Sbloccastadi, è la svolta o l'ennesima opportunità politica? Il caso Fiorentina
L'approvazione in Commissione del cosiddetto emendamento "Sbloccastadi" è stata accolta con malcelata gioia dalle istituzioni fiorentine, in maniera tutto sommato trasversale sul fronte politico, ma al contempo non è arrivata ancora una presa di posizione ufficiale o ufficiosa da parte del patron della Fiorentina Rocco Commisso. Il numero uno di Mediacom, primo sostenitore di misure che rendano meno complesso l'iter burocratico per realizzare o rinnovare gli impianti vetusti del nostro Paese, ha scelto stavolta la strategia dell'attesa.
Il motivo? Il patron viola potrebbe aver imparato una lezione importante, dopo un anno dall'arrivo in viola: essere preda dei facili entusiasmi può essere un'arma a doppio taglio e, dunque, prima di reagire occorre capire in concreto di cosa si sta parlando, cosa cambia realmente col via libera all'emendamento per i destini del Franchi e dell'area che lo circonda. Il dubbio che probabilmente frena Commisso potrebbe legarsi al significato dell'entusiasmo "rumoroso" delle istituzioni: si tratta di una svolta vera per la Fiorentina o di un'opportunità politica in senso stretto? La voglia di "mettere il timbro" su un simile passo, in sostanza, potrebbe amplificare l'entusiasmo espresso mediaticamente.
I punti da chiarire sono sostanzialmente due: la Soprintendenza è da considerarsi "fuori dai giochi" oppure riuscirà nuovamente a porre un freno alle ambizioni e alle necessità di ammodernamento e adeguamento dello storico impianto? Il vincolo economico-funzionale diventa prioritario sui noti vincoli architettonici, questo il senso dell'emendamento, ma Commisso è già rimasto scottato troppe volte per potersi abbandonare a celebrazioni premature. L'emendamento, in sostanza, non cancella in toto i vincoli diversi da quelli di natura economica, pur mettendoli in secondo piano. E poi: tenendo fermo l'obiettivo di uno stadio di proprietà come potrà essere gestita la questione col Comune di Firenze? Tornerà in ballo l'ipotesi di una concessione a lungo termine, comunque mai esclusa a priori dalla proprietà viola, ma sarà certo un tema da affrontare e dalla risoluzione non così automatica.
Gli spazi a uso commerciale e la Tramvia, poi, giocheranno un altro ruolo strategico nel restyling della zona, aspetto fondamentale per incontrare le intenzioni di Commisso per la crescita del club. I temi in ballo sono numerosi, la spinta sembra essere quella giusta - in attesa dell'approvazione definitiva in Camera e Senato - ma servirà ancora tempo per capire se, davvero, è arrivato il momento della svolta.
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