Storie di sponsor nel calcio: l'impero Parmalat a livello mondiale negli anni '90
Di Marco Deiana
Leggi Parmalat e pensi subito al Parma, ai suoi successi negli anni '90. Ma l'azienda nata a Collecchio e fondata da Calisto Tanzi ha avuto un ruolo di primaria importanza nel mondo del calcio a livello mondiale. Tra acquisizioni e accordi di sponsorizzazione, l'ex patron del Parma aveva le mani ovunque. Dall'Italia al Sud America, passando per Est Europa, Oceania e anche Centro America. Senza dimenticare anche le importanti partnership con alcune delle squadre più importanti del calcio europeo (occidentale). Possiamo definirlo, senza mezzi termini, un impero. Distrutto nei primi anni 2000 con il crack finanziario che ha colpito l'azienda emiliana e, di conseguenza, tutte le squadre legate alla Parmalat.
Parma come asset principale
Il matrimonio tra Parma e Parmalat inizia il 1° luglio 1987 quando l'azienda di Collecchio diventa sponsor ufficiale, nonché socio di minoranza del club ducale. Nel giro di tre anni la società passerà completamente in mano alla famiglia Tanzi e ciò segnerà l'inizio del decennio più importante della storia del club gialloblù.
Negli anni '90 infatti il Parma diventa una delle squadre italiane più vincenti in Europa. Nella bacheca dei ducali arrivano due Coppe UEFA, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea, oltre a tre Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. È mancata la ciliegina sulla torta: la vittoria dello Scudetto, solo sfiorato nella stagione 1996-97, campionato terminato ad appena due punti di distanza dal primo posto occupato dalla Juventus. Nei primi anni 2000, il crack finanziario che colpisce Parmalat, costringe l'azienda di Collecchio ad abbandonare il proprio impegno con il Parma, chiudendo così l'impero costruito dalla famiglia Tanzi nel mondo del calcio.
L'espansione in Sud America
Parma come asset principale. Boca Juniors, Palmeiras e Penarol come tridente per avere il controllo del calcio in Sud America. Ma l'espansione - soprattutto in Brasile - è stata inarrestabile tra gli anni '90 e i primi anni 2000.
Il trio delle meraviglie
Le ambizioni della famiglia Tanzi erano enormi, tanto che negli anni '90 prendono il controllo del Palmeiras, club brasiliano fondato da italiani emigrati in Brasile, che in quel periodo navigava in cattive acque. Una piccola parte del fatturato di Parmalat (che solo nel Sud America si aggirava intorno ai 400 miliardi di vecchie lire all'anno) venne girato per la crescita del club verdeoro. Il Palmeiras così si ritrova ad essere tra le squadre più ricche del campionato brasiliano, avendo a disposizione denaro che gli altri club non potevano permettersi.
I grossi investimenti della Parmalat, e la presenza di calciatori del calibro di Edmundo, Cafu, Mazinho, Rivaldo, Djalminha e Roberto Carlos, interrompono il digiuno di vittorie del Palmeiras. Nel giro di pochi anni infatti nella sua bacheca arrivano una Copa Libertadores, due titoli brasiliani e una Coppa del Brasile. Per inquadrare meglio le intenzioni della famiglia Tanzi con il club verdeoro, si pensi solamente che nel 1992 cercò di portare in squadra niente meno che Diego Armando Maradona, con un investimento totale di 30 miliardi di vecchie lire tra costo del cartellino e ingaggio. L'idea era quella di far giocare il Pibe de Oro in Brasile per un anno e poi "spostarlo" al Boca Juniors (altra squadra in orbita Parmalat) nella stagione successiva, coronando il sogno dell'argentino di concludere la carriera nella squadra che lo lanciò. L'affare però venne rallentato dagli sponsor giapponesi di Maradona che costringevano il calciatore a calcare campi europei, perciò proseguì la carriera in Europa firmando per il Siviglia.
Non solo Brasile. Negli anni '90 la famiglia Tanzi decide di allargare i propri orizzonti calcistici anche in Argentina e Uruguay, sottoscrivendo contratti di sponsorizzazione con due delle squadre più importanti dei due Paesi: Boca Juniors e Penarol.
Le partnership tra Parmalat e le due realtà sudamericane avevano un duplice scopo: espandere l'azienda di famiglia in quel territorio, aumentando il giro d'affari della fabbrica di Collecchio e di conseguenza aumentare il fatturato (in Argentina vennero acquistati gli stabilimenti de La Vascongada, impresa di latticini del Paese) e di conseguenza - dal punto di vista calcistico - avere il controllo (quasi) totale dei talenti del Sud America.
Il crack finanziario di Parmalat nei primi anni 2000 si rivelò fatale per il Palmeiras. Il club brasiliano, quello più legato economicamente all'azienda di Collecchio, si ritrovò (nuovamente) con l'acqua alla gola.
Altri club brasiliani
Palmeiras, Boca Juniors e Penarol non sono le uniche squadre sudamericane ad aver beneficiato della volontà di espandersi in quella parte del mondo. Infatti soprattutto il Brasile diventa terra di conquista per la famiglia Tanzi. Un anno dopo l'ingresso nel Palmeiras, la Parmalat decide di investire anche nella Juventude, club che in quel momento si trovava nella Serie B brasiliana. Dopo aver ottenuto la promozione, i brasiliani riusciranno a vincere anche una Coppa di Brasile e un campionato, per poi tornare nell'anonimato dopo l'addio dell'azienda di Collecchio.
