La Top 11 dei migliori giocatori della 33ª giornata di Serie A
La corsa a tre è già tornata a quattro. Nei quartieri alti come in zona retrocessione. La 14ª di ritorno ha apparecchiato la tavola ad un finale di campionato intensissimo, nella rincorsa ai posti in Champions League e anche per evitare l'ultima retrocessione. Dall'Inter al Crotone, passando per un gruppo di squadre del centro classifica, le formazioni senza più obiettivi di classifica sono numerose, ma il calendario con tanti scontri diretti ancora in programma per entrambi gli obiettivi promette di regalare partite molto divertenti. Come lo sono, sempre, le partite dell'Atalanta e come sono stati i posticipi del lunedì, che hanno celebrato l'esaltante stato di forma del Napoli e quello ritrovato della Lazio oltre che sancire la crisi del Milan. A differenza della Juventus, capace spesso di salvarsi col carattere, la squadra di Pioli sembra al gancio sotto tutti i punti di vista. E il calendario con Atalanta, la stessa Juve e Inter all'orizzonte, oltre ad un nugolo di peticolanti, fa molta paura...
1. Guglielmo Vicario (Cagliari)
Quarta partita da titolare e terza vittoria della squadra, cui aggiungere l’esordio sfortunato contro l’Inter da migliore in campo. Talentuoso e anche talismano. Contro la Roma è meno impegnato rispetto alle gare precedenti, ma è sempre concentrato e soprattutto reattivo sulle incursioni aeree dei centrali romanisti, Fazio nel primo tempo e poi Mancini, che nel finale si vede negare il gol con un balzo prodigioso. Un intervento che vale come una rete e regala alla squadra due punti di platino.
2. Davide Zappacosta (Genoa)
Testa a testa tra ex torinisti per la fascia destra della nostra Top 11. E anche tra ex Nazionali, che continuando così potrebbero rivedere la maglia azzurra magari dopo l’Europeo. Matteo Darmian è ancora decisivo per l’Inter come contro il Verona, segnando un gol fotocopia, ma con ancora meno minuti a disposizione essendo subentrato. Tutta la partita l’ha invece giocata il genoano, imprendibile per lo Spezia. Propizia il gol del vantaggio e mostra una condizione psico-fisica invidiabile spingendo per tutta la partita e fornendo assist, ma senza dimenticare la fase difensiva. Un giocatore ritrovato.
3. Charalampos Lykogiannis (Cagliari)
Il terzo gol stagionale è molto pesante, anche di più rispetto agli altri due, perché vale due punti fondamentali e perché corona una prestazione di spessore da parte di uno dei giocatori dal rendimento più continuo nella tormentata stagione dei rossoblù. Contro la Roma, oltre alla qualità e alla fisicità nella spinta, all’intraprendenza e al coraggio che erano qualità già note ci mette anche molta concentrazione in fase difensiva. Pressoché perfetto in entrambe le fasi, se salvezza sarà il rischio potrebbe essere quello di vederlo volare verso altri lidi
4. Tiemoué Bakayoko (Napoli)
La super prestazione contro il Torino, la migliore della sua stagione, non dovrebbe bastargli per ottenere la conferma, ma quantomeno legittima la scelta di Gattuso di averlo con sé anche nell’avventura a Napoli. Il gol da cineteca non è certo parte del suo repertorio, ma per dimostrare che la serata è magica, che le motivazioni che lo animano sono tante e che la condizione psico-fisica è ottima ecco una prestazione totale tanto nella fase che gli è più congeniale, quella di filtro nella quale mette la consueta fisicità, ma pure nella distribuzione dei palloni in alternanza con Demme. Gioca alla Fabian Ruiz con più dinamismo.
5. Berat Djimsiti (Atalanta)
Vince il ballottaggio con Romero come migliore della difesa atalantina, ma solo perché… l’argentino ha avuto già molte “nominations” nella nostra formazione ideale. L’adattamento alla linea a quattro è stato rapidissimo e l’intesa con l’ex genoano perfetta. L’evanescenza dell’attacco del Bologna è stata di aiuto, ma l’albanese è ormai una sicurezza a livello di concentrazione e di pulizia negli interventi, anticipi e non solo. Sempre pericoloso anche negli sganciamenti, nel finale sfiora il 6-0.
6. Francesco Acerbi (Lazio)
A gennaio il Milan ha scoperto Tomori, ma questo ragazzo nato nell’hinterland e transitato senza fortuna in rossonero è ormai una certezza non solo per Roberto Mancini che lo ha eletto come primo rincalzo della coppia Bonucci-Chiellini, al posto proprio di quell’Alessio Romagnoli il cui declino stagionale è la sintesi di quello del Milan. Contro i rossoneri lo stakanovista biancoceleste non sbaglia nulla a livello di tempismo degli interventi, chiusure, anticipi, senso della posizione e regia difensiva. Anche l’ammonizione che gli farà saltare la partita con il Genoa è spesa con saggezza per fermare Hernandez.
