La Serie A riuscirà mai a modernizzare gli stadi?
Di Marco Deiana
"Temiamo che l’iter burocratico si stia allungando. Come in tutti i progetti, però, esistono sempre dei piani alternativi...". Ha parlato così Alessandro Antonello, amministratore delegato dell'Inter, in una recente intervista a La Gazzetta dello Sport, ha messo in allerta il Sindaco di Milano sulla riqualificazione dell'area San Siro e la costruzione di un nuovo impianto al posto dell'attuale Giuseppe Meazza.
È un primo segnale d'allarme lanciato da Inter e Milan, che confermano la fine dell'esclusiva legata a San Siro. Da questo momento le due milanesi sono libere di scegliere una alternativa alla zona San Siro per la costruzione del nuovo impianto, per buona pace di chi - e la mia non vuole essere una critica - ha messo i bastoni tra le ruote a questo progetto.
E la situazione milanese è solamente una conferma di ciò che è l'Italia calcistica (e non solo...). Burocrazia, burocrazia e ancora burocrazia. Ormai diventa quasi un'impresa modernizzare (o costruire da zero) delle strutture.
Ma gli anni passano e diversi stadi italiani (ma limitiamoci solo alla Serie A, dove ci sono più risorse per investire) iniziano a sentire il peso dell'età dal punto di vista pratico. La FIGC spinge per ospitare un evento internazionale ma l'Italia ha gli impianti idonei per farlo?
Proprio la situazione milanese ha dimostrato che anche davanti a delle scadenze più o meno brevi (stadio da costruire prima dell'inizio delle Olimpiadi di Milano/Cortina 2026, salvo poi ipotizzare la presenza di due stadi in quello stesso periodo per "salutare" degnamente il Meazza prima della demolizione), nel Bel Paese diventa tutto complicato. Ad oggi invece appare sempre più difficile pensare anche solo l'inizio dei lavori entro quella data, tra possibili referendum, dibattiti pubblici e solite lungaggini burocratiche che posticipano di mese in mese le varie fasi del progetto del nuovo impianto.
Progetti in stand-by in Italia
Milano è solo la punta dell'iceberg. A Cagliari nell'estate 2017 in circa quattro mesi è stato costruito uno stadio provvisorio, adiacente allo stadio Sant'Elia, con l'obiettivo di demolire e ricostruire un nuovo impianto da zero sulle macerie della vecchia struttura.
Ad oggi manca ancora il progetto definitivo di uno stadio i cui lavori sarebbero dovuti iniziare nel 2020. Ma come Cagliari, in Italia sono in ballo diversi progetti. Da Bologna a Firenze passando per Roma.
A Bologna l'idea è simile a quella isolana: stadio provvisorio per poi ristrutturare il Dall'Ara. A Firenze Commisso vorrebbe buttar giù il Franchi per costruire un impianto moderno e all'avanguardia, ma si scontra con i limiti dovuti alla storicità della struttura. La Capitale meriterebbe un capitolo a parte, considerando tutte le difficoltà riscontrate dalla Roma per la costruzione di un nuovo stadio lontano dall'Olimpico.
Stadi ristrutturati e costruiti da zero in Serie A
Poi c'è chi, con pazienza, strategia e - forse - un pizzico di fortuna, è riuscito nell'impresa di costruire o ristrutturare uno stadio. La Juventus con l'Allianz Stadium, l'Atalanta con il Gewiss Stadium e l'Udinese con la Dacia Arena.
A La Spezia lo stadio Picco è stato ristrutturato in parte e la società sta portando avanti le pratiche per proseguire con altri lavori di ammodernamento.
Conclusione
Insomma, a parte rare eccezioni, in Italia sembra davvero difficile costruire nuovi stadi e rendere moderne le strutture presenti in Serie A. Ciò si riflette sugli incassi delle varie società, sempre più legate ai diritti televisivi, e sulla possibilità di ospitare grandi eventi internazionali (Europei o Mondiali) nel territorio italiano.
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