Ma non finisce qui, alla fine degli anni '90 la Parmalat decide di investire nel Paulista, club non di primo piano nel campionato brasiliano. L'azienda di Collecchio decide subito di cambiare nome di Etti Jundiai, essendo Paulista un concorrente di Parmalat in Brasile. Questa sinergia sulla carta almeno trentennale, si interrompe nel giro di 48 mesi, con il crack finanziario che colpisce l'azienda italiana e di conseguenza toglie risorse economiche per gli investimenti nel mondo del calcio.
A metà degli anni '90 la Parmalat ha investito anche nel Santa Cruz. Tre anni di sponsorizzazione senza grossi sussulti del club a livello nazionale.
Altri club
La famiglia Tanzi ha visto nel Sud America una miniera d'oro sia dal punto di vista sportivo che commerciale. Alle squadre già citate, infatti, dobbiamo aggiungere altre squadre sponsorizzate da Parmalat. Nei primi anni 2000, poco prima del crack economico dell'azienda di Collecchio, si legò agli argentini dell'Estudiantes e del Ferro Carril.
L'azienda italiana dalla metà degli anni '90 ai primi anni 2000 sponsorizzò due club cileni, l'Universidad Catolica e l'Audax Italia La Florida; oltre alla società ecuadoriana Liga de Quito. Questi ultimi nelle loro maglie alternarono la scritta Parmalat e Santal.
Pensate sia finita così? I Tanzi puntarono anche il Venezuela con la partnership con il Deportivo Italia. Matrimonio iniziato nel 1996 quando i vertici Parmalat vennero convinti ad investire nel club venezuelano per salvarli da una situazione economica disastrosa. La squadra vinse un campionato e cambiò nome in Football Club Deportivo Italchacao, fino all'addio della multinazionale nei primi anni 2000.
Le partnership europee
Non sono mancate le ambiziose sponsorizzazioni europee. Una su tutte? Il Real Madrid, sceso in campo nella seconda metà degli anni '80 (nello stesso periodo dell'acquisizione delle quote del Parma) con lo sponsor Parmalat ben visibile sulla maglia.
La famiglia Tanzi interveniva, soprattutto, lì dove serviva un aiuto economico. È il caso delle partnership con Benfica e Marsiglia. Con i portoghesi l'accordo è durato per due stagioni (dal 1994-95 al 1995-96), stabilizzando una situazione che costrinse (oltretutto) il club ad alcune cessioni importanti, mentre quello con i francesi durò circa 16 mesi, da marzo 1996 in poi, con i biancoazzurri in Ligue 2. Il contratto firmato dalle due parti prevedeva un assegno da 6,4 miliardi di lire per il primo periodo e 9,6 miliardi di lire dopo il ritorno in Ligue 1 del club francese.
Negli anni '99 la Parmalat ha legato il proprio marchio ad altri tre club europei: Dinamo Mosca (Russia), Fehérvár (Ungheria) e CD Badajoz (Spagna).
La squadra ungherese qualcuno potrebbe conoscerla con il nome di Videoton, ma dal 1993 al 1997 l'azienda di Collecchio gli cambiò il nome prima in Parmalat e poi in Fehérvár-Parmalat FC. E gli spagnoli? Qualcuno li conosce? Hanno vissuto il loro massimo splendore proprio a cavallo tra la fine degli anni '90 e i primi anni 2000, quando lo showman Marcelo Tinelli acquistò il club con l'obiettivo di portare il club nella prima divisione spagnola, supportato anche da Parmalat. Il club toccò alcuni record, come la quota più alta di abbonamenti (poco meno di 6mila tessere) ma non riuscì a fare il salto di qualità. Il conduttore argentino abbandonò presto la nave, affossando le ambizioni del CD Badajoz che nel giro di qualche anno si ritrovò costretta a portare le carte in tribunale per accertare il fallimento.
Le altre sponsorizzazioni tra America e Oceania
Preso d'assalto il Sud America (come abbiamo già visto), la Parmalat durante il periodo di massima espansione mondiale ha puntato anche la parte centrale dell'America, prima sponsorizzando il club messicano del Toros Neza alla fine degli anni '90 e poi fondando (tramite Aldo Camorani, in quel periodo presidente dell'azienda di Collecchio) nel 2000 il Parmalat Football Club nella sede di Maragua in Nicaragua. Avventura data quattro anni, il tempo necessario per un doppio salto dalla terza alla prima divisione del campionato nicaraguense, fino all'abbandono totale per i problemi finanziari della multinazionale.
Tra le società di calcio che sono state legate alla famiglia Tanzi e al gruppo Parmalat ci sono anche due club australiani: Carlton e Brisbane. Partnership utili per la crescita aziendale in quel territorio.
La Parmalat Cup
Dal 1993 al 1998 il gruppo aziendale guidato dalla famiglia Tanzi ha organizzato sei edizioni della Parmalat Cup, una competizione che ha visto coinvolte esclusivamente squadre legate alla multinazionale di Collecchio. La formazione che ha vinto più trofei è il Penarol, con quattro vittorie, seguono Parma e Toros Neza con una edizione a testa. A questa competizione amichevole hanno partecipato anche Palmeiras, Boca Juniors, Juventude, Benfica e Universidad Catolica, spesso alternandosi di anno in anno, essendo comunque competizioni brevi (triangolari e quadrangolari).
Sono stati oltre 100 milioni di dollari gli investimenti in sponsorizzazioni calcistiche della multinazionale Parmalat negli anni '90, di cui circa 24 milioni di dollari solamente con il Palmeiras.
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