7. Kevin Strootman (Genoa)
La sua presenza nella Top 11 suona da premio simbolico ad un girone di ritorno che lo vede come simbolo della rincorsa della squadra. Arrivato in una pericolante per tornare ad essere protagonista in un campionato che conosceva anche in ottica Europeo, l’olandese non ha sbagliato un colpo, mostrando motivazioni da vendere, ma anche un’ottima condizione. Vera “lavatrice”, come lo aveva soprannominato Rudi Garcia, è stato il trascinatore del Grifone di Ballardini e la gara contro lo Spezia è l’emblema del suo rendimento. Instancabile nella corsa, spezza il gioco degli avversari e riparte sempre con dinamismo e anche tanta qualità, quella del gol che Provedel gli nega e quella dell’assist per Shomurodov.
8. Razvan Marin (Cagliari)
La soddisfazione di Semplici, di Giulini e dei tifosi per la prestazione da centrocampista universale sfoderata dal rumeno è direttamente proporzionale con il rimpianto per l’ammonizione subita che gli farà saltare la partita contro il Napoli. Dopo un campionato più che convincente, come una delle poche luci della squadra, l’ex ci mette la ciliegina giocando da trascinatore contro la Roma. Tanto carattere, ma non solo, pure corsa e qualità, quella del gol del vantaggio e dell’assist per Joao Pedro. Cuce, riparte e si fa anche vedere tra le linee.
9. Luis Muriel (Atalanta)
Fa dimenticare la serata storta contro la Roma con una prestazione debordante contro il Bologna. Certo, non è la stessa cosa, perché al netto del secondo posto il successo contro i rossoblù non era in discussione, anche se magari non così debordante, mentre i due punti persi all’Olimpico rischiano di pesare. Comunque quando gioca così è immarcabile e tra gli attaccanti più decisivi d’Europa. Dal dischetto fa 19 in campionato, fissando il proprio nuovo record in Serie A, poi dà una qualità impressionante ad ogni giocata, dall’assist di tacco per Malinovskyi, l'ottavo della stagione, alle accelerazioni che gli riescono così spontanee per creare la superiorità numerica. Sbaglia ancora qualche gol di troppo, ma in una serata così si nota meno…
10. Rodrigo De Paul (Udinese)
Aspirante fuoriclasse. E di parola. Ha sempre detto di voler lasciare il segno prima di dire addio alla maglia che l’ha reso grande e possibilmente farlo non al termine di un’annata sofferta. A Benevento riprende il discorso interrotto a Crotone prima della squalifica, costruendo di fatto da solo la vittoria che chiude definitivamente i conti per la salvezza e vale come commovente commiato ai tifosi. Letteralmente immarcabile, gioca ormai con la maturità del giocatore pronto per una grande squadra, italiana o europea che sia. Questa volta non segna (e per essere protagonista in una big il conto dei gol andrà aumentato…), ma fa cantare il pallone e manda in porta i compagni a ripetizione. Oltre all’assist per Stryger Larsen inventa i gol di Molina e Arslan. Gioca divertendosi, scuote i compagni nei momenti difficili da vero capitano ed è semplicemente irresistibile quando cambia passo tra le linee.
11. Adam Ounas (Crotone)
In una giornata ricca di scontri diretti, citazione anche per il trascinatore dei calabresi che condannano il Parma e “sognano” il sorpasso in penultima posizione. Magra soddisfazione, così come magro è il rimpianto della società riguardo alla gestione Cosmi che, pur a giochi quasi compromessi, ha dato quel carattere e quella concretezza mancanti nell’era Stroppa. Decisivo però anche l’apporto dell’algerino, arrivato a gennaio dopo la poco felice parentesi a Cagliari e quasi sempre protagonista di ottime prestazioni formando una coppia ben assortita con Simy. A Parma sfiora l’eccellenza con un gol da campione e due assist di livello. Entra in tutte le azioni di qualità d’attacco della squadra mostrando di meritare un posto in Serie A.
12. Allenatore: Simone Inzaghi (Lazio)
Quasi 50 gol al passivo non sono numeri da squadra che cerca di chiudere la stagione tra le prime quattro, ma soprattutto non sono numeri da Lazio inzaghiana, che ha costruito le proprie fortune sulla solidità della fase difensiva. Ma la stagione ha presentato tante difficoltà e impegni extra con la (solita) rosa non sufficientemente larga, per questo essere ancora in corsa per confermarsi è un titolo di merito. Dopo la nottataccia di Napoli contro il Milan la Lazio torna quella spumeggiante, anzi dominante dall'inizio alla fine, vista in altre grandi partite, come il derby, interpretato non a caso con la stessa aggressività fin dai primi minuti. Il concetto è chiaro: per volare la Lazio deve attaccare e pazienza se arriva qualche rete subita di troppo, davanti il golletto in più ci sarà. Il confronto con i cugini è ormai vinto, ma Simone non si accontenta. Con una partita da recuperare, la grinta che sa trasmettere e la qualità offensiva che si ritrova il miracolo bis è possibile, complice anche un calendario non impossibile.
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