Sindaco o "traditore": Fiorentina, è giusto riprendere Borja Valero?
L'esperienza di Borja Valero con la maglia dell'Inter si è di fatto chiusa ieri, con l'ammissione dell'esperto spagnolo di essere in procinto di lasciare il club nerazzurro dopo tre stagioni. Un bilancio fatto di 100 presenze e 5 gol racconta una tappa comunque importante, anche se fatta di alti e bassi. per un elemento versatile, prezioso e mai dimenticato a Firenze.
E anche quest'anno, puntuale, riecco la voce sul possibile ritorno di Borja alla Fiorentina. Idea che torna a momenti alterni e che trova reazioni diverse all'interno del popolo viola: c'è chi lo chiama ancora Sindaco, chi lo porta ancora nel cuore, ma non mancano coloro che hanno vissuto come "tradimento" l'addio del 2017. La storia ha detto qualcosa: sicuramente lo spagnolo ha alzato l'asticella grazie ai campionati vissuti in nerazzurro, con qualificazioni Champions e una finale di Europa League raggiunta, e dal punto di vista sportivo ha legittimato la discussa scelta di andarsene.
Ma, adesso, un ritorno può avere senso? Può averlo se collocato nella giusta dimensione: chiudere un cerchio e superare le ruggini, fornendo a un gruppo giovane un prezioso bonus di esperienza. Il tutto, magari, immaginando un possibile domani anche fuori dal campo: Commisso ha dimostrato, del resto, di dare un valore a chi ha indossato la maglia viola da giocatore (Dainelli e Aquilani ad esempio insegnano). Sarebbe di fatto una "ciliegina" e non un ingrediente fondamentale: gli innesti necessari per le fondamenta sono altri, diversi anagraficamente e tecnicamente dal profilo di Borja. Né traditore né salvatore della Patria, dunque, ma semplicemente un bel finale per una storia importante.
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