La Top 11 dei migliori giocatori della 30ª giornata di Serie A
Il più classico dei turni interlocutori, il 30° della Serie A, che ha visto vincere le prime sette della classifica. Evento raro in una stagione in cui la continuità è stata una caratteristica solo dell'Inter e del Milan, ma solamente fino a fine 2020. Con lo scudetto virtualmente assegnato e le ultime tre che si staccano, resta quindi viva la corsa per i tre posti restanti per la Champions League. Milan e Juventus sembrano avere qualcosa in più, come dimostrato dai successi contro Parma e Genoa, firmati da uomini "alternativi", ma Atalanta e Napoli potrebbero avere nelle gambe qualcosa di meglio di un quarto posto. E le romane non mollano. Decideranno calendario e scontri diretti, più che le motivazioni delle teoriche sparring partners delle giornate restanti, molte delle quali, dall'ottavo posto in giù, senza più obiettivi da raggiungere.
1. Guglielmo Vicario (Cagliari)
Il Cagliari perde un’altra partita e vede avvicinarsi sempre di più lo spettro della retrocessione, ma quantomeno scoprono di avere una delle migliori coppie di portieri del campionato. Il valore dell’ex Venezia e Perugia era già noto agli addetti ai lavori, ma debuttare in A sul campo dell’Inter scudettanda al posto del Nazionale Cragno parando di tutto non è roba da tutti. Eriksen se lo sognerà di notte, ma anche Sensi si vede strozzato in gola l’urlo del gol. E Darmian ci riesce al secondo tentativo…
2. Matteo Darmian (Inter)
Il suo gol sembra essere la sublimazione della stagione dell’Inter. Il successo sul Cagliari non sarà certo ricordato come quello decisivo per lo scudetto, ma nella giornata in cui gli attaccanti restano a secco e neppure riescono a rendersi particolarmente pericolosi spunta l’esterno pupillo di Conte, costretto a fare da comparsa solo per la presenza di Hakimi. Eppure l’ex United è un inno alla duttilità e allora eccolo riciclarsi come esterno sinistro per tradurre in gol un’azione manifesto del calcio di Conte, con cross di un esterno, proprio Hakimi, e inserimento dell’opposto.
3. Martin Erlic (Spezia)
C’era una volta la colonia croata dello Spezia pre-promozione, nella quale è transitato anche qualche futuro campione come Mirslav Orsic, recente mattatore in Europa League con la Dinamo Zagabria contro il Tottenham. La storia di Martin è molto diversa, essendo arrivato nel Golfo dopo le esperienze con Parma, Sassuolo e Sudtirol. Italiano lo sta imponendo come titolare e sta anche riuscendo ad affinarlo sul piano tecnico. Contro il Crotone, oltre a qualche sbavatura difensiva, arriva l’assist per Maggiore e il secondo gol in A in un mese, dopo quello al Sassuolo. In crescita.
4. Gianluca Mancini (Roma)
Difficile tenere alta la concentrazione con la semifinale di Europa League ad un passo e il campionato quasi compromesso. La colonna della difesa giallorossa non inizia al meglio contro il Bologna, con qualche disattenzione, ma poi attiva la modalità “non si passa” e torna il baluardo che i tifosi (e il suo omonimo ct…) hanno imparato a conoscere e per il tenero attacco rossoblù è notte fonda…
5. Adam Marusic (Lazio)
Sarà il Triveneto a portargli fortuna, fatto sta che il momento di grazia del montenegrino prosegue. Dopo il gran gol all’Udinese, a Verona Inzaghi e Farris lo schierano da centrale difensivo, ma la risposta è ugualmente eccellente a livello di corsa e di contributo dato alla fase di costruzione, ovviamente dopo aver fermato brillantemente gli attacchi avversari. Nella ripresa deve pensare quasi esclusivamente alla fase difensiva, ma lo fa con inaspettata attenzione e pulizia degli interventi. I tempi in cui veniva contestato sono lontanissimi.
6. Giulio Maggiore (Spezia)
Se il simbolo del sorprendente campionato degli Aquilotti resterà il marchio di Vincenzo Italiano, tra i giocatori la palma del migliore e del più continuo non può che andare a questo prodotto del vivaio che ha anche portato in alto il nome del club con l’Under 21. Ormai sempre più in confidenza con la Serie A, dopo il gol casuale contro il Cagliari ne firma un altro, pesantissimo, che vale il momentaneo 2-2 contro il Crotone, prima dell’apoteosi di Erlic. Ha corsa, tempi di gioco e di inserimento. Con questa fanno tre reti nel 2021, tutte in casa.
