Theo Hernandez: "Mi sento un attaccante e Pioli non mi limita. Al Milan si vive bene"
È uno dei punti fermi del Milan, anche se questa sera nell'anticipo serale contro l'Empoli non ci sarà per squalifica, e Theo Hernandez si è concesso in una lunga intervista a L'Equipe, riportata in Italia da calciomercato.com. Il terzino francese ha parlato del suo rapporto con il Milan e con Paolo Maldini, dei compagni di squadra più importanti come Zlatan Ibrahimovic. Queste le sue parole.
"Più che difensore, sono per una parte un attaccante. Sono un terzino moderno che ama partecipare al gioco, seguire l'azione e segnare. Questo comporta anche dei rischi, ma lo sappiamo. Ho il fisico per fare questo tipo di gioco, anche se a volte è difficile. In una partita faccio circa 10 chilometri. Per il mio modo di giocare, il 3-5-2 è il sistema tattico migliore perché posso attaccare maggiormente e ho tutta la fascia davanti, ma soprattutto so di essere coperto dietro quando attacco. Quando giochi a quattro invece ti senti meno libero dal punto di vista offensivo".
"Qui al Milan ho trovato il club giusto al momento giusto. Abbiamo un grande futuro come squadra e possiamo far rinascere la società. Le persone attorno sono fantastiche, per questo motivo ho rinnovato il contratto fino al 2026. Qui c'è tutto per vivere bene, adesso dobbiamo puntare a vincere il titolo. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno per rimettere il Milan al suo posto. In cima".
"Nel Milan sono terzo o quarto capitano della gerarchia. Ci sono prima Romagnoli, Kessié, Calabria e Kjaer. Tra infortuni e Covid ho indossato la fascia per tre partite e per 24 anni è bello essere il capitano del Milan. Ti senti più forte. Non sono mai stato capitano, neanche nelle giovanili".
"Paolo Maldini è stato fondamentale per la mia firma al Milan. Ero molto vicino al Bayer Leverkusen, ma lui ha ribaltato tutto. È venuto a trovarmi in vacanza a Ibiza e abbiamo parlato di calcio, così ho capito subito che il Milan era il posto giusto. Stefano Pioli ha capito la mia natura, la mia forza e non mi ha limitato. Ho il DNA di un attaccante in un corpo di un difensore. Al Milan sono migliorato sotto porta e qualcosa è scattato con il mister. Anche Deschamps in nazionale mi dice di spingere, ma anche di non dimenticarmi di difendere".
"Giroud è un bravo ragazzo, sta facendo cose incredibili in questa stagione. Se siamo ancora in corsa per lo Scudetto, gli dobbiamo molto. È un guerriero. Mentre Ibrahimovic è un cattivo ragazzo, ma nel modo giusto. È un combattente, ma è un bravo ragazzo fuori che vuole sempre aiutarci, ci dà consigli. E quando parla Zlatan, noi ascoltiamo".
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