profondo".


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