La Top 11 dei migliori giocatori della 32ª giornata di Serie A
Nella giornata in cui le prime tre mettono insieme la miseria di due punti, si infiamma la lotta per secondo, terzo e quarto posto. L'Inter frena, ma non se ne accorge nessuno e può anzi già pensare alla prossima stagione, a differenza di Milan, Juventus e Napoli per le quali partecipare o meno alla prossima Champions League fa tutta la differenza del mondo. Sì, perché nel primo turno post caos Superlega le prestazioni di Sassuolo e Spezia suonano beffarde per i dirigenti che avevano pensato alla Grande Rivoluzione e riporta tutti sulla terra. In un campionato già particolare e privo di valori assoluti, la stanchezza può fare la differenza e risultare un valore anche più della qualità tecnica. Ecco allora che nel nostro 3-4-1-2 ci sono solo tre giocatori delle prime quattro della classifica e nessuno di questi è un attaccante...
1. Ivan Provedel (Spezia)
Alla prima stagione da titolare in Serie A, dopo l’assaggio di due anni fa con l’Empoli, il portiere friulano conferma di poter stare a questi livelli. La gara contro l’Inter suggella un’annata inaspettata per lui e per la squadra e giustifica la scelta di Italiano che gli ha ridato la maglia da titolare al posto di Zoet, che pure non aveva fatto male, dopo il recupero dal Coronavirus. Nel secondo tempo i liguri sono in trincea e Ivan è continuamente sotto pressione, ma non sbaglia nessun intervento, mostrando riflessi, elasticità, concentrazione e freddezza e opponendosi in ogni modo in particolare a Lukaku.
2. Andrea Carboni (Cagliari)
Il colosso classe 2001, prodotto del vivaio rossoblù, sta finalmente avendo le occasioni che avrebbe meritato da tempo. Contro l’Udinese, terza gara consecutiva da titolare, sfrutta al meglio la fiducia accordatagli da Semplici giocando una partita quasi perfetta in un ruolo delicato come quello del centrale di sinistra della difesa a tre e in una gara che la squadra avrebbe potuto solo vincere. L’attacco impacciato dei friulani dà una mano, ma il ragazzo di Sorgono ci mette un’insospettabile maturità che unisce a una qualità tecnica che ne fa un prospetto interessante e moderno: sicuro e attento dietro, forma un’ottima catena con Nainggolan, i suoi lanci lunghi sono sempre precisi e mettono in difficoltà la difesa dell’Udinese. Corona la serata procurandosi il rigore decisivo.
3. Alex Sandro (Juventus)
Il brasiliano chiude un periodo tutt’altro che esaltante sul piano personale con la prima, inaspettata doppietta in Serie A. L’assenza di Chiesa gli apre un’autostrada a sinistra grazie ai tagli di McKennie e il numero 12 la sfrutta alla grande con una prestazione di spessore sul piano tecnico ed atletico. Complice il livello dell’avversario gioca stabilmente nella metà campo del Parma andando in gol con un repertorio completo: gran tiro di sinistro e colpo di testa degno di un cecchino d’area. Se, come sembra, saluterà al termine della stagione e se la squadra entrerà in Champions ci si ricorderà del suo exploit in una delle tante serate sofferte del campionato.
4. Rolando Mandragora (Torino)
La salvezza è ancora tutta da conquistare per i granata, ma ai tifosi vengono i brividi al solo pensare dove sarebbe la squadra senza i correttivi sul mercato di gennaio. L’ex udinese e Sanabria stanno facendo la differenza per la squadra di Nicola, anche in termini realizzativi. Nelle previsioni per il paraguayano, inatteso invece il contributo in zona gol del regista napoletano, alla terza rete in granata, seconda decisiva. Quello al Bologna è poi un capolavoro di tecnica e balistica, realizzato peraltro con il piede “sbagliato”. Una prodezza che si unisce ad un’altra prestazione di personalità e qualità da costruttore di gioco e anche recuperatore di palloni. Fin troppo facile immaginarlo in pianta stabile nella Nazionale post-Europeo.
5. Matthijs De Ligt (Juventus)
In una Juve che delude in attacco le buone notizie vengono dalla retroguardia in termini di solidità e pure realizzativi. L’olandese confeziona la partita perfetta, andando ben oltre il duello facilmente vinto con un desolato Pellè: assist per il pareggio di Alex Sandro e zuccata che chiude la partita. Riuscire a confermarlo e resistere alle prevedibili offerte dall’estero sarà un successo e la base per un nuovo ciclo bianconero.
6. Claudio Terzi (Spezia)
All’alba dei 37 anni conferma che quanto si diceva di lui ai tempi delle giovanili del Bologna era valido e che le appena cinque stagioni giocate in carriera in Serie A sono state davvero poche. Per il capitano degli Aquilotti, comunque, milanese doc, la notte contro l’Inter resterà indimenticabile. Baluardo insuperabile sotto tutti i punti di vista in un secondo tempo vissuto in trincea, regge stoicamente il confronto con Lukaku anche a livello fisico e sono pochi i giocatori che possono mettersi questa medaglia al petto. Il resto è la sua specialità: bene anche in rapidità su Lautaro Martinez, epico il salvataggio nel finale su Skriniar quando la situazione sembrava compromessa.
