Sostituire Amrabat sarà la chiave del mercato della Fiorentina

Amrabat
Amrabat / Alex Grimm/GettyImages
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Ci si dimentica spesso quanto sia sottile la linea che separa un esubero da un punto fermo, un separato in casa da un elemento imprescindibile di un gruppo: il percorso di Sofyan Amrabat con la maglia della Fiorentina ci illustra in modo esatto l'ambiguità di simili distinzioni, quanto siano destinate a durare lo spazio di poche settimane per poi ribaltarsi. Il caso di Amrabat è appunto emblematico: arrivato in qualità di pupillo di Commisso, ridotto a potenziale cedibile nell'arco di un anno e poi divenuto del tutto centrale nella Fiorentina di Italiano (con un Mondiale vissuto da protagonista come timbro ulteriore sulla sua crescita).

Si è spesso detto come Amrabat fosse vittima di una sorta di equivoco tattico o comunque di aspettative non coerenti con l'identità dell'ex Verona, coi suoi punti di forza che fecero a suo tempo scattare la scintilla con Commisso. Il Mondiale col Marocco ci ha permesso di superare definitivamente tale misunderstandig, l'idea che Amrabat potesse di fatto sostituire Torreira in tutto e per tutto, portandoci su un livello diverso e rendendo ancor più chiaro quanto un elemento simile possa risultare vitale all'interno della squadra gigliata di Italiano (nel 4-3-3 come nel 4-2-3-1 utilizzato in questa stagione).

Vincenzo Italiano, Sofyan Amrabat
Italiano e Amrabat / Gabriele Maltinti/GettyImages

Equilibrio e sacrificio

Inizialmente, pensando ad Amrabat ancora in funzione dell'assenza di Torreira, si poteva facilmente realizzare come - analizzandone le qualità da play - tutto fosse destinato a diventare più lento e macchinoso, considerando insomma tempi di gioco diversi, facendone un fatto di ritmo. A conti fatti, con l'aiuto di quanto espresso sul campo dalla Fiorentina 2022/23, si è compresa la funzione cruciale del centrocampista marocchino in una squadra costantemente votata all'attacco, capace di mettere in campo una grande intensità in fase di possesso e bisognosa - dunque - di un equilibratore, di un elemento in grado di dare muscoli e polmoni a un centrocampo dall'indole spiccatamente offensiva.

In un recente gioco social, in cui i compagni di squadra erano chiamati a definire lo stesso Amrabat, gli aspetti che emergevano con maggior forza erano l'energia nell'inseguire gli avversari, la fase d'interdizione e, appunto, l'equilibrio. Tutte doti a cui è difficile rinunciare, chiaramente, con l'accento da porre però proprio sulla capacità di interrompere le ripartenze inseguendo l'avversario di turno, la forza di sacrificarsi per i compagni e di non mollare un pallone in circostanze che, a priori, potrebbero apparire disperate. Qualità che, del resto, sono state apprezzate anche fuori dal contesto viola grazie alla vetrina dei Mondiali, tale da spingere il Barcellona a muoversi per strapparlo alla Fiorentina già a gennaio.

Il mercato presenta il conto

La capacità di chiudere la porta ai tentativi blaugrana, da parte dei viola, ha però un valore simile a quello di un gentlemen agreement: per adesso resti, finisci la stagione e poi (portando un'offerta in linea col valore di mercato) potrai partire. Il copione appariva già prevedibile a gennaio, dunque, e adesso sembra presentare effettivamente il conto: le parole usate da Amrabat per tracciare un bilancio della stagione sanno di addio, di una storia già passata, raccontano tra le righe (ma nemmeno troppo) una volontà di spiccare il volo e di chiudere la parentesi, seppur importante, coi viola.

Una volontà ribadita del resto dal fratello del centrocampista, parlando a ESPN: "Sofyan vuole arrivare al massimo, il suo desiderio è giocare in Spagna, è in cima alla lista del Barcellona". Niente, insomma, che richieda grandi sforzi d'immaginazione: la strada appare tracciata, al di là di quella che sarà la destinazione effettiva. A Firenze, archiviata la dolorosa doppia sconfitta nelle finali giocate, ci si interroga ora sul futuro di Vincenzo Italiano e sul tema dell'incontro imminente con Commisso.

C'è da scommettere che uno dei temi portanti possa essere proprio quello attinente al post-Amrabat, alla necessità di poter scegliere un profilo che (per quanto possibile) restituisca ai viola un altro equilibratore, che dia muscoli e spirito di sacrificio a un centrocampo altrimenti troppo leggero. Diventa ovvio e lampante, considerando Bonaventura, Barak, Castrovilli e Sabiri, quanto la sostituzione di Amrabat sia davvero il tema chiave del mercato viola che sta per partire, sia il presupposto necessario per non stravolgere l'identità della squadra, per non interromperne la crescita.