La stagione nera delle italiane in Europa: le 6 tappe di un anno deludente
È dal 2003 che non si assiste al trionfo assoluto del calcio italiano a livello europeo, con il Milan che vinse la Champions League contro la Juventus e anche la Supercoppa Uefa in quello stesso anno. L'Inter è stata l'ultima squadra a trionfare in Champions League, tra le italiane, nel 2009/2010. Invece, negli ultimi anni, ci ritroviamo sempre a commentare le disfatte delle italiane, in particolar modo di Inter e Juventus, ma è un discorso che comunque riguarda tutti (a rotazione). Questa stagione in particolar modo è stata nera per le italiane. Andiamo a vedere cosa ha segnato il percorso di ogni squadra in Europa League e Champions League.
1. Napoli, che sfortuna!
Il Napoli ha, o perlomeno aveva, tutte le carte in regola per proseguire il suo percorso europeo e allo stesso tempo andare avanti in campionato. Lo sta dimostrando nelle ultime partite di stagione. Allora cos'è che non è andato? Il Granada è stato fatale per i partenopei, ma più di tutti a stroncare i sogni degli azzurri sono stati il Covid e gli infortuni. Senza attacco per circa due mesi o poco più, con il gioiello Dries Mertens infortunato, per non parlare di Osimhen, Petagna e Lozano. Una strage insomma, che non ha giovato alle scelte di Rino Gattuso. L'andata in casa degli spagnoli è terminata 2-0 e al ritorno il Napoli ha avuto la possibilità di rimontare, e l’illusione l’aveva alimentata la rete di Zielinski al 3'. Sembrava l’episodio giusto per il Napoli, invece Gattuso ha deciso di non farsi travolgere dell'entusiasmo. Strategia fallimentare, perché il Granada si è ripreso dalla botta, ha conquistato campo, ha iniziato a pressare alto, eliminando così gli azzurri.
2. Lazio, poca competitività
E continuando a parlare di sfortuna, sicuramente c'è di mezzo anche la cara vecchia Lazio. Anni ad aspettare di tornare in Champions League e lo fa alla grande eh. Esordio con il Borussia Dortmund all'Olimpico, vinto 3-1. Qualificati alla fase ad eliminazione da imbattuti nel girone. L'unica pecca è quella di non avere una rosa all'altezza, o meglio dei cambi all'altezza. Beccare i giganti tedeschi del Bayern Monaco agli ottavi ha dimostrato che con poca competitività non si va da nessuna parte. Poi si può ragionare anche in un altro modo: se non ci fosse stata la positività di Immobile, il caso tamponi, la Lazio se la sarebbe potuta giocare meglio con il Club Brugge e lo Zenit. Non avrebbe pareggiato e sarebbe arrivata prima nel girone. Ci sono tanti se e tanti ma nel calcio, di certo se i biancocelesti vogliono proseguire tra l'Europa dei grandi devono investire, perché le qualità le hanno tutte.
3. Inter e il poco cinismo di Antonio Conte
Ormai è diventata un'abitudine: il gioco di Antonio Conte e l'Europa non vanno per niente d'accordo. Uno dei migliori allenatori in circolazione, questo è certo, ma il caro Antonio di internazionale non ha vinto niente. E se c'è da recriminare qualcosa in questa stagione all'Inter, sicuramente è la partita con il Real Madrid, o forse un po' tutte. Gli errori in fase di impostazione, poco cinismo e la lettura approssimativa a gara in corsa di Conte hanno complicato tremendamente il passaggio alla fase a eliminazione diretta della Champions League. Ah, non dimentichiamoci degli orrori di Vidal contro il Borussia Monchengladbach, che sono costati caro al cileno e alla sua pazza Inter.
4. L'Atalanta e Remo Freuler
Qui, più che parlare di sfortuna, bisognerebbe fare un lungo discorso su come vengono arbitrate la partite. Se ne sentono di tutti i colori oramai, ma ciò che ha compromesso quella che era la possibilità dell'Atalanta di proseguire il proprio percorso in Champions League è stata per certo l'espulsione no-sense di Remo Freuler. Quella assurda follia di estrarre il cartellino rosso per una classica e semplice spallata del bergamasco ai danni di Mendy. L'arbitro tedesco Stieler lo ha espulso giudicando l'azione una chiara occasione da gol. Una decisione eccessiva che ha privato Gasperini di uno dei suoi top player e ha mentalmente disturbato l'Atalanta.
5. Juventus, era rigore!
Proseguiamo con le sviste arbitrali. Porto-Juventus è stata la gara che ha sancito la fine del percorso dei bianconeri in Champions League. E' vero, c'era ancora un ritorno da disputare, ma ormai l'errore arbitrale di De Cerro Grande in pieno recupero ha compromesso tutto. Un fallo clamoroso di Zaidu su Ronaldo e che l'arbitro ha lasciato correre. Prima fischia per fermare il gioco, e poi fischia la fine. Probabilmente il VAR aveva già staccato tutto, o stavano lì con le mani in mano.
6. Roma, Fonseca e gli infortuni
E veniamo all'ultima squadra. La sopravvissuta fino ad oggi, o almeno fino alla prossima settimana, delle competizioni europee. La Roma di Paulo Fonseca ha disputato una Europa League con pochi difetti e tanti pregi. Ieri però il tecnico giallorosso ha peccato di superbia in un certo senso. Inserire Veretout dal primo minuto, reduce da un infortunio, dopo giorni senza vedere il campo, è stato un grave errore da parte di Paulo. A seguire le altre due sostituzioni obbligate per Pau Lopez e Spinazzola hanno inciso negativamente sulla partita terminata 6-2 per lo United. I romanisti dovranno sperare in un miracolo, tipo Roma-Barcellona, ma nel calcio mai direi mai.
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