Spalletti: "Inter? Non baratto gli obiettivi per la mia immagine. Io a Firenze? Dicono che ho un problema"
Luciano Spalletti, ex tecnico di Roma e Inter tuttora sotto contratto coi nerazzurri, è tornato a parlare e lo ha fatto ai microfoni di Casa Sky Sport, intervenendo in diretta. Queste le sue parole:
La ripartenza del calcio italiano?
"Qualunque soluzione per finire il campionato farà contenti e scontenti, quando si è costretti a cambiare in corsa non c'è una soluzione equa per tutti. Penso che si dovrà tornare a giocare, pensando soprattutto a mettersi le mani sul cuore. Le persone vogliono vedere il calcio. Io sarei contento di veder ripartire il campionato. Bisogna farlo pensando alla gente, con la consapevolezza che il calcio è uno degli strumenti più potenti per tornare alla normalità".
"Il ricordo più bello all'Inter? Molti, siamo arrivati in fondo alle stagioni col fiato sul collo di chi rimaneva fuori dalla Champions. Sono stati momenti forti. La vittoria a Roma contro la Lazio è stato uno dei momenti che mi ha fatto gioire di più, anche la vittoria nel derby nella seconda stagione. Io sottovalutato? Non so, raggiungere la Champions è l'obiettivo principale, anche superiore a vincere la Coppa Italia spesso. Ti fa far parte del torneo più bello. Delle difficoltà ci sono state, non ho mai barattato gli obiettivi per preservare la mia immagine personale".
A Firenze col progetto Commisso?
"Non conta il bel progetto o la possibilità di spendere 200 milioni, io ritorno ad allenare perché mi piace fare questo lavoro, non vedo l'ora di farlo il prima possibile. Non ci vuole per forza un progetto, bisogna allenare quel che ti viene messo a disposizione. La Fiorentina è in buonissime mani con Iachini, anche per fare alta classifica. Ultimamente loro hanno detto che Spalletti si porta dietro un problema e che sarebbe difficile metterlo a posto...".
Totti e il rapporto che si è rovinato?
"Le due diverse fasi hanno richiesto un atteggiamento diverso, io con Francesco penso di aver avuto un buon rapporto in generale. Per me contano i risultati della squadra, devo passare di lì e dalla voglia di avere una classifica importante. Sono successe delle cose che hanno reso differenti i miei comportamenti ma sempre per il bene della squadra, io auguro a Francesco di diventare un grande manager".
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