Sentenza storica: la Corte di Giustizia UE si esprime in favore della Superlega
Giornata cruciale per l'assetto del calcio europeo, è arrivata la sentenza tanto attesa della Corte di Giustizia Europea in merito alla Superlega e al ruolo della UEFA: gran parte della contrapposizione ruotava proprio attorno alla posizione della UEFA stessa e al potenziale regime di monopolio della Federazione (con abuso di posizione dominante, in contrasto con le norme europee sulla concorrenza).
I 15 componenti della Corte si sono espressi sostanzialmente in favore delle posizioni della Superlega e di A22 Sports: si va verso il superamento del regime di monopolio da parte della UEFA nell'organizzazione di competizioni. A22 Sports, tramite il CEO Reichart, ha già espresso la propria soddisfazione: "Abbiamo vinto il diritto di competere, il monopolio UEFA è finito, il calcio è libero e i club sono liberi di determinare il loro futuro, liberi dalla minaccia di sanzioni".
Un profilo, quello della Superlega, mutato anche in modo radicale fin dalla discussa nascita del progetto: con A22, infatti, l'opera svolta da Bernd Reichart ha fatto sì che la competizione perdesse quella natura strettamente elitaria degli inizi per avvicinarsi maggiormente al criterio di merito sportivo, con differenze sostanziali però rispetto all'assetto attuale in seno alla UEFA (considerando l'obiettivo di lasciare ai club la gestione degli introiti, in modo indipendente, e di garantire maggiore trasparenza in tal senso).
Le trasformazioni intercorse dall'aprile 2021 in poi hanno fatto sì che la fiducia dei promotori crescesse, con tanto di riferimenti a club che "nell'ombra" avrebbero sostenuto l'idea di superare l'attuale posizione di dominio della UEFA. Un fiducia ripagata all'ultimo pronunciamento, a suo modo storico, da parte della Corte di Giustizia UE.
La sentenza della Corte di Giustizia
Il punto chiave della sentenza, riportata da Calcio e Finanza, recita: "La Corte afferma che, quando un’impresa in posizione dominante ha il potere di determinare le condizioni in cui le imprese potenzialmente concorrenti possono accedere al mercato, tale potere deve essere soggetto a criteri adeguati per garantire trasparenza, obiettività, non discriminazione e proporzionalità, date le possibili conflittualità di interessi. Tuttavia, i poteri di FIFA e UEFA non sono soggetti a tali criteri. FIFA e UEFA stanno quindi abusando di una posizione dominante. Inoltre, a causa della loro natura arbitraria, le regole su approvazione, controllo e sanzioni devono essere considerate restrizioni ingiustificate alla libertà di fornire servizi".