Serie A, fine '90/inizio 2000: gli anni ruggenti delle "sette sorelle"

Claudio Villa/Getty Images
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Con l'astinenza da calcio i livelli di nostalgia salgono - di molto - sopra i livelli di guardia. Da anni la Serie A è territorio di conquista della Juventus, ma fino a venti anni fa (o poco più) la il campionato italiano era considerato da tutti il più difficile, ma soprattutto il più bello del mondo. Merito delle cosiddette "sette sorelle".

Alex Livesey/Getty Images

Sì, perchè sul finire degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000 erano ben 7 le squadre che si contendevano lo scudetto. Ma non solo, perchè dettavano legge anche in Europa. Juventus, Inter, Milan, Roma, Fiorentina, Lazio e Parma erano piene zeppe di campioni capaci di tenere viva la Serie A fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata. Cosa che ormai non vediamo, appunto, da tantissimi anni. Oltre alle tre grandi del nord, per antonomasia, tornano alla ribalta le due romane, che vinceranno uno scudetto a testa consecutivamente, ma soprattutto Parma e Fiorentina.

BORIS HORVAT/Getty Images

Due squadre che, dopo i fallimenti, sono tornate in Serie A per attestarsi a metà classifica (i viola) e guadagnare salvezze tranquille (i gialloblù). Ma poco più di vent'anni fa il Parma dominava in Europa, aggiudicandosi nel 1999 una Coppa Uefa con Alberto Malesani in panchina - ultima squadra italiana a farlo -. In quella finale al Luzniki di Mosca, tra gli altri, i ducali hanno schierato Chiesa, Crespo, Veron, Cannavaro, Buffon e Thuram. La Fiorentina fu capace di aggiudicarsi "solo" Coppa Italia e Supercoppa italiana, ma poteva contare su Batistuta, Rui Costa, Edmundo e Oliveira, sfiorando lo scudetto con Trapattoni in panchina e regalando emozioni intense ai suoi tifosi con le imprese di Coppa Campioni al Camp Nou con il Barcellona o ad Highbury con l'Arsenal.

GianLuca Vialli of Chelsea fights off a Vicenza player
GianLuca Vialli of Chelsea fights off a Vicenza player / Ross Kinnaird/Getty Images

Una sfida al "potere" politico degli squadroni del nord - con Calciopoli che ha dimostrato come si possano togliere le virgolette - lanciata grazie alle spese pazze di presidenti come Franco Sensi, Sergio Cragnotti, Vittorio Cecchi Gori e Calisto Tanzi, che hanno portato a far fallire i club oppure a doverli vendere.

Giuseppe Cacace/Getty Images

Un campionato altamente competitivo ha prodotto una presenza fissa negli appuntamenti importanti in Europa. Per citare un episodio clamoroso, la vittoria della Coppa Italia da parte del piccolo Vicenza di Pasquale Luiso e Marcelo Otero, che poi sfiora la vittoria in Coppa delle Coppe (che la Lazio si aggiudicherà nel 1999) arrendendosi al Chelsea di Vialli solo in semifinale. Un miraggio lontano, ora che conta solo arrivare quarti per arraffare i milioni dei diritti tv della Uefa.


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