Tempo di bilanci per l'Italia di Roberto Mancini
"Nightmare before Euro2020". Ci risiamo. Per la seconda volta consecutiva l'Italia sarà costretta a guardare i mondiali di calcio dal divano di casa propria. Otto anni senza un mondiale, una "tragedia" senza precedenti, per una nazionale che dopo la disfatta svedese di San Siro, nel 2017, pensava di aver toccato il fondo. Ieri, dopo l'ennesima prestazione sconfortante, la Macedonia di Milevski, 67esima nel ranking per nazionali, spegne per sempre le speranze dell'Italia di arrivare a Qatar 2022.
Il cammino di Roberto Mancini sembra essersi fermato alla vittoria di Euro 2020, il conseguente secondo posto nei gironi di qualificazione per il Mondiale qatariota e l'eliminazione ai playoff per mano di un'avversario tutt'altro che temibile proiettano dubbi e ombre su un progetto che fino alla spedizione europea faceva ben sperare.
La ricostruzione
Il 2018 rappresenta l'anno di "transizione" per la nazionale italiana. Dopo 59 anni, l'Italia manca per la seconda volta nella sua storia l'appuntamento per le qualificazioni ai mondiali. Le dimissioni del CT Ventura e del presidente della FIGC Tavecchio, pongono i presupposti e la necessità per la costruzione di un nuovo ciclo. Sulla base di queste premesse il 14 maggio 2018, Roberto Mancini viene nominato nuovo CT della nazionale italiana. Dopo le prime tre amichevoli, non proprio esaltanti contro Arabia Saudita, Francia e Paesi Bassi, il tecnico molisano è pronto debuttare nella sua prima competizione ufficiale da CT azzurro, la Nations League. Sorteggiata in Lega A insieme a Portogallo e Polonia, la nazionale riuscirà a posizionarsi al secondo posto evitando così la retrocessione in Lega B, tuttavia il vero obiettivo di Mancini e dell'Italia è la qualificazione ad Euro 2020. Il percorso europeo si apre il 23 marzo 2019 con l'esordio contro la Finlandia che vedrà trionfare gli azzurri per 2-0. Le successive vittorie contro Liechtenstein e Grecia portano l'Italia in testa al girone del gruppo J e con due giornate di anticipo riesce a strappare il pass per l'imminente Europeo che causa pandemia verrà disputato un anno più tardi. La prima missione è compiuta.
Notti magiche
L'Italia è una delle squadre più attese a Euro 2020. La nazionale è chiamata a riscattare la debacle del 2017 ma anche a dimostrare quello che fino a quel momento aveva fatto di buono Mancini. Buona la prima. Gli azzurri esordiscono all'Europeo con una vittoria per 3-0 sulla Turchia di Calhanoglu, l'Italia torna a vincere in una grande competizione ma soprattutto a convincere, esprimendo un gioco pulito ma allo stesso tempo efficace. Ne seguono le vittorie contro Svizzera (3-0) e Galles (1-0) superando il girone a punteggio pieno e lasciando la porta inviolata, quest'ultima, impresa mai riuscita a nessuna nazionale in una competizione europea. In un ambiente che sembra aver ritrovato l'entusiasmo, il 26 giugno 2021 Roberto Mancini infrange il record di maggior numero di risultati utili consecutivi con la nazionale italiana, record che coincide con la vittoria agli Ottavi di finale per 2-1 ai danni dell'Austria. La vittoria ai quarti per 2-1 contro il Belgio consente al ct di battere un altro record, quello del maggior numero di vittorie consecutive in una competizione europea ( quindici comprese le partite di qualificazione) e il conseguente record di imbattibilità (32 partite). Dopo tre lunghi anni (compresa pandemia) da quella pagina buia del calcio italiano, la nazionale è pronta a tornare protagonista e la vittoria in semifinale ai calci rigori contro le furie rosse permettono all'Italia di andarsi a giocare la finalissima a Wembley contro i padroni di casa dell'Inghilterra. Il resto è storia. L'11 luglio del 2021 l'Italia si laurea Campione d'Europa a 53 anni dall'unico precedente della storia italiana. Mancini vince ma in primis gioca un calcio bello e coraggioso che regala la vittoria di un Europeo e un'estate indimenticabile per una nazione intera.
Il declino
Da notti magiche a notti "buie" il passo è breve. L'euforia europea sembra aver appagato ct e squadra e lo si nota già dalle prime uscite post-europeo valevoli per il mondiale in Qatar con due pareggi contro Bulgaria e Svizzera che costringono l'Italia a giocarsi tutto nelle ultime due partite contro Irlanda del Nord e gli elvetici. Nel mezzo la sconfitta in semifinale di Nations League contro la Spagna. Il momento no dell'Italia è evidente e si traduce con due deludenti pareggi, che la portano a fallire il passaggio diretto alla fase finale del Mondiale e a giocarsi i playoff nella semifinale disputata ieri contro la Macedonia.
Da San Siro al Barbera sono passati 5 anni ma l'epilogo è lo stesso. Anche questa volta l'Italia viene eliminata da una compagine tecnicamente inferiore, ma la cosa che salta più all'occhio è l'atteggiamento messo in campo dagli undici azzurri, apparsi sin da subito superficiali e mancanti di cattiveria agonistica, alla Macedonia è bastata una ripartenza e un tiro in porta di Trajkovski nei minuti finali per passare il turno, mettendo la firma su una nuova pagina "nera" del calcio italiano.
Mai come oggi FIGC, CT e squadra sono sentenziati tutti sul banco degli imputati, ma un nome sembra essere in cima alla lista, quello di Roberto Mancini, capace di passare da eroe nazionale a capro espiatorio in meno di un anno. Dopo il filotto di record e la vittoria dell'Europeo anche Mancini è sembrato molto confuso e ciò viene sottolineato dalla questione convocazioni. Sembra quasi che la formazione messa ieri in campo sia stato un atto di riconoscenza verso quei giocatori che hanno vinto l'Europeo e che ieri, francamente, non avrebbero meritato di essere in campo, Zaccagni e Zaniolo sono solo due dei nomi "eccellenti" lasciati in tribuna e che vista la forma attuale avrebbero potuto dare molta più spinta alla manovra offensiva azzurra che negli ultimi 30 metri appariva inesistente nonostante una difesa macedone non perfetta.
A questo scenario "apocalittico" si aggiungono le dichiarazioni non felici a fine partita del presidente Gravina, pronto a virare la questione sul settore giovanile e sulla mancanza di strutture. Una cosa è sicura, Mancini ha le sue colpe ma proporzionate a squadra e federazione, quest'ultima sempre più assente e con progetti a lungo termine non esaltanti. E' il momento di fare un "Mea Culpa" e chiedere scusa ad un popolo che per la seconda volta in 8 anni dovrà fare a meno delle notti magiche mondiali.
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