Spalletti chiede scusa ai tifosi e promette un ringiovanimento della Nazionale

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti / Claudio Villa/GettyImages
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È il momento delle spiegazioni per l'Italia, dopo un Europeo disastroso culminato con la cocente eliminazione agli ottavi di finale contro la Svizzera di ieri pomeriggio. Direttamente dal ritiro di Iserlohn, Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa per spiegare i motivi della débâcle azzurra.

I ringraziamenti ai tifosi: "Ringrazio i tifosi della vicinanza e dell'amore, i calciatori per la disponibilità e la professionalità a mettere in campo quello che gli chiedevo e lo staff federale per la qualità e disponibilità nel trovare soluzioni a ogni problema. Mi dispiace non aver fatto vedere il loro livello di qualità".

Si è visto il miglior Spalletti possibile? "No, non lo avete visto in questi 10 mesi altrimenti farei discorsi diversi. Mi è stato detto di aver alzato troppo i toni, aver fatto uso di miti da seguire, ma così è la mia vita. Ci vogliono sempre esempi da seguire altrimenti cosa sarebbe il nostro percorso. Io sono entrato che c'era subito urgenza di risultati e per quello che necessitava il momento siamo stati bravi fino a un certo punto, non siamo riusciti a crescere in questo mini percorso fatto e ieri si è fatto un passo indietro importante che non si può accettare. Ma si riparte da lì, penso di sapere cosa fare e lo metterò in pratica".

Ringiovanimento: "La partita di ieri ci ha riportato allo zero e da lì ripartiamo. Ringiovanirò questa rosa per creare un gruppo, sulla leadership non mi sono state date le risposte che cercavo. Il futuro sarà più giovane con energie e forze nuove".

Un'Italia senza leader: "Difficile trovare calciatori come Chiellini e Bonucci, ma si è visto che dando la possibilità a calciatori come Calafiori si può trovare qualità. Dobbiamo credere che ci siano potenzialità che passano attraverso il gioco senza dover essere quello votato a gestire altre cose".

È stata la notte più dura della tua vita? "No, la mia vita è tutta complicata, a volte sono state complicate da gestire anche le vittorie. Tante notti passate a pensare al calcio per amore e passione. Mi sono fatto tanti amici... Quella più evidente è la telefonata di Matilde che mi dice ti voglio bene, quella supera tutto".

Il confronto con i giocatori: "Siamo arrivati all'Europeo con qualificazione meritata ma difficile. Sapevamo di avere difficoltà massimali, lo racconta la storia che i club che abbiamo affrontato siano organizzati bene tra esperienza e maturità. Noi siamo tra le più giovani, ce n'è solo una più giovane di noi. Ci si aspettava più reazione ma fino alla qualificazione c'è stata reazione diversa da quella di ieri. Ieri ci fa rimanere male, si diventa responsabili in maniera importante. Se ci siamo capiti con la squadra? Ho sempre avuto confronto giornaliero con loro e non ho visto criticità particolari. Non so se lei allude a qualcosa di più preciso... Sono stato addosso perché ho cercato di fare il mio lavoro al 100%, ho ritenuto giusto non far passare niente. È un'analisi che devo fare, ci penserò, mi sembrava tutto abbastanza normale. Ci sono già passato, quando lotti per non retrocedere dalla C1 alla C2 è la stessa cosa, poi cambia quello che c'è in palio. La maglia dell'Italia è il massimo a cui aspirare".

Sulla delusione: "Io ho detto che ero rimasto sorpreso dalla disponibilità dei giocatori e resto della stessa idea fino alla partita di ieri. Di quella sono deluso perché non ho visto reazione, anche contro la Spagna l'ultimo quarto d'ora abbiamo creato situazioni dove si poteva pareggiare. Ieri ho visto meno questa rabbia di riconquistare palloni, sfidare un avversario che era alla nostra portata. Le analisi le faccio andando ad approfondire quello che ho visto in partita, che ha una realtà differente. Abbiamo fatto troppo poco. Se la risposta è questa, io devo fare qualcosa di diverso".

La Nazionale è diventata un peso? "L'umore della squadra era perfetto e corretto. Non serve avere sorrisi plastificati. C'era la giusta riflessione sull'importanza del torneo. Abbiamo detto sempre la stessa cosa. Stava nascendo un gruppo sano e solido. Io ho visto i giocatori tranquilli in allenamento e fuori dall'allenamento. Tutti i giocatori erano legati e amici. La maglia azzurra può diventare un peso? Non lo so, ma cercheremo di capire e parlare con i giocatori per avere una risposta. Ieri prima di partire verso il campo abbiamo chiesto chi non se la sentiva di tirare eventualmente i calci di rigore. E diversi hanno detto che non volevano batterli".

Differenze tra l'allenare un club e una nazionale: "In Nazionale si ha meno tempo e non si può giocare psicologicamente con la mente e l'esperienza dei giocatori. Il vestito azzurro l'ho messo anche oggi e mi sta benissimo. Le differenza a fare l'allenatore della Nazionale ci sono e se queste hanno portato qualche complicazione devo fare in fretta a trovare nuove soluzioni".

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