7. Juan Cuadrado (Juventus)
Ancora una prestazione di alto livello per il colombiano, per distacco il miglior giocatore della Juventus in stagione e uno dei punti fermi imprescindibili sui quali provare a ricostruire un nuovo ciclo. Dopo il duello da fuoco e fiamme, ma vinto, contro Gosens a Bergamo anche contro il Parma è padrone assoluto della propria fascia, pure nel momento più difficile della partita per la squadra, alternando affondi a giocate di qualità che appartengono al suo repertorio di ex esterno d’attacco. D’Aversa prova a raddoppiarlo in ogni modo, ma Juan è incontenibile aggiungendo due assist alla propria stagione per un totale di 10. Ha fatto l’ala, l’esterno di centrocampo e ora il terzino “alla brasiliana”. Ormai è una certezza: in questo campionato gli manca solo il gol.
8. Piotr Zielinski (Napoli)
Il polacco aggiunge un’altra prestazione maiuscola ad una stagione da incorniciare. Contro la Lazio tutta la squadra gioca su livelli altissimi sul piano tecnico e del ritmo, ma l’ex Udinese ed Empoli ci aggiunge intelligenza tattica che gli permette di unire la quantità in fase di non possesso alla qualità di giocate sopraffine e imprevedibili nei momenti chiave della partita. Bravo Gattuso a trovargli una posizione in grado di esaltarlo: i giocatori della Lazio non ci capisce niente e non sanno dove e come andarlo a prendere. Il delizioso assist per Mertens è l’ottavo della sua stagione. Peccato segni così poco, appena sei reti: questa volta un fuorigioco gli nega la soddisfazione personale, ma è questa l’unica nota dolente per il “De Bruyne della Serie A”.
9. Dusan Vlahovic (Fiorentina)
La stagione della Viola si complica. Sì, perché se la vittoria di Verona rasserena sul fronte della salvezza, sebbene il calendario consigli prudenza, la quotazione del bomber serbo si impenna sempre di più dopo l’ennesima prestazione di livello. E allora anche in caso di permanenza in Serie A per riuscire a trattenerlo almeno per un’altra stagione il presidente Commisso dovrà davvero allestire una squadra di spessore e ambiziosa. A 21 anni appena compiuti si avvicina al traguardo dei 20 gol in stagione con la fondamentale doppietta del “Bentegodi”, che comunque non spiega al meglio la portata della sua prova. Freddo nel rigore, potente nel procurarsi la punizione del raddoppio, sale a quota 16, ma aggiunge anche tanto lavoro fisico da unico, vero riferimento offensivo nel tenere su la squadra nei momenti di sofferenza.
10. João Pedro (Cagliari)
Se Semplici non ha ancora scelto il centravanti tra Pavoletti e Simeone, il brasiliano è sempre più l’anima di una squadra che ha ripreso a credere nella salvezza. A Udine la prestazione collettiva è incoraggiante, ma a illuminarla sono le giocate del numero 10, freddo nella trasformazione del rigore, gol stagionale numero 14, e semplicemente sensazionale nella giocata del vantaggio annullato, in cui unisce la tecnica del sombrero alla freddezza del tiro. Già risparmiargli gli ultimi dieci minuti è stato un rischio…
11. Lorenzo Insigne (Napoli)
Tocca quota 17 centri: il record personale di 18 gol in un singolo campionato, fissato nel 2017, è destinato ad essere stracciato con sei giornate ancora a disposizione considerando l’ottimo momento di forma proprio e della squadra. Ma il Capitano azzurro sembra stare molto bene anche a livello mentale. Contro la Lazio dà vita ad un autentico show a tutto tondo, esaltandosi a livello personale con giocate d’altissima scuola negli spazi stretti e in campo aperto ed esaltando nel gioco di squadra mostrando una sintonia perfetta con compagni di reparto e centrocampisti. Terza doppietta del 2021, implacabile su rigore e morbidissimo nel destro che sorprende l’ex compagno Reina. La sua stagione deve ancora dire tanto: il Napoli è un candidato vero per la corsa alla Champions e Mancini e tutta l’Italia si aspettano un Europeo da leader.
12. Allenatore: Gennaro Gattuso (Napoli)
Tarantolato come sempre in panchina, facile immaginare la sua rabbia per non poter parlare a fine partita causa silenzio stampa e magari esaltare un po’ il proprio ottimo lavoro. Contro la Lazio la squadra conferma l’ottimo momento psico-fisico che la pone tra le candidate più autorevoli per la qualificazione alla prossima Champions League, risultato che renderebbe ottimo il bilancio del tecnico calabrese sulla panchina degli azzurri che dovrà salutare tra poco più di un mese. La terza vittoria nelle ultime cinque partite acuisce i rimpianti per il pareggio contro l’Inter ed è per buona parte merito del gran lavoro tattico di Rino, bravo nel vincere la sfida nella sfida con Simone Inzaghi, un altro degli allenatori più preparati del campionato a livello tattico. Bravo e fortunato a trovarsi subito avanti di due gol, poi sfrutta al meglio le caratteristiche di Zielinski e di Politano, non limitandosi però soltanto a difendere. Breve il passaggio a vuoto sul 4-0, non è da tutti riuscire a isolarsi in una piazza così esigente pur avendo il destino professionalmente segnato.
Segui 90min su Instagram.