7. Franck Kessié (Milan)
Altro che bomber solo su rigore… Tocca quota 10 in campionato, come neppure i centrocampisti del grande Milan di Sacchi o Capello. Ere diverse e ovviamente giocatori diversi, ma l’ivoriano avanza a grandi passi verso il meritato esordio in Champions League. La sua stagione sembrava in flessione dopo la super-prova in casa del Manchester United, cui era seguito il brutto errore contro il Napoli, e invece al “Tardini” rieccolo in versione deluxe. Il gol è di classe sul piano tecnico e arriva dopo un inserimento dei suoi, ma in mezzo al campo sovrasta tutti, compagni ed avversari, rubando palloni e distribuendoli con maestria
8. Fabian Ruiz (Napoli)
Radiomercato lo indica tra i probabili partenti qualora la squadra non raggiunga la qualificazione alla Champions League. Lo spagnolo non sembra prendere in considerazione tale ipotesi, risultando tra i protagonisti a Marassi. Impiega un po’ per prendere il ritmo partita sul pressing dei centrocampisti avversari, ma quando ingrana conferma di stare su un altro livello, almeno sul piano tecnico e della visione di gioco. La velocità non è e non sarà mai il suo forte, ma quando cambia passo sa fare male e il pallone lo fa cantare eccome, anche nella discussa posizione di mediano: firma un gran gol e imbuca da campione per Zielinski, ispirando prima e dopo molte azioni pericolose della squadra. Deve trovare la rete con più continuità: appena due i gol in campionato.
9. Dejan Kulusevski (Juventus)
Il calcio offre sempre una seconda opportunità, anche a distanza di pochissimo tempo. Ecco allora che lo svedese triste riscatta lo sciagurato errore contro il Torino con una prestazione da vecchi tempi contro il Genoa. Il quarto gol in campionato, peraltro di pregevole fattura, è solo la perla più evidente di un pomeriggio felice nel quale l’ex Parma mostra tutte le proprie potenzialità a livello fisico e tecnico. In tanti gli pronosticano un gran futuro da mezzala, ma per una volta dà ragione a Pirlo straripando anche da esterno formando un’asse irresistibile con Cuadrado. Cala alla distanza, ma deve abituarsi alla doppia fase ed al lavoro difensivo.
10. Duvan Zapata (Atalanta)
Sale a 13 reti in campionato firmando la seconda doppietta del 2021 dopo quella post-Capodanno contro il Sassuolo, segnale chiaro di come la truppa del Gasp stia bene a livello fisico, a dispetto delle tante partite disputate. Sono quattro centri nelle ultime tre partite, anche se a Firenze sono quasi di più i gol sbagliati che quelli realizzati, non solo per merito di Dragowski. Devastante sul piano fisico anche contro i centraloni viola, tutt’altro che minuti, la sblocca di testa e raddoppia col destro, unendoci il solito lavoro tattico e fisico per la squadra con movimenti su tutto il fronte d’attacco. Un attaccante completo in grado di giocarsela nel ruolo anche con il totem Lukaku.
11. Dusan Vlahovic (Fiorentina)
Gioca in fiducia e si vede. Chi pensava che senza il mentore Prandelli il suo rendimento sarebbe andato in flessione viene smentito dai fatti. Il feeling tattico con Iachini è ancora da trovare, perché a tratti contro l’Atalanta il serbo sembra abbandonato dalla squadra, ma anche per questo la prestazione è quasi commovente per come riesce a fare reparto da solo col fisico e la generosità per larghi tratti della gara per poi sprigionare la propria potenza e la propria qualità per una doppietta che non servirà ai fini del risultato, ma lo fa salire a quota 15 gol in stagione, 11 dei quali nel 2021. Il centravanti che i tifosi invocavano a inizio stagione era già in rosa. Ora bisogna costruirci il resto della squadra…
12. Allenatore: Gian Piero Gasperini (Atalanta)
Ok, la prestazione della squadra sarà anche stata a due facce, ma lo spettacolo dei primi 50 minuti resta negli occhi, anche perché giunto a un mese dalla fine di una stagione logorante, che si somma alle fatiche dello scorso anno quando la Dea giocò fino ad agosto in Champions. Cambiano i moduli, gli assenti non mancano, ma l’Atalanta ha sempre il suo modo travolgente di approcciare le partite e la sua forza devastante mixata con la qualità nel produrre occasioni da rete. A Firenze la percentuale realizzativa è troppo bassa e dopo qualche buona partita in fase difensiva si rivede qualche sbavatura di troppo, ma la vittoria arriva lo stesso, anche grazie a una gran forza di volontà a sorreggere un’invidiabile e sorprendente condizione atletica.
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